FOCUS - Dieci anni di Lotito: dal "coma irreversibile" alla frattura insanabile?

19.07.2014 07:30 di Stefano Fiori Twitter:    vedi letture
Fonte: Stefano Fiori-Lalaziosiamonoi.it
FOCUS - Dieci anni di Lotito: dal "coma irreversibile" alla frattura insanabile?

I Beatles scartati dalla Decca Records, il piccolo Leo Messi rimandato a casa dal Como. La storia del calcio, della musica e di tutte le sfere d'azione del genere umano è lastricata di previsioni fallite, di valutazioni che il tempo ha messo al tappeto per ko tecnico. "Se il buongiorno si vede dal mattino, rischia di diventare uno dei presidenti più amati della storia della Lazio". All'alba dell'era Lotito, la sensazione che andava per la maggiore era proprio questa. Non mancheranno certamente gli scettici della prima ora: "Sapevamo che non sarebbe andata così!". Ma la vulgata più diffusa pronosticava un rapporto roseo tra il neo presidente e la piazza biancoceleste. La partecipazione all'aumento di capitale più importante di sempre, il ritorno del figliol prodigo Di Canio, la transazione del debito col fisco: una luna di miele in tre tappe, un rapido idillio che a distanza di dieci anni è faticoso già solo pensare che sia esistito. Il regno lotitiano ha inizio alle 15.09 del 19 luglio 2004. L'imprenditore romano, - fino a quel momento sconosciuto ai più - partecipa all'aumento di capitale deliberato nel gennaio precedente: la sua Lazio Events sottoscrive circa 18 milioni e 270 mila azioni, pari al 26,97% del capitale sociale. Risale a quell'epoca la metafora più famosa del suo vasto repertorio: "Ho preso la Lazio al suo funerale e l'ho portata in condizione di coma irreversibile. Spero presto di renderlo reversibile". Allo scoccare del secondo lustro del suo insediamento, l'opera di taumaturgo risanatore dei conti rappresenta ancora uno dei leit motiv, degli argomenti più in voga del comunicare lotitiano. Che però lascia le luci della ribalta a un altro intento proclamato di risanamento. Se possibile, assai più complicato di quello che riguarda i bilanci della Lazio. E che soprattutto rischia fortemente di arrivare fuori tempo massimo. Due Coppe Italia (una contro la Roma), una Supercoppa Italiana, più uno Scudetto e una Coppa Italia Primavera: Lotito rivendica i trofei conquistati, assicura che la Lazio tornerà a lottare per i vertici del calcio italiano ed europeo. Addirittura arriva a fare mea culpa: "Sono consapevole che vi siano stati anche dei momenti deludenti, per i quali sono pronto ad assumermi la piena responsabilità", la mano batte sul petto, per la prima volta in maniera così esplicita. Un messaggio che però non trova sponda nella tifoseria, quella più calda: "Solo davanti a uno stadio vuoto è arrivata l'ammissione di colpe", replica la Curva Nord, che interpreta l'atteggiamento di Lotito come il sintomo che la contestazione sta avendo effetto. "Noi non siamo mai stati abituati alle vittorie, a noi dei risultati interessa poco. Le delusioni vengono da altro", sottolinea il tifo organizzato biancoceleste. Ossia, da un rapporto divenuto travagliato dopo poco tempo, da ruggini che per varia natura si sono accumulate nel corso di questo decennio. Dal 2004 a oggi, Claudio Lotito ha via via plasmato la Lazio a sua immagine e somiglianza, una creatura da lasciare in eredità al figlio. Un futuro chissà quanto lontano: Lotito non vuole certo fermarsi a un solo decennio di presidenza. Volontà opposta a quella dei 45 mila che - in occasione del match contro il Sassuolo - l'hanno invitato a "liberare la Lazio". Promesse e primi acquisti per la prossima stagione non paiono essere il filo adatto a suturare la frattura. Che marchia a vista il decimo anniversario dell'epifania di Lotito. Chissà il 19 luglio del 2024 che storia racconteremo.