PRIMAVERA - Da Fanel a Stefan Tira: di padre in figlio, da S.Siro a Formello

27.11.2012 15:06 di  Luca Capriotti  Twitter:    vedi letture
Fonte: Luca Capriotti /Lalaziosiamonoi
PRIMAVERA - Da Fanel a Stefan Tira: di padre in figlio, da S.Siro a Formello

Di padre in figlio, l'eredità è servita: il corredo genetico dice calcio. Con un cromosoma in più, il gol. Di padre in figlio, da Fanel Tira a Stefan Catalin Tira, n.9 della Primavera di Bollini. Gol, e nel destino l'Italia.
 

FROM RAPID WITH LOVE - 1923. A Bucarest un gruppo di lavoratori dei magazzini di Griviţa fonda il Rapida Bucarest, con il nome di Associazione Culturale e Sportiva C.F.R. (in rumeno Asociaţia culturală i sportivă C.F.R.).  1947, 24 anni anni più tardi, vengono fondati i rivali dello Steaua, come "Asociația Sportivă a Armatei" ("Associazione Sportiva dell'Esercito"), in quanto polisportiva del Ministero della Difesa: nel calcio rileva una precedente società calcistica rumena, il Carmen Bucarest. Un derby di fuoco, una squadra nata prima, l'altra 20 anni dopo arriverà ad essere la squadra più titolata dell'Europa dell'Est, insieme alla Stella Rossa di Belgrado: 21 Coppe di Romania, 5 Supercoppe Rumene, 1 Supercoppa Uefa, 1 Coppa dei Campioni (si chiamava cosi, altro che Uefa Champions League). Dall'altra parte, la storia si chiama Rapid: fu la prima squadra rumena a raggiungere una finale di coppa regionale, la Coppa Mitropa del 1940. Ma la storia sa essere  crudele,  remare contro: la finale contro il Ferencváros, squadra ungherese, non si disputò a causa della seconda guerra mondiale. Il Rapid ha dato al calcio Bogdan Stelea, portiere storico della Nazionale, tre Coppe del Mondo e due Europei sul groppone, Florian Radu, che nel 1948-1949 approdò alla Roma, in una delle peggiori stagioni della società giallorossa: cessione del bomber Amadeo Amadei per gravi dissesti finanziari, con retrocessione sfiorata annessa e discusso cambio di proprietà. In quella Roma giocava Tommaso Maestrelli. Li allena Sabau, anni '90 tutti italiani, tra Brescia e Reggiana. Ci ha giocato Fanel Tira, padre di Stefan Catalin Tira, 9 sulla schiena, punta dell'attuale primavera di Bollini. Che ha iniziato nell'altra squadra di Bucarest, la Dinamo, i "cani rossi" che nel 2007/08 ha giocato contro la Lazio, pareggiando all'Olimpico, e venendo sonoramente sconfitti in casa. Segni del destino, su segni del destino, uno dopo l'altro. Diceva di Tira figlio l'allenatore della Dinamo Sorin Popescu, come riporta Prosport: "Ha tutte le qualità per diventare un grande calciatore. A mio avviso, in cinque anni diventerà un grande giocatore. Assomiglia ad Ibrahimovic come stile di gioco".

DI PADRE IN FIGLIO - 4 gol nel girone Primavera, più uno dovuto a deviazione nel derby, che gli è valso titoloni in Romania. Tra i quali, "Tira Jr decisivo nel derby romano". Junior, perchè il padre Fanel Tira ha giocato 11 anni in Serie A romena nel Rapid Bucarest. La famiglia Tira l'Italia deve averla nel destino. Il figlio prima prelevato dall'Udinese, poi ritorno in Romania, e infine Lazio. Il padre Fanel ha giocato, tra l'altro, in Coppa UEFA nel 1993-1994, trentaduesimi di finale, andata, contro l'Inter a S. Siro.  Subito rigore regalato per un fallo di mano, Bergkamp dal dischetto è implacabile. Pareggio-beffa del 9 del Rapid, Andrasi, che di testa batte Zenga al 7' del secondo tempo. Al 21' del secondo tempo Fanel Tira e compagni assistono alla magia: Shalimov va al cross dalla destra, Bergkamp in splendida acrobazia insacca, facendo esclamare a Pizzul: "Davvero una prodezza!". Il bis magico, che poi sarà tripletta personale, poco dopo: ancora Bergkamp con un pallonetto delizioso non lascerà scampo a Toader. Tira padre giocherà anche al ritorno, senza storia, in terra romena: 2-0 secco dell'Inter di Bagnoli, gol di Battistini e Jonk. Davanti i nerazzurri si presentano con una delle glorie del passato laziale: Ruben Sosa. Sarà proprio lui, col 9 sulle spalle, anche lui, a battere la punizione incornata da Battistini che darà il vantaggio ai nerazzurri. L'anno dopo ancora Coppa Uefa, Tira padre lascia sempre il segno, in gol sia all'andata che al ritorno contro La Valletta (6-2 1-1, e passaggio del turno). Rete anche contro il Charleroi, sconfitta 2-1, turno comunque passato, che in difesa schiera Silvagni. Altro segno del destino, oggi è un compagno di squadra del figlio a chiamarsi cosi. Quella Coppa Uefa la vinse il Parma, con la Lazio buttata fuori dal Borussia Dortmund, in gol anche, per i tedeschi, un certo Riedle, in finale contro la Juventus. A segnare, sia all'andata sia al ritorno, consegnando la Coppa ai gialloblu, Dino Baggio, un altro che ha vestito la maglia della prima squadra di Roma. Di padre in figlio, il ruolo, anche se il padre non aveva la 9, ma la maglia n.7, e un solo vizio, il gol. Domani i ragazzi di Bollini in Coppa Italia affronteranno il Napoli, che davanti ha il bomber assoluto di tutti gironi primavera, Insigne Jr, un altro che per DNA non poteva che fare l'attaccante. La sfida è lanciata. Il gol non si trova sugli alberi. Scorre nel sangue, si insegna di padre in figlio. Da Fanel, a Stefan Catalin, dai gol di Bergkamp dell'epoca all'era di Miro Klose. L'unica costante che rimane è il gol.