FOCUS - Lazio furiosa con gli arbitri: a Empoli altra direzione da incubo, ecco le partite incriminate

Pubblicato il 29/11 alle ore 22:24
30.11.2015 07:22 di  Marco Valerio Bava  Twitter:    vedi letture
Fonte: MarcoValerio Bava-Lalaziosiamonoi.it
FOCUS - Lazio furiosa con gli arbitri: a Empoli altra direzione da incubo, ecco le partite incriminate
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© foto di Federico Gaetano

Una stagione maledetta, disgraziata, nera nei numeri, impietosi e dal forte sapore di fallimento, e pure negli episodi che in più di un’occasione hanno mostrato il pollice verso alla squadra di Pioli. La Lazio si lamenta, è rabbiosa nei confronti di Paolo Fabbri, fischietto di Ravenna che –al suo primo incrocio coi biancocelesti- ha sbagliato in almeno quattro occasioni, errori sempre a danno della Lazio, danneggiata e furiosa con l’arbitro che, al netto degli errori di Mauricio e compagni, ha lasciato il segno sul match del “Castellani”. La Lazio non ci sta, non è la prima volta che accade, gli errori della squadra arbitrale stanno diventando tanti, si parte da Verona e si arriva a Empoli, ma in mezzo ci sono almeno altre tre partite cariche di episodi infelici. Ha ringhiato Tare nel post partita, Pioli si è espresso in modo più pacato ma ugualmente amaro. Recrimina la Lazio, i due gol annullati a Klose sono la punta di un iceberg composto pure dal rigore non concesso per il fallo di mano di Tonelli su cross di Matri e dal mancato rosso a Livaja nel primo tempo. Quattro episodi pesanti, che hanno influenzato in modo netto l’ennesima sconfitta esterna della Lazio. Tare e Pioli hanno protestato a mezzo stampa, non è escluso che Lotito faccia sentire la propria voce nelle sedi istituzionali, serve un’inversione di marcia anche in questo senso. La Lazio sta pagando un prezzo altissimo a causa delle sviste arbitrali, il club è convinto di essere stato privato di almeno 5-6 punti in classifica, per colpa di fischietti disattenti o poco sereni nei confronti dei colori biancocelesti. Punti che renderebbero meno amara la graduatoria della Lazio, rendendola anzi interessante. Ovvio, se la Lazio viaggia a metà classifica, più vicina alla zona retrocessione che a quella Champions, non può essere solo colpa di arbitraggi rivedibili, ma a Formello sono dell’idea che con direzioni di gara più precise ora Pioli si troverebbe tra il quarto e il quinto posto, staccata ma non lontanissima da quella terza piazza che era obiettivo sbandierato di inizio stagione. Sensazioni amare, d’impotenza, di rabbia figlia di risultati negativi e situazioni dubbie che cominciano a diventare una costante. La Lazio non ci sta, è pronta a farsi sentire per bloccare un scia di episodi preoccupante, logorante per una classifica già deficitaria e un morale mai così a terra.  

VERONA-LAZIO – La Lazio vince la sua unica gara in trasferta, l’arbitro è Giacomelli di Trieste e gli episodi controversi sono già due dopo neanche 10’ di gioco. Al 4’ la Lazio segna con Djordjevic su azione d’angolo, ma il direttore di gara fischia per un presunto fallo di Gentiletti su Souprayen, in realtà a commettere l’infrazione è il terzino francese che strattona vistosamente il 18 laziale. Fosse stato fallo, dunque, sarebbe stato rigore per la Lazio e non punizione per l’Hellas. Dopo tre minuti, Felipe Anderson s’invola verso l’area gialloblu, penetra negli ultimi sedici metri quando viene trattenuto e steso da Helander. Ci stavano rigore per i biancocelesti ed espulsione per il difensore svedese. Per Giacomelli, invece, è tutto regolare. Il Verona segna, ma prima che Helander ribadisca in gol, Jankovic compie un blocco irregolare su Marchetti impedendogli la parata, la rete era dunque da annullare. Nella ripresa, Sala entra in modo scomposto su Keita, rigore sacrosanto, manca l’ammonizione per il difensore veronese che, nel primo tempo, andava sanzionato col giallo per un calcio a palla lontana rifilato a Kishna.

SASSUOLO-LAZIO – Neanche sette minuti di gioco e Marco Guida, arbitro della sezione di Torre Annunziata, fischia calcio di rigore per i neroverdi. Dagli sviluppi di un cross da sinistra, Paolo Cannavaro controlla il pallone, tenta il dribbling su Lulic e cade dopo un paio di secondi. Guida si consulta con l’addizionale e decreta un penalty inesistente. Le immagini scagionano Lulic , dimostrando che non c’è contatto tra la sua gamba e quella di Cannavaro. Il difensore ex Napoli andava ammonito per simulazione. Mentre a beccarsi il giallo è il 19 della Lazio. Sorte beffarda per l’eroe del 26 maggio e pure per Danilo Cataldi che, nel finale di gara, viene espulso per doppia ammonizione a causa di un contrasto con Magnanelli. Guida vede una gomitata di Cataldi al volto del capitano del Sassuolo, mentre il giovane centrocampista va sì addosso all’avversario, ma senza nessuna cattiveria, tenendo le braccia basse. Non c’è gomitata, non c’era il secondo giallo e quindi l’espulsione.

ATALANTA-LAZIO – A dirigere è Irrati di Pistoia. Due episodi da segnalare. L’Atalanta pareggia al 69’, Masiello crossa da destra per Gomez che va a contrasto aereo con Candreva. Il folletto argentino spinge l’esterno laziale mandandolo fuori tempo e arrivando così sul pallone per primo, per poi crossare forte e provocare l’autogol di Basta. La spinta è leggera, ma decisiva, andava fischiato fallo e fermata l’azione. Masiello commette due falli da ammonizione su Felipe Anderson, ma viene sanzionato col cartellino giallo solo in occasione del primo contrasto.

ROMA-LAZIO – Minuto numero nove, la partita gira subito, Tagliavento prende un abbaglio e affossa la Lazio. Dzeko anticipa Gentiletti che, in ritardo, tocca il bosniaco. Fallo netto, ma fuori area. Il fischietto di Terni, invece, decreta un rigore contestatissimo dai giocatori della Lazio. L’intervento di Gentiletti avviene almeno mezzo metro fuori dall’area laziale, rigore inesistente e altro episodio che va a danneggiare la Lazio.

EMPOLI-LAZIO – Nel primo tempo è Marko Livaja a prendersi la scena. In quattro minuti prima entra da dietro su Biglia a metà campo, poi stende Hoedt con un altro duro intervento da tergo. Entrambi sono da giallo, sia per dinamica che per pericolosità, ma Paolo Fabbri da Ravenna estrae solo una volta il cartellino graziando Livaja e l’Empoli che sarebbe rimasto in dieci al 32’. Un minuto dopo, Tonelli colpisce Djordjevic col gomito altissimo provocando un’ampia ferita lacero-contusa alla testa del serbo. Fabbri estrae il giallo, ma poteva starci il rosso diretto. Al 66’ Klose va in scivolata, tocca il pallone conteso anche da Skorupski e segna. L’arbitro annulla per carica del tedesco sul portiere polacco, ma non appare chiaro se l’ex estremo difensore della Roma abbia entrambe le mani sul pallone, conditio sine qua non per fischiare fallo. Restano molti dubbi. All’82’ Matri si allarga sulla sinistra e crossa, Tonelli tocca con il braccio e devia il pallone in angolo. La distanza è ravvicinata? Sì, ma il braccio dell’empolese non è aderente al corpo, aumentandone il volume e impedendo alla giocata di Matri di andare a termine. Ci stava il rigore. L’errore più clamoroso, però, si materializza nel finale. Minuto numero ottantasette, Klose segna ancora, ma è ancora stoppato dal quintetto arbitrale. Matri e Tonelli si contendono il pallone (l’ultimo a toccare sembrerebbe il difensore dell’Empoli) che arriva a Klose che, in spaccata, segna il gol dell’1-1. Vivenzi sbandiera un fuorigioco che non c’è, perché Klose è in linea con Laurini e l’ultimo a toccare il pallone pare essere Tonelli annullando quindi anche un’eventuale posizione irregolare. Errore pesante che impedisce alla Lazio di raggiungere il pareggio.