ESCLUSIVA - Quando Riccardo Cucchi ci svelò: "Sono Laziale e da quella volta in Curva..."

Pubblicata ieri alle 21:50
13.02.2017 07:50 di  Mirko Borghesi  Twitter:    vedi letture
Fonte: Alessandro Zappulla / Mirko Borghesi - Lalaziosiamonoi.it
ESCLUSIVA - Quando Riccardo Cucchi ci svelò: "Sono Laziale e da quella volta in Curva..."

Quando un grande giornalista, un timbro storico della radio, ci saluta professionalmente al termine di un lungo percorso, la prima cosa che viene naturale è un tuffo nella nostalgia. Chiudendo gli occhi, distesi sul letto, si ripercorrono le partite che quella voce ha scandito. Nel caso di Riccardo Cucchi, professatosi ufficialmente laziale quest'oggi, la mente non può che aprire il cassetto dei ricordi e trovare in primis quel Perugia-Juventus, datato 14 maggio del 2000. Per noi de Lalaziosiamonoi.it quell'ufficialmente è d'obbligo poiché, dallo stesso cassetto, siamo andati a tirar fuori un'intervista fatta allo stesso Cucchi qualche tempo fa, custodita gelosamente in virtù di una promessa fra colleghi e gentiluomini. Parlando della sua fede, in esclusiva ai nostri microfoni, il popolare radiocronista esordì dunque così: "Sono Laziale. Ero allo stadio, in Curva, quando la Lazio vinse il suo primo scudetto, quello di Chinaglia. Avevo la radiolina con me, ascoltavo 'Tutto il Calcio minuto per minuto' e la voce storica di Enrico Ameri, il maestro dal quale ho sono sempre attinto". Su Ameri furono parole al miele: "Ho avuto due grandi maestri, Sandro Ciotti e lui, a cui ho dovuto strappare insegnamenti, perché loro non amavano divulgare. Io mi sento più in linea con Enrico Ameri. Sì, mi sono ispirato a lui…". Poi, nel ritornare a quella radiolina, Cucchi riprese il racconto con una similitudine: "Quando lui dissè 'Sono le 17 e 45 del 12 Maggio. La Lazio che ha battuto il Foggia di misura, su rigore, è Campione d'Italia', partorii il mio desiderio dinanzi al destino. Me lo portai dietro nel percorso giornalistico che mi avrebbe condotto fino alla Rai e a Tutto il Calcio Minuto per Minuto. Commentare uno scudetto della Lazio". Al destino piace, si sa, regalare gemme inattese: "Avevo sempre pensato a quanto fosse improbabile. La Lazio non era squadra che vinceva trofei a cascata come la Juventus. Ma quel 14 Maggio del 2000 gli incroci portarono Gentile all'Olimpico e me al Curi di Perugia. Da lì, come Ameri ventisei anni prima, la mia voce proclamò i biancocelesti Campioni d'Italia". Che al termine di questa bella intervista fosse dietro l'angolo la richiesta di riporla nel cassetto fino al momento giusto lo avevamo capito dal modo in cui definì, in chiusura, le cronache troppo faziose: "La narrazione di parte tende ad omettere le difficoltà della propria squadra e ad illudere il proprio pubblico. Eccezion fatta per l’applauso della nicchia di tifoseria a cui si riferiscono, alla lunga la radiocronaca di parte può risultare inopportuna e comunque poco giornalistica". Promessa mantenuta Riccardo, grazie di tutto.

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