IL PRECEDENTE - Fiorentina-Lazio 1-1: traversa e Treossi, il tricolore se ne va

Pubblicato ieri alle 13
19.10.2014 07:00 di  Matteo Vana  Twitter:    vedi letture
Fonte: Matteo Vana - Lalaziosiamonoi.it
IL PRECEDENTE - Fiorentina-Lazio 1-1: traversa e Treossi, il tricolore se ne va

Polemiche, polemiche e ancora polemiche. L'eco dei fatti di Torino si fa ancora sentire. Gli uomini di Pioli saranno impegnati a Firenze, città che riporta alla mente sfide emozionanti, mai banali tra due squadre che, soprattutto all'Artemio Franchi non si sono mai risparmiate. Viene subito alla mente il gol di Bergodi, capitano coraggioso capace di regalare un punto a tempo ormai scaduto, oppure il 3-3 nell'anno dello scudetto che a molti sembrò un funesto presagio, ma rese ancor più bello quel tricolore conquistato con un'ora e mezza di ritardo. Ma una su tutte fu la Partita, quella che ancora oggi, per un motivo o per l'altro, i tifosi laziali non riescono proprio a dimenticare. Difficile credere ad uno scudetto "rubato" quando si sono giocate solo sei partite di campionato, più realista osservare ciò che successe ad una sola giornata dal termine. 

15 maggio 1999, penultima giornata di campionato, la Lazio va a giocarsi lo scudetto in quel di Firenze, il Milan se la vedrà con l'Empoli. Ultimi scampoli di un campionato che ha visto gli uomini di Eriksson sempre in testa, mai così vicini alla meta; l'ultimo ostacolo sulla strada che porta al tricolore è la Viola; il Parma, da affrontare in casa all'ultima giornata, non preoccupa. Nella Capitale tutti in piazza: occhi al maxischermo ed orecchie alla radio, non sia mai giungano buone nuove da Milano. Si parte, ma si capisce subito che sarà una battaglia. Batistuta mette subito le cose in chiaro, dopo 15 minuti la Lazio è sotto. Ne bastano due in meno ai biancocelesti per pareggiare il conto: punizione di Mihajlovic, testa di Vieri e Toldo è battuto. Fioccano le occasione da una parte e dall'altra, ma la prima frazione di gioco termina in pareggio. Nella ripresa si gioca praticamente ad una porta: Salas, entrato al posto di Lombardo, ci prova in tuti i modi, ma non è giornata. La sensazione diventa certezza quando, al 6' della ripresa Pancaro crossa per Vieri che stacca, ma la palla sbatte sulla traversa e ricade fuori dalla porta gigliata. Nello stesso istante il Milan va in gol, è il sorpasso, lo scudetto prende la strada di Milano. La Lazio schiuma di rabbia, carica a testa bassa e avrebbe anche l'occasione per andare in vantaggio: Mirri prende Salas per il collo in area, rigore solare, limpido. E invece no, l'arbitro Treossi fa giocare. Poco dopo Nesta si aggrappa a Batistuta, stavolta è rigore. La mente corre veloce a Juventus-Inter, il clima diventa pesante. Fortunatamente Marchegiani ci mette le mani, respingendo il tiro di Rui Costa, ma per la Lazio cambia poco, il Milan ha messo la freccia, lo scudetto se ne va al fotofinish.

Si infrangono cosi i sogni di gloria biancoceleste, rimangono appiccicati alla traversa della porta difesa da Toldo o, se preferite, nel fischietto di Treossi, reo di non aver concesso un rigore impossibile da non vedere. Un pareggio che vale mille sconfitte, arrivato non per demeriti biancocelesti, ma per "fattori imponderabili", quelli si. Ancora oggi, a distanza di 15 anni, chiedete alla gente laziale chi era Mirri, ma non ascoltate ciò che uscirà dalla loro bocca. Saranno i loro occhi a rispondere.