FOCUS - Parolo, Biglia e la punta dell'iceberg: la Lazio è la più fragile della Serie A

Pubblicato il 12 ottobre alle ore 19.56
13.10.2015 07:30 di Marco Valerio Bava Twitter:    vedi letture
Fonte: MarcoValerio Bava-Lalaziosiamonoi.it
FOCUS - Parolo, Biglia e la punta dell'iceberg: la Lazio è la più fragile della Serie A
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© foto di Federico Gaetano

E' un problema, sta diventando una pericolosa costante e -come in passato- rischia di condizionare pesantemente la stagione della Lazio. Nessuno patisce infortuni come la truppa biancoceleste, i numeri sono impietosi, confermano che c'è più di qualcosa che non va. In 24 ore, Pioli ha perso Biglia e Parolo: addio centrocampo titolare per più di un mese. L'argentino, riferisce la Federcalcio argentina, ha accusato una lesione di I grado al muscolo pettineo, è una zona insidiosa, andrà trattata con cautela, ma tutto lascia pensare che il regista possa rientrare prima di 15 giorni. Parolo, invece, soffre per una lesione tra il I e il II grado alla coscia sinistra, quasi impossibile immaginarlo disponibile per il derby dell'8 novembre. Una mazzata per Pioli che, dopo la vittoria sul Frosinone, pensava di aver superato l'emergenza e poter quindi affrontare il secondo tour de force stagionale con tutta la rosa a disposizione. In otto giorni, invece, oltre alle due colonne di centrocampo, si è fermato pure Djordjevic, anche lui per una lesione muscolare alla coscia. Ne avrà per 40 giorni. Non c'è pace per la Lazio; Klose e DeVrij sono vicini al rientro, ma il bollettino medico continua a riferire brutte notizie. Sono 14 gli infortuni accusati dai giocatori laziali dal ritiro di Auronzo a oggi. Quattordici stop in tre mesi, cinque dei quali superiori alle quattro settimane. Stop dilatati che dunque, hanno privato la Lazio di chiave come (in ordine cronologico) Djordjevic, Klose, Biglia, De Vrij e Parolo, per quasi tutto l'avvio di stagione. E' un record negativo, nessuno in Serie A ha dovuto fare i conti con la malasorte come Pioli. La Juve -seconda in questa nefasta classifica- è ferma a 12 infortuni. Seguono Torino (10), Roma (8), Hellas Verona, Inter e Genoa a quota 7.

Solo un caso che le due squadre più tartassate dagli infortuni siano quelle che sono volate a Shanghai per giocare la Supercoppa? Difficile crederlo. La finale dell'8 agosto si disputò su un terreno infame, in un clima proibitivo (umidità altissima e temperature che sfioravano i 35°), dopo soli 20 giorni di preparazione. Fu Klose a denunciare, per primo, quanto controproducente fosse stata la spedizione cinese e proprio Miro è stato uno dei primi a fermarsi, il suo è stato anche l'infortunio più grave: lesione di II grado al flessore della coscia sinistra e due mesi ai box. La questione infortuni, a Formello, tiene banco da diverse stagioni. Non è una novità. Vero, però, che mai come quest'anno, gli incidenti stanno colpendo con disarmante regolarità. Problemi muscolari in primis: su quattordici infortuni, nove hanno questa origine, solo cinque sono di natura traumatica. Biglia è al secondo infortunio in un mese e mezzo. Era rientrato a Verona dopo un mese lontano dai campi, ha giocato quattro partite in dieci giorni, ha sovraccaricato una muscolatura poco allenata, ancora imballata, lo stop non sospende poi così tanto. Parolo è stato il più utilizzato nell'avvio di stagione della Lazio, era quello che aveva più minuti nelle gambe, Conte non lo ha risparmiato nemmeno a Baku, i muscoli dell'ex Parma hanno alzato bandiera bianca. Discorso simile per De Vrij: il difensore si era operato di ernia inguinale a inizio giugno, a Shanghai scese in campo con solo una manciata di allenamenti nelle gambe, poi partite in serie senza riuscire a ritrovare mai la miglior condizione, prima dello stop in nazionale di inizio settembre. Il ginocchio si è infiammato, ha ceduto al grande sforzo raccolto in poche settimane, Pioli spera di riabbracciarlo a Sassuolo dopo averne fatto a meno per un mese e mezzo. I tifosi si lamentano, si domandano il perché di tante peripezie. Nel mirino c'è soprattutto la gestione estiva degli impegni: forse il ritiro di Auronzo poteva durare qualche giorno in più e quei dieci giorni intercorsi tra il rientro dal ritiro e la partenza per la Cina possono aver causato qualche scompenso nella preparazione della squadra che, a Roma, doveva fare i conti con temperature infernali. Una gestione rivedibile e una partenza di stagione fitta di impegni, il mix è stato letale, la Lazio sta pagando un dazio incredibile, nessuno si aspettava una serie d'infortuni simile. Da domenica, poi, comincia un altro tour de force: dal Sassuolo al derby, 20 giorni senza fermarsi mai. Ma soprattutto senza Biglia e Parolo. Faro e colonna portante del centrocampo della Lazio.