Coletta: "La colpa della situazione deficitaria del settore giovanile è di Patarca e Caso. La mia squalifica? Non accetto di pagare ingiustamente..."

Pubblicato alle 13,25
22.12.2009 14:25 di  Riccardo Mancini   vedi letture
Fonte: lalaziosiamonoi.it
Coletta: "La colpa della situazione deficitaria del settore giovanile è di Patarca e Caso. La mia squalifica? Non accetto di pagare ingiustamente..."

All'interno di una società professionistica, uno dei punti di forza dovrebbe essere sempre e comunque il Settore Giovanile. Purtroppo, nella Lazio, specie negli ultimi anni, tale ramo della società è stato sin troppo trascurato ed abbandonato a sè stesso. L'attuale momento di difficoltà della prima squadra viaggia a braccetto con quello dei ragazzi più piccoli: Primavera, Allievi Nazionali e Giovanissimi Nazionali, su tutti, nonostante un inizio piuttosto confortante, non stanno rendendo secondo le aspettative. Il responsabile del Settore Giovanile biancoceleste, Generale Giulio Coletta, intervenuto ai microfoni di teleradiostereo, ha fatto una panoramica sull'attuale situazione che vige all'interno della società, rispondendo anche ad alcune domande di radioascoltatori imbufaliti per il trattamento riservato ai propri figli.

"Il nostro settore giovanile è operativo in due punti principali: il campo sportivo "Gentili" sulla Cassia, in cui sono presenti la sezione agonistica e il polo nord della scuola calcio e il campo sportivo "Dabliu" all'Eur, dove si trova invece il polo sud della stessa scuola calcio. Abbiamo numerose affiliazioni in tutto il Lazio: il Tirreno (Montesacro), Sttebani, Passocorese, Sporting Fiumicino, Terracina, Sezze, Boville (Frosinone), Pianoscarano (Viterbo), Ottavia, Grifone (Primavalle) ed altre in numerose regioni. Quando stringiamo accordi con tali società non lo facciamo per ricavarne introiti economici o vendere kit, ma solo per aiutarle e fare stage che consentano ai ragazzi migliori di farsi notare".

Com'è possibile che un Laziale doc come il baby D'Alessandro vada alla Roma?

"Questo bisognerebbe chiederlo a chi lo gestiva prima che arrivassi io cinque anni fa. Una squadra intera, i '93, passò alla Roma insieme all'allenatore e di questi faceva parte anche D'Alessandro, il quale rimase per un'altra stagione con noi. La colpa fu naturalmente della Lazio guidata da Patarca e Caso. Questi personaggi non riuscirono a gestire al meglio i calciatori. Quando arrivai in società, trovai una situazione a dir poco tragica: c'erano tantissimi ragazzi lasciati ai margini e che non servivano a nulla, tant'è che l'anno successico ne mandai via 78; la classifica delle varie sezioni, inoltre, era imbarazzante e decisi di raggruppare il settore giovanile in due basi principali, piuttosto che in cinque. Successivamente la Roma provò a portarci via altri ragazzi, ma noi fummo bravi a trattenerli. Noi non abbiamo mai fatto una cosa del genere: è una questione di rispetto. Ad ogni modo, i risultati ci stanno dando ragione".

Lei è stato squalificato due volte dalla Federcalcio perchè non ha riconosciuto alle società proprietarie del cartellino di giocatori passati alla Lazio (Spina e Di Silvio), il premio di preparazione...cosa ci dice in merito?

"La squalifica è finita ed io sto aspettando la motivazione di tutto questo. Sono disposto ad arrivare fino alla Corte Europea perchè non accetto di pagare per un qualcosa che non ho fatto. Quei provvedimenti sono mirati a colpire la mia persona. Di Silvio andò via dal Cor, insieme ad altri suoi amici, per trasferirsi all'Ottavia: era un giocatore che non mi dispiaceva, e per questo chiesi alla società di Via Trionfale di mandarlo da noi per un periodo di prova. Stessa cosa successe con Spina. Noi non ricevemmo alcuna richiesta da parte della stessa Ottavia per ciò che concerne il premio preparazione. E' un qualcosa che avrebbero dovuto fare loro. La sentenza che mi vede protagonista si basa su ipotesi e supposizioni: non si può giudicare su tali elementi".

Diversi bambini della scuola calcio del Dabliu sono stati maltrattati dalla società Lazio: insultati sulle proprie condizioni fisiche e ripetutamente non convocati, oltre a non aver ricevuto il diploma di fine anno. Così facendo si arrecano loro dei veri e propri traumi...


"I ragazzi maltrattati? Le disposizioni non sono queste. Io voglio che i ragazzi vengano presi tutti in considerazione e seguiti tutti allo stesso modo...Noi abbiamo grosso modo 450 ragazzi di scuola calcio. A fine anno facciamo un test per valutare il grado di miglioramento: chi non dimostra di essere cresciuto viene mandato via. Mi rifiuto di creare rose di 40 giocatori come fa la Roma e tenere ai margini tantissimi bambini".

Lei decide su tutto?


"La mia supervisione arriva fino ai ragazzi classe '97. Dai '98 in poi alcuni miei collaboratori come Pochesci si occupano di valutare ed osservare i vari giovani".

Quali sono le sue esperienze prima di giungere alla Lazio?

"Io ho giocato a calcio fino in serie D. Ho allenato per 22 anni, vincendo 6 campionati e Lotito mi ha chiamato essendo stato mio tifoso. Ho allenato a Tuscania, Anagni, Fondi, Vignanello, Valmontone, S.Marinella, Monteromano: è stata una mia scelta quella di non salire di categoria anche e soprattutto a causa dei miei impegni da ufficiale militare. Nel Lazio tutti sanno chi è Coletta. Non temo confronti in tema di organizzazione di società".


Nell'ultimo bilancio la S.S.Lazio ha accantonato circa 600.000 euro alla voce Settore Giovanile...come sono stati gestiti questi soldi?


"Noi abbiamo un budget che ci viene fornito ad inizio anno con il quale dobbiamo portare avanti l'intero settore. Quest'anno mi sono stati assegnati 850.000 euro per la gestione di tutta l'attività, compresi materiale, trasferte, pullman, alberghi, medicinali".

Nell'ultimo periodo però squadre come il Tor Tre Teste hanno superato la Lazio in quasi tutte le graduatorie e la maggior parte delle sezioni biancoceleste distano dal primo posto di circa 20 punti...Ha mai pensato di affiancare a lei una figura storica della Lazio come D'Amico o Piscedda che la possa aiutare a 360 °C?

"Abbiamo portato Pochesci che ha giocato in serie A, anche se qualcuno si lamenta di lui; abbiamo avuto Franco Nanni che però ha deluso le aspettative. Per fare settore giovanile ci vuole una mentalità diversa: Tor Tre Teste e Savio sono società che vogliono vincere a tutti i costi, questo è il loro obiettivo. Il nostro non è questo: se da noi un allenatore fa giocare sempre gli stessi ragazzi per arrivare alla vittoria viene mandato via. A noi interessa la crescita dei giovani. Ricordate Melara? Poteva essere la pedina giusta per la fascia destra biancoceleste. Ma chi lo ha gestito lo ha rovinato".

Come si fa a portare alla Lazio un proprio ragazzo? Il sito della società è davvero scadente e non fornisce informazioni utili...

"Per quanto riguarda la Scuola Calcio bisogna rivolgersi al centro sportivo Dabliu sito in viale Egeo all'Eur. Per ciò che concerne il sito internet, invece, come settore giovanile, da poco abbiamo preso in mano la riorganizzazione del portale per far sì che venga continuamente aggiornato con risultati, classifiche, convocazioni ecc...".