FOCUS - Gentiletti e Braafheid: sotto gli occhi di un Olimpico più lieto, va in scena l'esordio perfetto

Pubblicato il 14/9 alle ore 20:30
15.09.2014 07:36 di  Laura Castellani   vedi letture
Fonte: Laura Castellani - Lalaziosiamonoi.it
FOCUS - Gentiletti e Braafheid: sotto gli occhi di un Olimpico più lieto, va in scena l'esordio perfetto

"Non sono stato a badare quali fossero i giocatori nuovi, quali i veterani... ho semplicemente optato per schierare chi mi sembrava più in forma durante gli allenamenti della settimana". Ed eccole, allora: tutte e sei le novità che la brezza estiva ha portato alla Lazio. E Pioli ha finito per disegnare una fisionomia nuova, lampante quando buttiamo un occhio lì, davanti alla porta biancoceleste. Basta-De Vrij-Gentiletti-Braafheid: a dare le spalle a un Berisha (più spettatore dotato di pop corn che  personaggio coinvolto nell'azione), il reparto difensivo che scende all'Olimpico contro il Cesena è munito di una freschezza inedita, un volto completamente trasfigurato rispetto allo scorso campionato. E l'aria che tirava oggi sulla Capitale era anche quella che trascina con sé sorrisi imprevedibili, e a volte anche il felice ricredersi. Non tanto per Basta e De Vrij: non sono loro i debuttanti di oggi. Sia l'olandese che il serbo hanno avuto modo di misurarsi con i tentativi di sfondamento rossonero, a San Siro. Ma se su Dusan grava parte delle responsabilità del primo gol milanista, l'esordio in campionato di Stefan aveva stupito il pubblico. No, purtroppo non come tutti avremmo voluto. Tuttavia, oggi a Roma, sui gradoni dello Stadio Olimpico, c'è chi è stato testimone di una gradita sorpresa: l'esordio ufficiale con l'aquila sul petto di Edson Braafheid e Santiago Gentiletti. Sarà che spesso e volentieri il tifoso biancoceleste si prefigura prospettive più tetre per non smentire mai il proprio proverbiale pessimismo, ma è un dato di fatto che l'affiatamento sia imprescindibile, specialmente in un settore delicato come quello difensivo. Il timore c'era, inutile negarlo. Giustificato, nell'osservare quei quattro giocatori impegnati nella stessa causa da appena un paio di mesi (addirittura meno per i Nazionali). C'era timore anche considerando i problemi emersi nelle ultime due settimane legate a un aspetto più semplicemente logistico: la lingua. Stefan De Vrij lo aveva accusato, questo scoglio rappresentato dal non conoscere l'italiano e potersi esprimere solo in inglese. Santiago Gentiletti invece, dal canto suo, parla lo spagnolo. Insomma, un variegato mix che con lo scorrere dei minuti, però, più che rispolverare alcuni tetri ricordi di una difesa da incubo che ha caratterizzato buona parte dello scorso campionato, ha regalato una lieta sorpresa. Non poteva essere più perfetto l'esordio di Braafheid, su e giù, sulla fascia sinistra, inarrestabile. E Gentiletti, invece? Interpellato poche volte, ma sempre puntuale: sempre pronto e preciso quando la gara chiamava il suo intervento, sempre in grado di giocare sull'anticipo. 

BRAAFHEID - C'è già chi lo ha soprannominato "il vecchio Braafy". Non ci è dato sapere quanto questo renda grato Edson, ma sicuramente il nomignolo fa leva su qualcosa che oggi è trapelato: esperienza. Il coronamento della buona prestazione di oggi dell'olandese è l'assist che porta al primo gol. È lui a cercare Candreva, lui a regalare il cross che il romano concretizza portando al vantaggio laziale. E sono passati 19 minuti. Ma il suo contributo non finisce qui: anche nel raddoppio firmato Parolo c'è lo zampino dell'olandese, nella manovra. Al termine dell'incontro, Braafheid è felice: "L'importante era trovare tre punti, ce l'abbiamo fatta!". Riscattare la vicenda di Milano, in ottica di squadra; riscattare sé stesso, invece, come individualità: la Lazio gli ha offerto una chance dopo le travagliate esperienze con l' Hoffenheim. Quello di oggi è solo il punto da cui partire.

GENTILETTI - Personalità. Certo, chiunque si sapesse muovere nel calcio argentino aveva messo in guardia i più: occhio a Gentiletti, ha la stoffa giusta - oltre che una Coppa Libertadores, che Santiago ha vinto con il San Lorenzo. E oggi, con la Lazio, ha dimostrato senz'altro qualità da leader difensivo. A essere sinceri, più di De Vrij, il gioiello su cui tutti puntavano quando il mercato estivo volgeva inesorabilmente al termine. Ma non c'è da fare una colpa all'ex Feyenoord: l'età sulla carta d'identità e l'esperienza, vuoi o non vuoi, il suo peso ce l'hanno. "L'ho saputo ieri che oggi avrei giocato da subito, ho provato grande entusiasmo, avevo tanta grinta da mettere in campo": beh, che dire, sicuramente il pubblico se n'è accorto. L'esordio di Gentiletti guadagna una soddisfatta sufficienza.   

CONFERME - Sì, ma l'avversaria era il Cesena, direbbe il più diffidente, a ragione. Quasi a domare i facili entusiasmi. È vero, l'ospite romagnola si è presentata in una veste modesta e la Lazio ha saputo dominare una compagine che, dopotutto, avrebbe potuto schiacciare nella propria metà campo senza troppi grattacapi. Ma se da una parte tutti questi aspetti positivi dovranno assolutamente confermarsi con avversari più ostici, dall'altra il ritorno all'Olimpico, con una cornice piena e folta attorno alla squadra e con una difesa capace di evitare particolari e disgraziati tuffi al cuore, è un bel disegno dal quale partire per poter immaginare il campionato che aspetta i Nostri. È una domenica, sono le 15.00, c'è il sole, una Lazio che si fa guardare con piacere, c'è tutta la normalità che ci piace e che ci mancava. Se quello di oggi era un prologo, insomma, lo spettacolo, durante il suo corso, potrebbe suscitare più di un applauso.