FOCUS - Se Biglia non gira, la Lazio crolla: regia appannata e mercato, El Principito non è più lui...

Pubblicato il 23 novembre alle ore 23.52
24.11.2015 08:00 di Marco Valerio Bava Twitter:    vedi letture
Fonte: MarcoValerio Bava-Lalaziosiamonoi.it
FOCUS - Se Biglia non gira, la Lazio crolla: regia appannata e mercato, El Principito non è più lui...
TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Federico Gaetano

La sedia col suo nome sullo schienale è abbandonata lì, Biglia si è alzato e lo spettacolo si è interrotto. E' vuota la seduta del regista, la Lazio non sa a chi affidarsi e sbanda come non mai. Lucas ha smesso di dirigere le operazioni, volenteroso ma appannato, sommerso dal grigiore del momento, schiacciato dalle voci di mercato e dalle parole poco tempestive di chi ne gestisce gli interessi. E' un dato che viene sottovalutato, oscurato dalle critiche a Pioli e alla squadra, ma da quando Biglia ha smesso di fare Biglia, ecco che la Lazio è precipitata nell'oblio. Da un mese a questa parte, il rendimento dell'ex Anderlecht è calato, per svariate e diverse ragioni. La condizione fisica non è quella dei tempi migliori. Biglia non si è mai fermato, tra Lazio e nazionale ha giocato 14 partite che di per sé non sono tantissime, ma neppure poche considerando che due infortuni muscolari lo hanno tenuto fuori per quasi due mesi. Tante partite in un lasso di tempo raccolto, senza mai riuscire ad allenarsi con continuità, ecco che la forma di Biglia -dopo lo stop patito in nazionale a inizio ottobre- non è mai tornata quella che tutti speravano. Per il tipo di gioco pensato da Pioli, avere l'argentino al top della condizione fisica è decisivo. Biglia è l'unico centrocampista in rosa in grado portare alto il pressing, di accorciare il campo e cucire il gioco, caratteristiche che lo avevano reso indispensabile nella passata stagione e nell'avvio di quella in corso. Poi c'è il mercato e le distrazioni che si trascina dietro. 

IDEE D'ADDIO - Biglia a Roma sta bene, ma a 30 anni ha l'ambizione (legittima) di giocare per vincere nel torneo nazionale e calcare il palcoscenico della Champions. La speranza di partecipare alla maggiore competizione europea con la Lazio era forte, lo aveva spinto a resistere alle lusinghe del Psg nel gennaio scorso e a quelle del Real in estate. Il sogno infranto sullo scoglio Bayer, però, ha fatto riaffiorare nella sua testa dubbi e incertezze e così il rinnovo di contratto con la Lazio, al momento, è ipotesi tutt'altro che certa. Più facile, invece, che nel confronto tra Lotito, Tare e l'agente di Biglia, in programma nei prossimi giorni, quest'ultimo esponga varie offerte che gli sono arrivate sul tavolo. Inter, Juventus, Psg, Real e Valencia hanno bussato alla porta di Montepaone, anche se la richiesta della Lazio (30 milioni) spaventa e allontana almeno tre delle cinque pretendenti. Difficile che Lotito ceda il suo gioiello già a gennaio, mentre un divorzio in estate appare uno scenario concreto. Nonostante tutto, però, la Lazio avanzerà la sua proposta di rinnovo: nuovo contratto fino al 2020 e ingaggio portato dagli 1,4 milioni di euro a stagione percepiti attualmente dall'argentino ai 2,5 milioni che sono il tetto massimo stabilito in casa biancoceleste. Una proposta che, se accettata, renderebbe Biglia il giocatore più pagato della rosa laziale. 

NO BIGLIA, NO LAZIO - Il più ricco e il più importante. Lucas è il giocatore decisivo, colui che con de Vrij rendeva unico il calcio di Pioli. Erano le due colonne, i due costruttori di gioco, coloro che accorciando il campo costringevano gli avversari a cambiare la giocata pensata. L'olandese è out per tutta la stagione, Biglia si è appannato, travolto dal momento nero della Lazio. In nazionale è apparso un altro giocatore, contro la Colombia ha segnato e sciorinato grande calcio, contro il Palermo ha fatto una fatica enorme a emergere, a prendere per mano i compagni. Un dato fa riflettere più di tutti. Biglia ha giocato otto gare di campionato: nelle prime cinque la sua media voto era di 6,5, nelle ultime tre questa è crollata sotto la sufficienza (5,1). Contro Milan, Roma e Palermo, il numero 20 è stato irriconoscibile, lento, macchinoso, impacciato, privo della solita lucidità, della sua capacità di far salire la squadra, di trascinarla nei momenti più complicati. E se il suo regista non gira, la Lazio va a fondo. E così nelle ultime tre uscite, la Lazio ha racimolato la miseria di un pareggio, per una media di 0,33 punti a partita. Numeri in ribasso frenetico, se pensiamo che fino alla trasferta di Bergamo, la Lazio - con Biglia in campo - poteva vantare una media di 2,4 punti a match. Media non da Scudetto, ma sicuramente da Champions. Nelle prime cinque partite giocate dall'argentino in campionato, infatti, erano arrivate quattro vittorie e una sconfitta. Con il Principito in cabina di regia, insomma, la Lazio era imbattibile o quasi, senza di lui invece si faticava e pure tanto: tre sconfitte in cinque gare e media di 1,2 punti. Numeri incontestabili che riflettono l'importanza di Biglia nell'economia del gioco di Pioli. Se Lucas sta bene, se riesce a esprimersi sui suoi livelli, ecco che pure la Lazio gira e macina punti, quelli necessari per ritrovarsi e lasciarsi alle spalle il periodo più buio degli ultimi 18 mesi.