L'AVVERSARIO - Interrogativi e l'ombra della qualità di un tempo. Milan alla deriva, Seedorf annaspa

22.03.2014 17:00 di Matteo Botti Twitter:    vedi letture
Fonte: Matteo Botti / Lalaziosiamonoi.it
L'AVVERSARIO - Interrogativi e l'ombra della qualità di un tempo. Milan alla deriva, Seedorf annaspa
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Biennio ’96-’98. La testa si abbassa di colpo, socchiudono gli occhi, i più sensibili si lasciano andare ad una lacrima timida ma sofferta. I tifosi rossoneri di Milano non hanno cancellato le due stagioni disastrose: un undicesimo ed un decimo posto. L'avvento in panchina di Tabárez portò in dote due annate di crisi. Neanche l’alternarsi di santoni del calibro di Sacchi e Capello riuscirono ad invertire la tendenza. Poi gli anni belli, incetta di trofei sul suolo nostrano ed in Europa. Due Champions League, l’apice della gloria. Affermazioni galattiche, il resto del mondo sotto, quantomeno di una spanna. Ma i ricordi del biennio orribile fanno ora di nuovo capolino per Via Turati.

SEEDORF, DALLE STELLE ALLE STALLE -  In una stagione povera di contenuti e di soddisfazioni, indubbiamente l’insediamento al timone di un campione sul campo come Clarence Seedorf crea euforia e tanta, tanta curiosità. Sollevato Massimiliano Allegri dal suo incarico, la dirigenza del Diavolo punta forte sull’ex numero 10 del Botafogo. Richiamato in fretta da Rio de Janeiro, neanche il tempo di crogiolarsi al sole del Carnevale, neanche un minuto per dare ufficialmente l’addio al calcio. Catapultato sulla panchina di un Milan allo sbando, ma non troppo. Era la metà di gennaio, i rossoneri – lontani 10 lunghezze dal Verona sesto – conservavano la possibilità di disputare gli ottavi di Coppa Italia e Champions League. Oggi, a poco più di due mesi di distanza, la forbice dalla piazza europea è rimasta pressoché inalterata (11 punti dal Parma, che ha una partita in meno), ma le eliminazioni dalle Coppe per mano di Udinese ed Atletico Madrid bruciano. Ed hanno il sapore aspro di una sconfitta incondizionata. Il quasi 38enne di Paramaribo, da trainer del futuro pare esser stato declassato a meno di un traghettatore. La deludente e discendente parabola di un extraterrestre capace di vincere Champions League con 3 club diversi – l’unico – che ora veste gli stracci di un semplice nocchiero. Infernale. Caronte. Alle prese con le solite bizze di Balotelli, che tuona sul proprio profilo Facebook: “Sono milanista dalla nascita, ma se sono un peso per i tifosi posso anche andarmene”. Una difesa da brividi forti, sempre in totale affanno. Un modulo, il 4-2-3-1, che non si sposa tanto con i calciatori a disposizione, quanto con le direttive del presidente Berlusconi. Le magagne di uno scellerato mercato intrapreso dalla dirigenza meneghina, fuori d'ogni logica, ora vengono alla luce. E sarebbe lo stesso patron ad aver affermato: “La squadra è stata costruita male”. Compito estremamente complicato per il Seedorf alle prime armi in panchina. Missione più grande di lui. Per il momento Clarence rimane al proprio posto, ma Mauro Tassotti è già in pre-allarme. Se il trend, già contro la Lazio di Reja, non dovesse mutare, l'eterno vice diventerebbe il traghettatore che condurrebbe la squadra verso il regno di Pippo Inzaghi, dalla prossima estate.

ENIGMI E FIGURINE - Posticipo domenicale, Lazio e Milan si trovano di fronte sul rettangolo di gioco dell'Olimpico. Sfida tra deluse, i propositi di inizio stagione smentiti sul campo. Se da una parte i biancocelesti hanno cambiato marcia in campionato dopo il ritorno di Edy Reja al centro sportivo di Formello, in casa Milan sono pochi i miglioramenti rispetto alla gestione Allegri. Sono 6 le lunghezze che dividono le due compagini. Dopo la sconfitta interna contro lo straripante Parma di Donadoni, Seedorf non cambierà il modulo che ha adottato sin dal suo primo giorno da allenatore. Integralismo tattico o no, questo è quanto filtra dal quartier generale di Milanello. Amelia prenderà il posto dello squalificato Abbiati, Rami e Zapata comporrano il pacchetto centrale di difesa - data l'indisponibilità di Bonera e la pochezza mostrata da Mexes. Sugli esterni, fiducia a De Sciglio e ad Emanuelson, bersaglio dell'ira dei tifosi nelle ultime uscite. Mediana robusta, a protezione di un settore arretrato che fa acqua da ogni parte: De Jong e Muntari saranno i titolari, Montolivo paga fastidi fisici ed un feeling mai nato con il tecnico colored. Alle spalle di Mario Balotelli, poco Super ma moltro Crazy, Seedorf riproporrà il giapponese Honda, il cui contributo finora è stato mediocre ed irritante. Con Kakà che partirà dal fronte sinistro d'attacco, Poli sarà il centrocampista d'inserimento. Formazione piena di punti interrogativi, giocatori snaturati in porzioni di campo poco consone alle loro caratteristiche. Clarence si gioca tanto, una fetta e più di Milan. Senza nerbo e senza idee, il blasone di un tempo non troppo andato lascia spazio alle incertezze e agli enigmi. Il Milan di oggi è figlio di un’Italia, non solo calcisticamente parlando, non più prima protagonista.

PROBABILE FORMAZIONE – Milan (4-2-3-1) Amelia; De Sciglio, Rami, Zapata, Emanuelson; De Jong, Muntari; Honda, Poli, Kakà; Balotelli. A disp. Gabriel, Coppola, Mexes, Zaccardo, Silvestre, Constan,t Essien, Saponara, Taarabt, Birsa, Robinho, Pazzini. All.Seedorf