FOCUS - Fratelli Milinkovic, chi para e chi segna: il primo incrocio in Serie A tra due predestinati

Pubblicato il 08/12 alle 07:45
09.12.2017 06:55 di  Laura Castellani  Twitter:    vedi letture
FOCUS - Fratelli Milinkovic, chi para e chi segna: il primo incrocio in Serie A tra due predestinati

Amici, compagni di Nazionale. Di più: fratelli. Rivali? Sì, ma solo per una notte. Per il resto, Vanja Milinkovic resta ancora incollato a seguire le gesta del fratello maggiore, Sergej. Lo faceva durante la sua permanenza a Danzica, ora che il portiere milita nel campionato italiano, sarà ancora più facile osservare il fratello tutte le domeniche. Lunedì sera, i fratelli Milinkovic si riabbracceranno, prima del fischio d'inizio di Lazio - Torino. E' il primo incrocio tra i due: Vanja era sbarcato a Torino lo scorso marzo, ma non poteva essere impiegato in gare ufficiali fino al termine del campionato. Non poteva sedere nemmeno in panchina. Il ragazzo spera che ad accogliere il Toro all'Olimpico non sia la Lazio più straripante. Ma in cuor suo sa che se fosse Sergej, a segnare, sarebbe il primo ad applaudirlo.

FRATELLO MAGGIORE - Sarà stato il primo a infiammare il telefono di Vanja, Sergej: quando giovedì scorso il classe '97 faceva il proprio esordio con la maglia del Torino, nella gara di Coppa Italia contro il Carpi, il laziale sarà stato il primo a congratularsi con il fratello. Magari, anche per quella punizione stampata sulla traversa - "Vanja sa calciare molto bene, tiro forte e preciso. Gli avrei fatto calciare quella punizione anche in altri momenti della partita. Non c'è nulla di strano", parola di Mihajlovic. Un lungo percorso, l'ultima tappa in Piemonte. Sotto l'ala protettrice del fratello: "Non c'è persona migliore di lui che possa darmi consigli o muovere qualche critica", raccontava dal ritiro dell'Under21 serba, un anno fa. Un po' il fratellone - che poi, dall'alto dei 2 metri e due centimetri di Vanja, si fa a gara a chi sia più il fratellone - palloso, quello che ha sempre una lezioncina da impartire? Nient'affatto, solo pura complicità: "Ci sosteniamo a vicenda", assicurava il portiere. Ma qualche consiglio, lasciateglielo pur dare: "Devi mangiare più fagioli per essere forte come me!", lo avvisava Sergej, all'indomani dell'ufficializzazione del suo passaggio a Torino. 

NAZIONALE - Nelle giovanili della Serbia, i fratelli Milinkovic erano inseparabili. Sul campo e fuori, sono stati compagni di stanza. E adesso, che per Sergej è arrivato il momento di volare con la Nazionale maggiore, le strade si sono momentaneamente divise. Il classe '95, fresco fresco di prima chiamata tra i grandi, aspetta il fratellino: intanto si gode il momento, in cuor suo già sapendo che la telefonata del ct lo raggiungerà anche per i Mondiali. Quella sicurezza di sé stesso e dei propri mezzi che lo ha condotto fin qui: tra i leader della Lazio. Vanja, dopo gli Europei U21 - a cui il laziale non ha preso parte per restare con il club - continua a lavorare per raggiungere il fratello. Un altro obiettivo per inorgoglire mamma e papà: una famiglia dedita allo sport, con una madre stella del basket femminile e un padre giocatore di calcio. I geni paterni devono aver prevalso, ma il sostegno dei genitori è totale: "Sono sempre molto emozionati. Ogni volta che vinciamo sono orgogliosi di noi, specialmente per gli Europei e Mondiali. Ci hanno sempre sostenuto e hanno visto tutte le nostre partite", raccontava Vanja. Figuratevi l'emozione di vedere Sergej rappresentare la prima squadra della Serbia.

FRATELLI PREDESTINATI - Dicevamo: mamma nel basket professionistico, papà nel mondo del pallone. Avrebbero potuto avere altra ragione di vita, i fratelli Milinkovic? E se ormai Sergej è considerato un'atleta di caratura internazionale, in continua ascesa, con i fari di mezza Europa puntati addosso, voci di mercato insistenti e spasimanti ben noti respinti - la posizione del presidente Lotito è chiara e riassumibile nell'espressione romana "nun c'è trippa pe' gatti", nemmeno per la Juventus - Vanja è ancora in rampa di lancio. Tanto ancora c'è da fare e tanto da offrire, ma come il fratello, anche lui farà ben parlare di sé: "A 17 anni, Vanja esordiva già nel campionato serbo, con il Vojvodina. In quella stagione avrebbe disputato quasi una ventina di partite. Predestinato? Sì, lo dicono i fatti. Fin da giovanissimo ha bruciato le tappe. Sono certo che il suo valore emergerà presto. Stupirà tutti anche in Italia, come suo fratello Sergej", assicura l'agente di entrambi, Mateja Kezman. Il centrocampista laziale c'è già riuscito, per questo in patria si guardava con disapprovazione alla mancata convocazione nella Nazionale maggiore. La strada è ancora lunga, Vanja si ispira ad Abbiati - per quella "lucida follia tra i pali", confessava - ma ruba con gli occhi attingendo anche all'esperienza di Sergej. D'altronde, "a volte essere un fratello è ancora meglio che essere un supereroe"

 

Brothers 🚶🚶️

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Brother 😂🤙

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😎🤦‍️

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Odmor moze da pocne! It's showtime!😊🤦‍️

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