FOCUS - Sasso, carta, sforbiciata: la morra cinese di Rossi per conquistare la prima squadra

Pubblicato ieri alle 12:00
06.08.2018 07:07 di  Annalisa Cesaretti  Twitter:    vedi letture
Fonte: Annalisa Cesaretti - Lalaziosiamonoi.it
FOCUS - Sasso, carta, sforbiciata: la morra cinese di Rossi per conquistare la prima squadra
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© foto di Federico Gaetano

Sasso, carta, forbici. Avete mai pensato che l’ordine potrebbe non essere casuale? Nella morra cinese come nel calcio, per esempio, la sforbiciata può rivelarsi la scelta migliore per la mossa finale. Quando la difesa avversaria si distende – come le dita di una mano che imitano la carta – Alessandro Rossi taglia la rete in rovesciata. Dà le spalle alla porta, spinge indietro la schiena e con uno scatto alza le gambe verso il cielo. Si dà la spinta con la destra, tira su la sinistra e scatta come le lame di un paio di forbici. L'ha fatto durante la scorsa stagione con la maglia della Salernitana e l'ha riproposto con l'aquila sul petto nell'amichevole del 18 luglio contro l'Auronzo. Quest'ultima rovesciata ha ribaltato anche un destino che sembrava ormai segnato. E le forbici, prima di tagliarle, hanno cambiato le carte in tavola. Come quando, già in viaggio verso il Lucerna, Rossi ha fatto ritorno tra le Dolomiti per continuare il ritiro con la squadra che - come ha ricordato il suo agente Di Campli - "per Alessandro è una seconda pelle". Ora per il classe '97 "restare e affermarsi a Roma è una missione". Nulla gli impedisce di ambire al ruolo di vice Immobile: Simone Inzaghi lo tiene in considerazione. E anche il corso degli eventi va a suo favore. Per l'attacco Wesley e Perez sono idee ormai lontane e le prestazioni di Caicedo - soprattutto l'ultima contro l'Arsenal - non convincono. Questo è il momento giusto per tornare a rischiare: sasso, carta e soprattutto forbici. Ecco come funziona la morra cinese di Rossi.

IL SASSO SPUNTA LE FORBICI – Tutti partono dal sasso. “Mor-ra-ci-ne-se”: neanche il tempo di finire la cantilena che subito la mano si stringe in un pugno. Lo rivelano gli studi condotti dagli psicologi nel corso degli anni. E poi ne dà conferma Bart Simpson: “Il caro vecchio sasso non lo batte nessuno”. Forse succede perché dà un’idea di solidità, quindi di certezza. È la scelta di chi ha più senno, di chi non vuole rischiare, di chi agli azzardi preferisce l’impegno costante. Come ha fatto Rossi dall’inizio della sua carriera. Ha cominciato scegliendo la squadra del nonno, quella che porta nel cuore, garantendosi la certezza che proprio con quest’ultimo avrebbe agito. E così è stato. Negli anni trascorsi nel settore giovanile della Lazio ha fatto faville. Nella stagione (2015-2016) disputata in Primavera A ha conquistato la fama di piccolo bomber biancoceleste grazie alle 24 reti collezionate nell’arco del campionato. In quel periodo iniziò ad esercitarsi con l’acrobazia che lo avrebbe contraddistinto. Proprio per quelle sforbiciate e rovesciate Simone Inzaghi iniziò a soprannominarlo Holly (dal cartone animato Holly e Benji).

LA CARTA AVVOLGE IL SASSO – In Cina, nell’università di Zhejiang, dalle ricerche condotte da alcuni psicologi è emerso che dopo il sasso viene quasi sempre la carta. Questo perché i più optano per “l’arma” che vince su quella “tirata” nel turno precedente. Basta rifletterci un po’ su per capire che è una scelta, anche questa volta, ragionata. La logica vuole che si proceda per gradi, senza mai abbassare la guardia, tendendo sempre bene a mente l’obiettivo finale. E la carta che avvolge il sasso contiene i risultati del primo anno che Rossi ha vissuto nel calcio “dei grandi”, quello tra le fila della Salernitana. E per capirne il valore oseremo un confronto. Correva la stagione 2010-2011 e un Ciro Immobile ventunenne si faceva conoscere in B prima con la maglia della Robur Siena e poi con quella del Grosseto. Il bomber biancoceleste, che all’epoca aveva la stessa età di Rossi, disputò in tutto 24 partite, realizzando 5 reti. Nella stagione appena trascorsa con la squadra campana, Rossi ha collezionato 27 presenze e 3 gol. I numeri, che sanno convincere più delle parole, lasciano ben sperare per il futuro dell’attaccante di Viterbo.

LE FORBICI TAGLIANO LA CARTA – Delle tre reti siglate dal classe ’97 con i granata quella messa a segno contro il Bari il 4 novembre scorso ha permesso a Rossi di far sì che si tornasse a parlare di lui e delle sue prodezze. Fu quello il momento giusto per osare. Anche qui, si tenta con l’arma che batte la precedente. Dopo la carta, le forbici. Da prodezza la rovesciata è entrata a far parte a tutti gli effetti del suo stile. Da quel momento Rossi ha attirato di nuovo l’attenzione su di sé e anche gli occhi di Inzaghi sono tornati a osservarlo con molto interesse. E conclusa l’avventura con la Salernitana l’attaccante ha fatto ritorno a Formello. Poi da lì è partito con la squadra alla volta di Auronzo, per il primo ritiro estivo. Sul campo dello Zandegiacomo ha approfittato di ognuna delle amichevoli per mostrare quanto la stagione in Serie B gli abbia fatto bene. Ha sfoderato solamente le forbici. Sempre. Ha tentato di nuovo di sorprendere la difese avversarie con le sue rovesciate. E ci è riuscito contro l’Auronzo. Con le sue prestazioni ha fatto innamorare i tifosi biancocelesti. Nelle quattro partite preseason ha totalizzato 11 reti. Potrebbe essere l’uomo giusto che la Lazio sta cercando per rinforzare il reparto avanzato. Sasso, carta e forbici: questa volta nulla è lasciato al caso.