FOCUS - Quando l'Olimpico intero si inchinò a re Miro: la leggenda tedesca un anno dopo il Klose Day

Pubblicato il 15/05 alle ore 17:20
16.05.2017 07:23 di  Laura Castellani   vedi letture
Fonte: Laura Castellani - Lalaziosiamonoi.it
FOCUS - Quando l'Olimpico intero si inchinò a re Miro: la leggenda tedesca un anno dopo il Klose Day
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© foto di Federico Gaetano

"Danke Miro". Accadeva precisamente un anno fa: il popolo biancoceleste rivolgeva queste due semplici parole a Miroslav Klose. Cinque anni alla Lazio, 139 presenze e 54 gol in Serie A. Poi, il momento di dirsi addio. All'Olimpico si disputava l'ultima partita di campionato, un Lazio-Fiorentina. E' anche l'ultima del centravanti tedesco, che lascerà la Capitale al termine della stagione. Una serata - nella quale, tra l'altro, Miro segnerà dal dischetto salutando Roma nel modo che conosceva meglio - di cui parlò la stampa di tutto il mondo. Quella in cui una leggenda della sfera di cuoio congedava la Capitale e - come si scoprirà il novembre successivo - definitivamente il calcio giocato.

 

Il popolo biancoceleste è qui per te, Miro. #DankeMiro #KloseDay

Un post condiviso da S.S.Lazio (@official_sslazio) in data: 15 Mag 2016 alle ore 12:33 PDT

IL GIRO DEL MONDO - I tifosi presenti allo stadio incorniciavano ogni suo gol con l'aquila sul petto e ringraziavano re Miro. In Germania il Die Welt titolava: "L'emozionante addio di Miro Klose alla Lazio"; il Kicker scriveva: "La Lazio si inchina di fronte a Klose". Anche il brasiliano Globoesporte.com fotografava questo momento storico: "Addio Klose: il tedesco saluta la Lazio con un gol, nella sconfitta con la Fiorentina". Il quotidiano teutonico raccontava una serata da brividi: "Dopo cinque anni, Miroslav Klose ha dato l'addio alla squadra romana e un intero stadio si è inchinato di fronte a lui. I tifosi celebrano Klose: ancora echeggiano i cori "Miro, Miro, Miro", per lo Stadio Olimpico. Il campione del mondo disputa la sua ultima partita con la Lazio, che ha congedato con emozione". Quella sera, Miro Klose avrebbe definitivamente chiuso un capitolo della sua vita durato 19 anni. 

VITA NUOVA - Addio alla Lazio, certo. Ma se non fosse ancora arrivato il momento di appendere gli scarpini al chiodo? Dopo aver lasciato la Capitale in maniera controversa - le dichiarazioni di re Miro lasciavano intendere che la dirigenza non ci avesse nemmeno provato a trattenerlo; d'altra parte, invece, il club spiegava come Klose avesse già deciso di fare ritorno in patria rifiutando l'offerta di rinnovo in due occasioni - le ipotesi al vaglio non escludono di continuare a scalpicciare un campo di calcio. Si parlava di Eintracht Francoforte, di un futuro in Cina, di restare in Serie A con il Napoli se non addirittura di un clamoroso ritorno al Bayern Monaco. D'altronde, Miro sta bene: "avrei avuto ancora due anni nelle gambe", spiega. Quando ormai, però, la decisione è stata già presa.

 

Torniamo a dare un'occhiata nello spogliatoio dei biancocelesti #KloseDay

Un post condiviso da S.S.Lazio (@official_sslazio) in data: 15 Mag 2016 alle ore 15:05 PDT

VIA GLI SCARPINI - "La mia famiglia voleva finalmente sentirsi a casa, ho esaudito questo desiderio e sono felice di riuscire finalmente a godermela come avrei sempre voluto. Ho scelto il momento migliore per smettere". Nessun rimpianto, un capitolo chiuso e un altro nuovo da scrivere: l'ingresso nella federazione tedesca, l'affiancamento a Joachim Löw per accumulare esperienza e pratica prima di diventare allenatore. "In Nazionale ho festeggiato i miei più grandi successi. È stato un bellissimo periodo che non dimenticherò mai. Per questo sono contento di tornare a far parte della federazione tedesca". Un ritorno a casa, in un'attualità che lo vede affiancato al ct tedesco, oppure impegnato tra un ritiro giovanile e l'altro.

L'ESEMPIO DEL CAMPIONE -  Fortunati quei ragazzi che possono ascoltare con le proprie orecchie il segreto di uno che ha disputato il primo Mondiale nel 2002 e l'ultimo dodici anni dopo. Umiltà e un talento infinito da annaffiare: "Nella mia carriera l'ho capito alla fine, ma è un punto su cui voglio insistere, soprattutto per i ragazzi giovani. Non vi accomodate sul vostro talento, cercate sempre di migliorare". Un esempio sul campo, un esempio di uomo. Quando ormai il calcio giocato è capitolo chiuso, Klose ha raccontato cosa contava davvero per lui, tornando su quel non-gol segnato al Napoli, che Miro si fece annullare ammettendo di aver colpito la palla con la mano: "Per me è sempre stato più importante incontrare qualche ragazzino o bambino che mi dicesse di aver trovato straordinario e di esempio un gesto del genere, piuttosto che qualche elogio per un bel gol segnato". Miro Klose guarderà il campo da una nuova prospettiva: una decisione categorica, un dono elargito a quei giovani che continueranno a imparare attingendo da una leggenda. Una di quelle che molto ha insegnato anche sulle rive del Tevere, indossando l'aquila della Lazio.