FOCUS – Hernanes, un anno dall’addio: un’altra sfida da lanciare alla sua Lazio

Pubblicato ieri alle 11:31
18.12.2014 07:00 di  Laura Castellani   vedi letture
Fonte: Laura Castellani - Lalaziosiamonoi.it
FOCUS – Hernanes, un anno dall’addio: un’altra sfida da lanciare alla sua Lazio
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

"E i mille modi e i tempi, poi le possibilità, le scelte, i cambiamenti, il fato, le necessità", cantava Francesco Guccini. Si potrebbero aggiungere gli incontri, per raccontare la vita. Hernanes questo lo sa bene: ricorda l'incrociarsi di sguardi nell'agosto 2010, l'addio sofferto tre anni e mezzo dopo. Il preludio di una nuovo incontro, l'ultima riga di una pagina da voltare. E forse ritroverà la “sua” Lazio domenica, forse potrà anche scendere in campo, a San Siro. Da quell'addio uggioso, non è la prima volta che i biancocelesti si trovano di fronte il Profeta senza l'aquila, a campeggiare imperiosa sul petto. Ecco di nuovo la Lazio, ecco di nuovo Hernanes, quasi un anno dopo quella decisione presa tra le lacrime. I video rimbalzarono sul web, i tifosi reagirono prima implorando, poi seguendo il pianto del brasiliano. Il colpo definitivo, la stilettata dritta al cuore arriva con l'ufficialità, Hernanes dice addio. "Dopo tre anni e mezzo alla Lazio ho capito che non sarebbe stato più possibile ambire a grandi obiettivi". Parole che durante la scorsa stagione, un limbo di bersagli sistematicamente mancati, suonavano tanto banali e ovvie quanto capaci di ravvivare la bruciante scottatura appena inferta. Tornò tante volte sull'argomento, Hernanes. Specialmente per quella preghiera, quelle parole ripetute come un mantra, una speranza, una disperazione calcistica sincera: "non te ne andare, non te ne andare". Il verde-oro non se le aspettava.

IL CLASSICO CHE NON MUORE MAI - Il gol dell'ex, come sbagliarsi. Una presenza scomoda, una personalità inelegante pronta a invitarsi autonomamente a presenziare le tue domeniche. In realtà, in questo caso, si trattava di un sabato sera. E se Hernanes non si aspettava di accendere la miccia di un'intifada a Villa San Sebastiano, dopo la cessione, noi, lo scorso 10 maggio, quasi che ce lo aspettavamo il gol, da un momento all'altro. Pessimismo che chiama la proverbiale pioggia sul bagnato, la rete del Profeta arriva al 79esimo minuto, in quella serata dedicata a Zanetti. L’atto finale della carriera di Javier racconta di un 4-1 ai danni della truppa capitanata dal ritrovato Reja. E a sorprendere Berisha per la quarta volta, è proprio il Profeta. Ma l'ex laziale non esulta, non può farlo. Qualche tempo dopo racconterà a Sky Sport: "Avevo già deciso di non esultare se avessi segnato contro la Lazio. E‘ stato difficile non farlo perché era un gol importante, per me e anche per la festa d’addio di Zanetti”. Un gol importante, il secondo con la maglia interista, dopo quello rifilato a Livorno. Anche se è una freccia scoccata mirando a quei colori così familiari. Una rete che, dopotutto, è comunque un sospiro di sollievo. Perché l'Hernanes che veste nerazzurro non sembra lo stesso che regalava prodezze alla Lazio. E la volontà di stupire, di convincere, è una costante per il brasiliano all’Inter, tanto più dopo l’approdo del Mancio in panchina. Se a Roma il suo nome è annoverato tra i centrocampisti più prolifici sulla sponda biancoceleste, a Milano, invece, Hernanes è sulle orme di sé stesso, alla ricerca della condizione fisica e della prestazione impeccabile.

UN ANNO DOPO – Lo scorso novembre, quando scacciava le ombre del passato, ma soprattutto dell'avvenire, Hernanes spiegava di non aver lasciato la Lazio mosso dalle critiche che si addensavano intorno a lui, provocate dalle sue ultime sortite in biancoceleste. Ma soprattutto ribadiva il suo manifesto programmatico: "La cosa importante è che durante la mia permanenza nella Lazio abbia lasciato il segno. Questo è ciò che voglio fare anche all'Inter". Un anno dopo, l’Inter deve rendere conto di un avvio di campionato sofferente, ma soprattutto il fantasista deve guardare da lontano la “sua” Lazio, che seppure dopo qualche scivolone, e sotto il peso di parecchi infortuni, è solo all’inizio di questa corsa all’Europa. Una galoppata senz’altro più agile di quella interista, almeno finora, i biancocelesti si portano a sei punti di vantaggio rispetto ai milanesi. Ridimensionare gli obiettivi? Forse no: Mancini ha raccolto i nerazzurri allo sbando e vuole pensare le cose in grande. Al centro dei suoi disegni c’è lui, l’acquisto più costoso dell’era Thohir. E difatti, a proposito delle voci che si susseguono in questi giorni riguardo un possibile ritorno al San Paolo a gennaio per l’ex laziale, sono prima l’agente e poi il tecnico a metterci una pietra sopra, come svela fcinternews.it. Il brasiliano non parte, rivestito della fiducia di chi confida tornerà ai vecchi fasti esibiti nella Città Eterna. Perché se lo stralcio della scorsa stagione non ha regalato entusiasmi sconvolgenti al popolo del Meazza, la stagione in corso è ancora più tribolata per il centrocampista di Recife. Undici presenze collezionate, due reti in questi primi tre mesi, una all’Atalanta e una al Napoli, importantissima per agguantare il pareggio contro i partenopei. Un disturbo al ginocchio prima, un altro all'adduttore poi, a costringerlo lungamente ai box. Ma l’ex San Paolo è tornato ad allenarsi in gruppo. Il campo? Non sembra essere poi così lontano. Hernanes si sente bene, e ieri cinguettava su twitter: "Dopo qualche giorno di stop tornato oggi a pieno con la squadra! Più fast and furious che mai!! Forza Inter sempre!". Si aspettano gli ultimi controlli per tirare le somme, e valutare se sia o meno arruolabile nella sfida contro la sua ex squadra, che domenica approderà a Milano con l’unico intento di arpionare l’intero bottino e non fermarsi nemmeno un secondo. Sì, perché il ritorno di Hernanes pare prossimo, e il destino sembra abbia scelto che anche in questo caso i biancocelesti giochino un ruolo da protagonista. Un anno dopo l’addio, eccolo un nuovo incontro, tra cambiamenti e fato: un’altra sfida da lanciare alla Lazio, per scrivere un nuovo atto di questa storia. 

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