FOCUS - La rabbia dei leader e la fame dei gregari: ecco la ricetta per affrontare il derby

Pubblicato ieri alle 16:00
03.04.2017 07:30 di  Lalaziosiamonoi Redazione   vedi letture
Fonte: Valerio De Benedetti - Lalaziosiamonoi.it
FOCUS - La rabbia dei leader e la fame dei gregari: ecco la ricetta per affrontare il derby

Chi vive a Roma lo sa, ormai si è abituati. Di derby si parla già da settimane. Difficile evitare l’argomento se si è nati nella Capitale. Basta passeggiare per le infinite vie della Città Eterna per rendersene conto. Il Tevere che traccia un solco profondo e divide in due la città sembra essere parte integrante di questo quadro dipinto per l’occasione. Da una parte la strafottenza del tifoso giallorosso, dall’altra la scaramanzia di quello biancoceleste. Uno scontro di valori in campo e sugli spalti. Due mondi così distanti, abituati a convivere insieme. C’è aria di derby, e si respira ovunque. Lo senti addosso, e in molti stanno già facendo il conto alla rovescia, pensando a quando l’arbitro metterà in bocca il fischietto e darà il via allo spettacolo. Non c’è tempo per parlare dell’ennesima impresa dei ragazzi di Inzaghi ieri al Mapei Stadium, e nemmeno della vittoria in scioltezza (seppur con qualche aiuto iniziale) della Roma contro l’Empoli all’Olimpico. Un Olimpico che per l’occasione sfoggerà il suo abito migliore, senza più barriere o spaccature. In 50mila per quella che si candida a diventare la partita più importante dell’anno per entrambe le squadre, la sfida generazionale fra il baldo Inzaghi da una parte, e l’esperto Spalletti dall’altra.

COME SI AFFRONTA - In ballo stavolta, non c’è soltanto l’onore cittadino, ma anche una finale di Coppa Italia da conquistare. La Lazio parte da un buon risultato nella gara d’andata, questo sì, ma è un vantaggio deleterio se si pensa di avere già in tasca la qualificazione. E la storia insegna, che un derby può cambiare da un momento all’altro, anche a pochi secondi dalla fine. Rispetto ai primi 90 minuti, sarà una gara completamente diversa. Davanti una Roma ferita, lontana dal primo posto in campionato, fatta fuori in Europa League dal Lione, costretta a buttarsi in avanti e pronta a lottare sul campo per ribaltare la situazione. Un clima assordante in una serata che si prospetta calda e intensa. Ci vorrà la migliore Lazio, ma soprattutto ci vorrà impegno, sudore e sacrifici. Una squadra battagliera pronta a spendere ogni briciolo di energia sul campo. Ci vorrà grinta, coraggio, la voglia di portare a casa un risultato che potrebbe diventare storico. Rabbia - quella agonistica naturalmente - perché di quella violenta ci siamo stancati e ne abbiamo già abbastanza. Un po’ come quella di Almeyda, quando fece sentire  a Delvecchio i tacchetti, per poi placare la sua reazione con un duro testa a testa. O quella di Di Canio, esultante per due volte sotto la Curva Sud con aria di sfida. Tanto per scomodare qualche personaggio che della Lazio ha scritto la storia.


Servirà la rabbia degli operai, quelli silenziosi ma che si fanno sentire al momento giusto. Quella dei gregari che in campo vedi poco, ma che i compagni sentono tanto. Che non si fanno notare per una bella giocata ma per una palla recuperata. Come quella di Brocchi, pronto a far abbassare la cresta ad un giovane e indisciplinato Menez, o quella di Radu, che in un derby di qualche anno fa, ebbe il coraggio di andare a muso duro contro tutti gli avversari. Inzaghi lo sa bene, sta lavorando anche sotto questo aspetto, e i cambi di Sassuolo rispecchiano un po’ anche questa sua tendenza. Non vuole giocatori spenti o assenti anche se solo a tratti, non vuole cali di tensione o concentrazione. Il derby si vince così, insieme, uniti, con il gruppo. Altrimenti si rischia di diventare naufraghi di una tempesta senza fine. È questa la ricetta giusta per affrontare il derby. Per adesso non rimane che iniziare il conto alla rovescia, per chi non l’abbia già fatto. C’è aria di stracittadina, e si sente forte nella Capitale.