L'ANGOLO TATTICO di Milan-Lazio - Pioli, quanto c'è da lavorare. E quel Biglia alla Ledesma non funziona...

01.09.2014 11:43 di  Stefano Fiori  Twitter:    vedi letture
Fonte: Stefano Fiori-Lalaziosiamonoi.it
L'ANGOLO TATTICO di Milan-Lazio - Pioli, quanto c'è da lavorare. E quel Biglia alla Ledesma non funziona...

E meno male che doveva essere l'occasione giusta per sfatare il tabù San Siro. Una vigilia passata a cullare il piccolo sogno, esordire con tre punti alla Scala stregata del calcio. "Cos'ha in meno la Lazio rispetto a questo Milan?", la domanda battagliera del pre match. Sulla carta, poco o nulla: in alcuni aspetti prevalgono i rossoneri, in altri i capitolini. Le partite non si decidono però sulle pagine di un album di figurine, è sempre il campo a dire la verità. E il rettangolo verde meneghino ha rivelato un undici di Inzaghi compatto, unito tra i reparti e veloce nel ripartire in contropiede. Slacciata, senza filtro, arrembante davanti quanto sprovveduta dietro: questa invece la formazione di Pioli. La via della Lazio è lastricata di buone intenzioni: controllare il gioco, dirigere le operazioni per stanare l'avversario e colpirlo al momento giusto. Desiderio sacrosanto, ma un tantino pretenzioso se fai visita al Milan. Che dal canto suo ha impostato la gara come se giocasse in trasferta - spazi stretti e ripartenze. E soprattutto, ha capitalizzato ogni minima occasione. Leggete il tabellino e penserete che il risultato è totalmente bugiardo: 7 tiri per i padroni di casa, 19 per la Lazio. Quindici più degli avversari. Le conclusioni nello specchio riconducono però a una realtà più comprensibile: quattro tiri in porta a testa. Quelli del Milan si sono trasformati in tre centri, mentre l'unico gol dei biancocelesti è arrivato da un'autorete. Una piramide in discesa, che testimonia come la Lazio abbia prodotto tanto, ma poco di concreto.

PALLA A CANDREVA E CROSS: NON È QUESTA LA LAZIO DI PIOLI - Le stesse azioni pericolose della squadra di Pioli sono state frutto di iniziative singole piuttosto che di una manovra corale. Palla a Candreva, cross dalla destra, Alex o Zapata ribattono di testa: quante volte avete visto ieri questo film? La Lazio ha portato attacchi per il 35% dalla fascia destra, solo per il 26% dalla corsia sinistra. Se è vero che dal lato di Candreva spingeva anche Basta, è ancor più vero che sull'out mancino agiva un certo Keita. Rifugiarsi nel nazionale azzurro, sperando che azzecchi un cross per l'unica punta in area, era roba del passato. O almeno, speravamo fosse così. Può essere una soluzione con una torre come Djordjevic in campo, non certo con Klose. La Lazio che ha in mente Pioli è comunque un'altra, gioca con scambi corti e rapidi, batte le vie centrali. Quella che - al netto del valore dell'avversario - si è vista nel secondo tempo contro il Bassano. Il Milan in casa del Diavolo è tutt'altra cosa, d'accordo. Appunto per questo, sbilanciarsi come ha fatto ieri la formazione capitolina è autolesionismo.

SI PUÒ RINUNCIARE A LEDESMA? - Ed eccola la domanda delle domande: è saggio rinunciare all'evergreen Ledesma, fare a meno anche di un interditore puro, per schierare un centrocampo di grande dinamismo ma di poca sostanza difensiva? Sì, se giochi all'Olimpico e hai di fronte un avversario di minor caratura. No, se ti trovi a San Siro e davanti hai il Milan. C'è poco da fare: Biglia da solo davanti alla difesa non crea quel filtro indispensabile, che invece è il marchio di fabbrica di Ledesma. Se Pioli vuole che la difesa stazioni alta, è anche necessario prendere le contromisure. Soprattutto quando la retroguardia è ancora incompleta e in fase di rodaggio: deve scoprire Gentiletti il secondo centrale titolare e si regge su un talento di 22 anni - Stefan De Vrij - che davanti a sé avrà un futuro luminoso, ma anche tanto da imparare su come si difende in Italia. Un peperino fenomenale come El Shaarawy ha fatto il bello e cattivo tempo, bucando proprio dalla parte dell'olandese. Fornire manforte a questa difesa è il minimo sindacale. Dentro Ledesma, pure in tandem con Biglia: nella sciagurata stagione dello scorso anno, Reja ebbe questa buona intuizione. Si può riproporre, almeno testare. Il tecnico laziale al momento non è d'accordo, considera i due conterranei di Papa Francesco alternativi. Ma di incontrovertibile nel mondo del calcio non c'è nulla, figuriamoci un assetto tattico. Caro Pioli, ci pensi. E in bocca al lupo per il campionato: quello della Lazio - speriamo già della sua Lazio - (ri)comincia con il Cesena.