FOCUS - Parolo tutto cuore, polmoni e gol: la notte da capitano baciata ancora dall'Europa

Pubblicato il 15/09 alle 10:08
16.09.2017 06:50 di  Laura Castellani   vedi letture
Fonte: Laura Castellani - Lalaziosiamonoi.it
FOCUS - Parolo tutto cuore, polmoni e gol: la notte da capitano baciata ancora dall'Europa

La nottata degli esordi. Non per lui, non per Marco Parolo. Chiedetegli della sua prima in Europa e il nastro si riavvolgerà, fino a tornare al 2015. L'aria della competizione europea da respirare per la prima volta nelle qualificazioni di Champions, poi l'Europa League e quei tre gol, siglati contro Dnipro, Galatasaray e Sparta Praga. L'esordio a trent'anni, per chi non si è mai dato per vinto, ha continuato a lavorare sodo e aspettare. Due anni dopo, poi, il debutto stagionale con la fascia sul braccio. Eterno motore di una Lazio che non molla, marcatore, ieri sera anche capitano. 

LEADER - "Mi scocciava perdere la prima partita da capitano". Detto, fatto: è lui a reindirizzare una partita che rischiava di avere tutt'altro esito. Se non c'è Lulic, c'è Parolo. Leader benvoluto nello spogliatoio, uomo di esperienza, mai una parola fuori posto ma senza risparmiarsi analisi lucide e oggettive ai microfoni dei cronisti. Un esempio? I commenti dopo quel Lazio-Chievo dello scorso gennaio, quando sembrava per un attimo che il giocattolo perfetto di Inzaghi stesse dando segni di cedimento. Nonostante la bella prestazione i biancocelesti finivano beffati: "Dovevamo dare un segnale, sfido chiunque a negare ci sia stata la prestazione. Poi, chi vuole interpretare questa sconfitta come una crisi faccia pure". Parolo che va dritto per la sua strada e difende senza indugio i compagni. Ma anche il mister, nel quale ripone assoluta fiducia. 

IL PILASTRO DI INZAGHINO - Questione di fiducia, dicevamo. Inzaghi ricambia appieno: dalla manifestazione più evidente, i galloni di vice capitano, al suo ruolo di imprescindibile in campo. D'altronde, Il centrocampista è uno di quelli che più si danna sul manto erboso. Per dire: lo scorso gennaio, avrebbe conquistato il record di calciatore della serie A con più chilometri percorsi nell'anno precedente. Erano 11.667, per la precisione. Un presenza fissa, a volte silenziosa. Ma Parolo c'è sempre: lo scorso anno si ferma solo per scontare una squalifica e nelle ultime sfide, perse contro Inter e Crotone, a causa di un infortunio al ginocchio. E' uno dei pochi che ha resistito ieri sera all'ampio turnover, complice la squalifica che lo fermerà contro il Genoa. Il tecnico della Lazio coglie la - sfortunata - palla al balzo e basa su di lui una squadra dalla fisionomia completamente diversa rispetto a quella vista contro il Milan. Tra i migliori del primo tempo, decisivo per l'economia della gara nella ripresa. Ieri era ovunque, sul campo del Gelredome. Chissà se la sfida avesse avuto un esito differente e la sua fosse stata solo l'ennesima presenza dispendiosa, di cuore. Ancora una volta avremmo commesso il torto di non dedicargli almeno un riflettore.

PAROLO FORMATO EUROPA - E invece, gran botta di sinistro al volo: "Il gol mi è piaciuto, è stato molto bello". Prima rete in Europa League per questa stagione. "Mi sono sbloccato, l'Europa mi porta bene", commenta ripensandoci. Come dargli torto: nelle ultime 7 sfide della competizione europea a cui la Lazio ha partecipato, il centrocampista di Gallarate ha segnato 4 reti. In totale, in Europa League, ha una media di un gol ogni due partite. Nessuno più di lui in casa Lazio, Djordjevic lo aveva eguagliato. Mica male per un centrocampista. D'altronde, il gol per lui è tutt'altro che l'eccezione: 11 reti nella prima stagione alla Lazio, meno prolifico l'anno successivo (solo 3 gol), per poi tornare a migliorarsi l'anno scorso (5 reti). Riuscendo, tra l'altro, a raggiungere Miro Klose, ultimo giocatore biancoceleste ad aver siglato 4 gol in una partita. Parolo c'era riuscito contro il Pescara. Ora si torna al campionato, il fedele di Inzaghi vuole esultare ancora. "Magari contro il Napoli". Dopo novanta minuti lontano dal campo, perché aspettare ancora.