Lazio, tra caos tornelli e divieti: la due giorni a Monaco tra luci e ombre

07.03.2024 07:28 di  Lavinia Saccardo  Twitter:    vedi letture
Fonte: Lavinia Saccardo - Lalaziosiamonoi.it
Lazio, tra caos tornelli e divieti: la due giorni a Monaco tra luci e ombre

Per due giorni in Baviera si è avvertita l'aria di Ponte Milvio. A Monaco si respira la storia, ci si diverte anche grazie alla cordialità dei cittadini tedeschi, poi quando arriva il momento di dirigersi allo stadio qualcosa non funziona, o forse non ha funzionato perché gli ospiti erano i laziali. La premessa doverosa è che i tifosi tedeschi hanno accolto con estrema tranquillità quelli biancocelesti, ma allora, cosa è andato storto?

CAOS ALLA METRO - Martedì alle 18.30 l'appuntamento dei laziali era a Marienplatz, da cui parte anche la linea della metro diretta a Fröttmaning, la stazione più vicina all'Allianz Arena. Nella piazza un cordone di Polizia ha quindi fatto sì che i laziali scendessero nei sotterranei per salire sui convogli, cercando, almeno in un primo momento, di "bloccare" anche i tifosi tedeschi diretti allo stadio. Pur avendo intensificato le linee, i laziali erano talmente tanti che ci sono voluti diversi treni per far sì che tutti potessero raggiungere l'impianto. Il problema è sorto quando, dopo soli due convogli partiti, la Polizia ha lasciato andare i tifosi padroni di casa, i quali si sono uniti ai tantissimi laziali che ancora stavano aspettando l'arrivo di un nuovo treno. 

TORNELLI - La situazione si è fatta decisamente peggiore una volta arrivati ai tornelli d'ingresso del settore ospiti. Migliaia di supporters sono rimasti bloccati per almeno un'ora ai tornelli d'ingresso, al freddo e senza riuscire a fare un passo verso l'entrata dell'Allianz Arena. Con la Polizia ovunque, ai tornelli e addirittura affacciata dal garage adiacente per tenere d'occhio la situazione, il clima si è scaldato. I laziali chiedevano di poter entrare, di poter raggiungere i loro posti per godersi la partita che sarebbe iniziata di lì a poco, ma la situazione sembrava non sbloccarsi. Ad alcuni tifosi non è stato possibile far entrare le aste delle bandiere, ad altri non sono state permesse le classiche "pezze" che sempre vediamo all'Olimpico. Addirittura è stata negata una scenografia, realizzata dal solito gruppo che se ne occupa. I motivi non sono stati resi noti dalla Polizia tedesca, che si è nascosta dietro ad un semplice "le bandiere grandi oscurano la vista ai tifosi". Ad altri sfortunati tifosi invece, è stato in un primo momento negato l'accesso perché il ticket in possesso, regolarmente acquistato, non risultava valido. Mentre accadeva tutto ciò, altre centinaia di tifosi erano tenuti bloccati da un ulteriore cordone di sicurezza, a pochi metri da coloro che non riuscivano ancora ad accedere ai tornelli. Ammassati uno sull'altro cercavano chiarimenti sul perché non scorresse alcuna fila, ma la Polizia tedesca ignorava ogni tentativo di conversazione, anche in lingua inglese. La folla e la situazione surreale ha fatto addirittura sì che un tifoso laziale avesse un mancamento.

LA TESTIMONIANZA - Ci ha contattato Luca, tifoso che era a Monaco insieme a sua figlia e altri amici con i rispettivi bambini, raccontandoci ciò che hanno vissuto all'ingresso dello stadio. Ecco cosa ci ha detto: "Avevo dei piccoli panini e tre barrette al cioccolato per i bambini. Al controllo uno steward ci ha perquisito e ci ha fatto buttare tutto il cibo, dicendoci che non sarebbe entrato neanche lo zainetto di scuola di mia figlia (di dimensioni ridicole). Quando gli ho detto che potevano dircelo, così che avrei fatto mangiare il cibo prima ai bambini mi rispondono: "Ai bambini puoi far mangiare una pizza quando torni in Italia", ridendoci in faccia. Ci siamo dovuti recare al guardaroba per non buttare lo zaino, facendo poi di nuovo la fila al tornello. Oggi mia figlia ha 39 di febbre e la bronchite. Hanno cercato in tutti i modi di provocare lo scontro ed era evidente a tutti noi che eravamo lì".

ALL'OLIMPICO INVECE... - Ciò che fa più arrabbiare è che all'andata del 14 febbraio, i bavaresi hanno potuto accedere all'Olimpico senza alcun problema, ovviamente sottoposti a controlli, ma non obbligati a restare ammassati senza un filo d'ossigeno e sotto il gelo. Hanno poi potuto portare all'interno dell'impianto capitolino i loro striscioni, le loro bandiere. Ma cosa avrebbero dovuto mai combinare i laziali? Sventolare i loro stemmi, appendere i loro vessilli? Realizzare l'ennesima bellissima coreografia? E perché tenerli lì fermi per ore in quel piazzale senza poter passare i tornelli, mostrando il proprio ticket valido? Assurdo è pensare che la Polizia sia stata così attenta ai movimenti dei supporters italiani, lasciando poi, di nuovo, che bavaresi e laziali si ritrovassero sulla metro tutti insieme per tornare a casa o in hotel. Paradossi e ingiustizie. 

Pubblicato il 06-03