FOTOPARTITA - Film già visto, i dettagli fanno la differenza: Lazio salva all'ultima 'istantanea'

Pubblicato il 17/10 20
18.10.2016 07:30 di  Saverio Cucina   vedi letture
Fonte: Saverio Cucina - Lalaziosiamonoi.it
FOTOPARTITA - Film già visto, i dettagli fanno la differenza: Lazio salva all'ultima 'istantanea'
© foto di Federico Gaetano

Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto? Un punto guadagnato o due persi? L'interrogativo più comune del day after il match contro il Bologna. Un pareggio strappato all'ultimo istante, dopo un assedio di quasi 80'. Una Lazio troppo sprecona, ancora lenta ad entrare in partita, ipnotizzata dalle super parate di Da Costa, sebbene più volte agevolato dallo scarso cinismo dei biancocelesti sotto porta. Senza dubbio "un'occasione sprecata", come ribadito da Simone Inzaghi nel post gara. Un retrogusto amaro ed inevitabile per le aspettative della vigilia, addolcito solo in parte da un punto incassato quando tutto sembrava perduto.

CALCI PIAZZATI, ANCORA DOLORI - Chievo-Lazio, terza giornata. La capocciata di Gamberini inguaia la Lazio, che poco dopo ritrova il pareggio grazie al tandem Keita-de Virj. Un flashback che torna ad infastidire i biancocelesti al minuto 8 di ieri, quando è la zampata di Helander a gelare l'Olimpico. Una doccia fredda che scombina i piani degli uomini di Inzaghi, costretti a rincorrere un Bologna più a suo agio nel chiudersi e ripartire. Un difetto di fabbricazione ancora da puntellare e sistemare a dovere. Anche perché, nonostante l'assenza di Bastos, la difesa sembra dare le garanzie già apprezzate in questo avvio di stagione. De Vrij il solito muro, Hoedt l'alternativa ideale al suo fianco, in attesa del ritorno dell'angolano. Troppo presto per giudicare Wallace, prezioso questa volta solo in chiave offensiva.

LAZIO VS DA COSTA - Un incantesimo in frantumi soltanto all'ultimo giro di lancette. Una porta stregata, resa tale anche e soprattutto dalle super parate di Angelo Da Costa (al secolo, Angelo Esmael da Costa Júnior). Ci ha messo poco a far capire ai cannonieri biancocelesti che avrebbe venduto cara la pelle. Il sentore Immobile lo aveva avuto al minuto 30, quando l'estremo difensore felsineo devia sul palo quel tanto che basta la conclusione potente del partenopeo. Tre minuti più tardi, un altro urlo strozzato in gola, con la respinta di piede da posizione ravvicinata. Da lì in poi un monologo di super parate, sia su Milinkovic che sullo stesso ex Toro. Tirata d'orecchie soprattutto per il serbo, troppo lezioso nella ripresa quando col piattone, tutto solo in area, neanche accarezza la traversa. Il portiere rossoblù si dimostra reattivo anche sulla deviazione fortuita di Pulgar, che per poco non realizza il più classico degli autogol. "Volevi pararmi anche il rigore?", gli ha urlato scherzando Immobile a fine gara. Sarebbe stata la ciliegina sulla torta di una prestazione davvero maiuscola, che avrebbe messo ancor più l'accento sugli errori sotto porta dei capitolini.

IMMOBILE, LIETO FINE - 90' e anche più di tentativi andati a vuoto. Una gara sottotono rispetto ai fasti visti in Nazionale. Questione di centimetri, di sfortuna, ma soprattutto di mira. Tutt'altro che il miglior Immobile visto finora. Le occasioni ci sono, è anche bravo a crearsele, ma - Da Costa a parte - ieri è mancato il solito guizzo, quell'implacabile senso del gol soìfoggiato domenica scorsa con la maglia Azzurra. Polveri bagnate, insomma, così come per il resto dei compagni. Nonostante tutto, nel finale, dimostra quella freddezza che ci vuole nello spiazzare un avversario fino a quel momento insuperabile. Un rigore di precisione, in controtendenza forse con quella voglia che aveva di tirare giù la porta, per la rabbia accumulata nel corso della partita. La stoccata vincente dal dischetto, che salva la Lazio e regala un tono diverso alla giornata. Il trascinatore ideale di una squadra ancora da definire. E se fa gol anche quando tutto va male...