Ingenua e sprecona, la Lazio crolla a Marassi per mano dell'ex Diakité

Pubblicato ieri alle 16:56
25.04.2016 07:05 di  Laura Castellani   vedi letture
Fonte: Laura Castellani - Lalaziosiamonoi.it
Ingenua e sprecona, la Lazio crolla a Marassi per mano dell'ex Diakité
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© foto di Federico Gaetano

Tutto può succedere, ma senza pensare troppo ai calcoli, alla matematica, alla classifica: Inzaghi è chiaro, il salvacondotto per l'Europa passa anche da Marassi. Si augurava di rivedere la stessa prestazione mostrata contro il Palermo e l'Empoli, nella vigilia. L'obiettivo sarebbe anche raggiunto, se si volesse considerare solo la prima frazione di gioco: peccato che basti il gol del pareggio, l'errore di Candreva dal dischetto, a rendere evanescente una Lazio che all'inizio del match ci stava anche provando. La fortuna non guarda in faccia: occasioni create e sistematicamente sfumate, una Lazio troppo sciupona. E la Sampdoria festeggia: tre punti provvidenziali, per scongiurare definitivamente l'incubo retrocessione.

FORMAZIONI – Montella punta sul 3-5-2: a dare le spalle a Viviano, il mister colloca Diakité, Silvestre e Cassani. Centrocampo numeroso, con De Silvestri, Fernando, Barreto, Krsticic, Dodò, dietro a Muriel e Quagliarella. Inzaghi risponde: in difesa ricompaiono titolari Basta e Konko, affiancati alla coppia di centrali composta da Hoedt e Gentiletti. Centrocampo con Onazi, Biglia e Lulic; poco più avanti, sulle fasce Candreva e Keita, a rifornire l'unica punta disponibile, Filip Djordjevic.

SOLITI OSTACOLI - Difficile applicare i precetti di Inzaghi contro la Vecchia Signora. Ma dopo la parentesi juventina, la regola continua a essere la stessa: segnare subito, per scampare la piaga del gol prima del quindicesimo minuto, a svelare troppo spesso un approccio senza mordente dei biancocelesti. Se la Sampdoria parte in quarta, mettendo subito in allarme la retroguardia laziale, la reazione del gruppo di Inzaghi non si fa attendere: bastano tre minuti per il cross di Candreva, colto dall'incornata di Djordjevic. Il palo, questa volta, è un ostacolo effimero per il serbo: la sfera termina alle spalle di Viviano. Per la Samp si mette in salita: i biancocelesti si impongono sul campo, sciorinando altre occasioni per giungere subito al raddoppio. Ci prova Keita, poi pasticcia davanti la porta Candreva. Non basta la partenza frizzante dei laziali, però, a far dimenticare tutte le lacune del reparto arretrato: i soliti impacci in fase difensiva aprono la strada al pareggio blucerchiato. E' Fernando, lasciato tutto solo da Gentiletti, colpevolmente fuori dai ranghi, a ripristinare la parità. Per la Lazio è tutto da rifare, cedendo un po' di coraggio e fiducia alla Sampdoria, rinvigorita dalla rete del brasiliano. Negli ultimi minuti del primo tempo, è Dodò a servire l'occasione per il vantaggio laziale: fallo su Keita, Rizzoli indica il dischetto. Tira Candreva, ma è troppo flebile: la sfera incontra i guanti di Viviano. Un'opportunità sfumata, è ancora 1-1: finale amaro, per questi primi quarantacinque minuti di gioco.

EVANESCENZA - Si riscende in campo, Inzaghi mette subito mano agli undici in campo: si siede Hoedt, si rivede Mauricio. La Sampdoria spinge, vuole a tutti i costi agguantare il vantaggio: tanti pericoli, il solito affanno nel saperli gestire, lì dietro. Arriva il momento di Felipe Anderson, Inzaghi spera che possa avere lo stesso peso dimostrato al Barbera.Gli lascia il posto Candreva. Primo intervento anche per Montella: al 65' dà spazio a Correa, richiamando in panchina Muriel. I blucerchiati ci sono, i laziali devono fare i conti con il contraccolpo del gol subito e del rigore smarrito: biancocelesti pericolosi quando si tratta di sfruttare la velocità di Felipe Anderson e Keita. E' proprio il senegalese a fornire Djordjevic di una ghiottissima palla gol: è il 69', per l'attaccante è addirittura più facile segnare che far cilecca. Niente da fare, l'ex Nantes manca clamorosamente il bersaglio. Altra beffa, dopo l'errore di Candreva. Ma è solo l'inizio: al 78', arriva anche il gol del vantaggio sampdoriano. Colpo di testa di Silvestre, parata di Marchetti, che spedisce la palla sulla traversa. Poi, Diakité, al momento giusto: la puntualità del gol dell'ex. Azione confusa in prossimità della porta laziale, i biancocelesti reclamano un fallo di mano. Ma Rizzoli convalida il vantaggio blucerchiato. L'unico spunto per evitare un epilogo già visto è la comparsa di Ravel Morrison, al posto di Konko: giusto per appagare gli sguardi dei curiosi, addensati intorno al misterioso ragazzo britannico. Sul finale, ai biancocelesti viene offerta l'ultima chance. Punizione dal limite, ma nemmeno a dirlo: altra occasione persa. Si torna a Roma a mani vuote: se la cura Inzaghi ha dato i suoi effetti sull'approccio, il nuovo mister laziale deve studiare il giusto antidoto per mantenere sveglia la Lazio per tutta la durata del match.