Sponsor tecnico: la strada cinese è il futuro. Per una grande Lazio, serve un marchio di livello mondiale

Pubblicato ieri alle 18.22
21.04.2012 01:22 di  Emiliano Storace   vedi letture
Fonte: Emiliano Storace - Lalaziosiamonoi
Sponsor tecnico: la strada cinese è il futuro. Per una grande Lazio, serve un marchio di livello mondiale

Nel calcio moderno come nella vita, apparire è diventato più importante che essere. L’immagine offerta a livello mondiale da un club professionistico di calcio, è quasi più importante anche dei suoi risultati sportivi. Oltre che a livello mediatico, discorso più ampio e complesso, una società moderna ha il dovere di puntare al massimo sul suo merchandising sportivo. Le risorse infatti possono essere di enorme importanza, soprattutto se la società punta sul cavallo giusto. Nei 14 anni di matrimonio con la Puma, la Lazio ha avuto un ritorno di immagine eccezionale. Perché nonostante le vendite molto basse (rispetto ad altre società di pari livello inglesi o tedesche), il blasone dell’industria sportiva tedesca e la sua capillarità di negozi nel mondo, hanno permesso alla Lazio di essere presente in tantissimi paesi ed anche in realtà dove il calcio è meno conosciuto. La potenza del marchio a volte, va oltre quella del club stesso. I soldi da fatturato di merchandising sportivo, sono per una società (vedere la Premier League) anche superiori ad 1/3 del bilancio totale. Per questo la scelta da parte della Lazio del nuovo sponsor tecnico, è un discorso delicato e che va affrontato con la massima serietà. Prima di tutto, come detto in precedenza, va fatta la scelta giusta optando su di una società che almeno a livello di numeri e popolarità, possa essere alla pari della Puma. Nei giorni scorsi la Lazio è stata vicinissima a chiudere l’accordo con l’azienda bolognese Macron, società in ascesa ma ancora non al top a livello mondiale. L'accordo non è ancora stato sancito, la situazione è in stand-by e la Lazio continua a guardarsi intorno. Bisogna infatti sfruttare l’occasione ed esportare il marchio Lazio in tutto il mondo, avvalendosi di un’azienda leader sviluppata in mercati emergenti e non. A questo proposito la scelta cinese, è la migliore su piazza in questo momento. Nei mesi scorsi si parlò infatti dell’interessamento di due aziende sportive cinesi, la Xtep e la Li Ning, società di fama mondiale ed in continua ascesa. Affiancare la Lazio alla potenza economica e numerica di queste società, significherebbe far conoscere la Lazio ad oltre un miliardo di persone. Un’occasione da non farsi scappare, perché il mercato asiatico rappresenta una miniera d’oro per introiti e visibilità. La Xtep per esempio, è un’azienda che nel 2011 ha avuto un incremento del 24%, con un’entrata di oltre 700 milioni di Euro. Quel che più interessa è che la Xtep ha aperto al 31 dicembre 2011, il suo negozio numero 7.680 in Cina, a cui vanno aggiunti altri 10 Flagship store nei centri delle principali città cinesi come Pechino, Shanghai e Hong Kong. Il 28 gennaio del 2010, il Birmingham City, ha stipulato un accordo con la Xtep di oltre 7 milioni di sterline. Una cifra enorme per un club di media piccola caratura come quello inglese, destinato anche ad aumentare nel tempo. Cosa ben più importante, è che ogni società che entra nella famiglia Xtep, potrà usufruire dei quasi 8000 punti vendita sparsi sul territorio cinese. Per non parlare della Li Ning, industria ancora più importante e che dal 2008, dove sponsorizzò praticamente tutta l’olimpiade cinese, è arrivata quasi al livello di aziende multinazionali come Nike e Adidas con un fatturato nel 2011 di quasi 3 miliardi di euro. Numeri da capogiro se pensiamo anche ai punti vendita, che solo in Cina superano i 10.000 e che dallo scorso anno sono stati aperti anche punti vendita negli Stati Uniti, in Spagna e in Inghilterra. La nazionale spagnola di Basket (campione del mondo) il corridore giamaicano Asafa Powell, il cestista Shaquille O’Neill sono solo alcuni degli atleti che hanno subito sposato la Li Ning. Cosa significherebbe anche per la Lazio, usufruire di questi numeri? Di oltre 1 miliardo di persone come bacino? Avere materiale della Lazio in più di 10.000 negozi in Cina e nel mondo, è qualcosa che porterebbe soldi e visibilità mai visti prima. La via cinese è in questo momento l’unica che permetterebbe alla Lazio di esportare il proprio nome in tutto il mondo e di guadagnare in questo. Soldi che possono essere reinvestiti nel potenziamento della squadra senza intaccare i “soliti” introiti dati dalle televisivi. Come dimostrano poi le più importanti società calcistiche mondiali, il mercato asiatico è il più potente dal punto di vista di interesse e numeri. Soprattutto quello cinese, che anche a livello calcistico ha l’obiettivo di guadagnare in brevissimo tempo tantissime posizioni nel ranking FIFA. Inutile dire che bisogna fare in fretta. Siamo al 20 di aprile e si rischierebbe infatti di non avere il tempo, da parte delle aziende, per fabbricare tutto il materiale tecnico da mettere a disposizione della Lazio. Questo significherebbe partire per il ritiro senza sponsor tecnico e senza materiale. Un’ulteriore danno di immagine, se si pensa che proprio le immagini dei ritiri di Serie A, vengono trasmesse in tutto il mondo. Di certo la Lazio non ne guadagnerebbe sotto nessun aspetto. Oltre alle tempistiche comunque, optare per le due aziende cinesi è sinonimo di affidabilità e si sicuro business. Nulla a che vedere, anzi, molto di più, della stessa potenza PUMA.  Discorso che và anche al di là dell’aspetto etico, perché le due società cinesi sono state premiate per i livelli qualitativi di produzione e di rispetto dei diritti dei lavoratori. La Cina è il futuro. Se la Lazio vuole entrare in questo futuro da protagonista, il cavallo su cui puntare è questo. Se finanza e calcio devono andare di pari passo, non ci sono altre strade.