Luis Alberto: “Credevo di aver perso tutto, ma non mi sono mai arreso. Derby? Conta solo vincerlo"

Pubblicato l'8/11/2017 alle ore 11.50

09.11.2017 07:22 di  Claudio Cianci   vedi letture
Fonte: Valerio De Benedetti / Alessandro Menghi / Claudio Cianci - Lalaziosiamonoi.it
Luis Alberto: “Credevo di aver perso tutto, ma non mi sono mai arreso. Derby? Conta solo vincerlo"
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© foto di Federico Gaetano

AGGIORNAMENTO ORE 17.15 – Dopo l'intervista rilasciata a Marca, Luis Alberto ha preso parola anche in conferenza stampa. In Spagna si discute molto sulla nuova maglia della Roja, il giocatore biancoceleste risponde così: "Mi piace la maglietta. Non capisco la polemica che è stata creata. Noi calciatori vogliamo indossarla e giocare, è per questo che siamo qui ed è quello che è veramente importante". Poi prosegue: “Il mio impatto con la Nazionale? Pensavo che sarebbe stato più brusco, ma da quando sono arrivato, mi hanno trattato bene tutti e abbiamo parlato molto. Questo è per me un sogno, essere vicino a grandi giocatori. Mi sento felice, davanti c'è molto talento, soprattutto negli ultimi venti metri, l'ultimo passaggio però è una delle mie caratteristiche migliori. Cercherò di contribuire". Infine conclude: “Nel mio caso, giocando fuori dalla Spagna è importante per me e per gli altri che il ct e lo staff tecnico ci seguano, perché ci sentiamo più valorizzati e ci teniamo sempre pronti".

Luis Alberto si sta godendo il sogno della chiamata in Nazionale, con la Spagna avrà l’opportunità di giocare in amichevole contro Costa Rica e Russia. Il laziale - come riporta As - ha ribadito la sua soddisfazione per la convocazione: “L’idea è quella di non essere chiamato solo una volta, voglio consolidare la mia posizione e giocare con la Spagna il più possibile. Sono molto felice perché questo è un sogno che si è realizzato, un sogno che ha ogni bambino da quando inizia a giocare”. Infine Luis Alberto si è dichiarato contento di tornare a Malaga (luogo dove si disputerà il match, ndr) presso lo stadio della Rosaleda: “Tornare in Andalusia è sempre bello. La Rosaleda è un campo speciale per me, perché al Malaga ho trascorso un grande anno (stagione 2014/2015, ndr)”.  Inoltre lo spagnolo ha rilasciato un’intervista ai microfoni di Marca dove ha parlato della sua rinascita.

Dicono i tecnici della selezione che Luis Alberto è il miglior giocatore in Serie A adesso come adesso... 

“Sicuramente l'anno scorso sono stato il peggiore! (ride, ndr) Ho pensato di fare un cambiamento perché ho visto che tutto stava scivolando via. Ho cambiato molto grazie a molte persone che mi hanno aiutato. Questo mi ha fatto avere più fiducia in me, a non pensare a quello che dicono gli altri, ad avere la testa solo per aiutare la mia squadra ... Tutto ora sta andando come voglio e sono sicuro che c’è ancora molto che devo fare”.

Chi ti ha aiutato in questo modo?

“Mia moglie, soprattutto. Ma avevo bisogno di un po' di aiuto in più e mi sono affidato a Juan Campillo, un tecnico esperto di sport. Con lui ho lavorato sull’aspetto mentale, pensando come un vincitore. Questo mi ha fatto crescere molto. Lavoro ancora con lui perché so che posso dare di più”.

Cosa è cambiato rispetto al passato?

“Prima non mi rendevo conto che dovevo essere più competitivo. Essere più costante. Non vale la pena giocare bene solo venti minuti rispetto ai 90 totali. Non bastano un paio di giocate, devi essere costante in tutta la partita”.

Questo cambiamento radicale è arrivato in soli nove mesi…

“Non è stato facile. Molto del lavoro è stato parlare con Campillo, poi mi sono allenato bene, dimenticandomi perché non giocavo, e non ascoltando le persone che dicevano cose negative. Il mio sogno 3-4 anni fa era di giocare in Nazionale, perché buttarlo via? Mi sono guardato indietro e ho visto che avrei potuto farcela. La gente che conosco da quando sono bambino mi ha detto che sarei potuto diventare un grande calciatore. Ora mi rendo conto che questo è vero e penso: ‘Ho gettato 3-4 anni prima di arrivare ad un livello molto alto'”.

Quindi, oggi è un giocatore migliore ... e una persona migliore?

"Sono molto più maturo. Parlo con i giovani della Lazio che giocano meno e cerco di aiutarli. Gli dico osservare quello che abbiamo fatto io o Milinkovic-Savic, che ora è titolare praticamente sempre. Non bisogna mai arrendersi, non bisogna gettare la spugna. Devi fidarti di te, nessuno ti potrà dire niente... Tutto può essere cambiato". 

 Roma è una città con tifosi tanto appassionati come sembra?

"Sì, non mi aspettavo dei tifosi così appassionati. Da quando sono arrivato il primo giorno il tema principale di cui si parlava era il derby. Non importa il campionato, non importa nient'altro... Ma il derby deve essere vinto. Ora non sono a Roma, ma fra 10 giorni affronteremo la Roma. Sono sicuro che in città non si parlerà d'altro". 

Cosa pensi della questione di Anna Frank e degli adesivi, è stata dura affrontarla?

"Onestamente questa cosa riguarda la società. Noi calciatori siamo stati isolati. L'allenatore e il club non ci hanno permesso di discuterne e credo sia stata la scelta migliore. Siamo ai margini di questo problema e dobbiamo concentrarci per essere competitivi".  

Sei il secondo miglior marcatore con la Lazio (tre gol) e il miglior assist-man in Serie A. Ti piace più segnare o fare assist?

“Francamente mi piace passare più il pallone: se ho la possibilità di calciare o passare la palla, preferisco il passaggio. Non so se sono pazzo (ride, ndr), ma preferisco essere più partecipe all’azione. Con Ciro Immobile ho un ottimo rapporto e non credo che bisogna guardare solo i numeri, ma quello che facciamo per la squadra”.


Cosa stavi facendo venerdì scorso alle 12.30, quando è stato diramato l'elenco dei convocati?

"Eravamo a casa mia, io e mia moglie, stavamo concentrati sulla lista. Prima sentiamo il nome di Alberto Moreno, che è come un fratello, e tre o quattro dopo, il mio. E' stato un momento di massima euforia, abbiamo lasciato cadere il cellulare, ci siamo abbracciati... Poi ho iniziato a inviare messaggi agli amici, alla famiglia, a un gruppo in cui ci sono diversi giocatori" 

Stavi aspettando che uscissero i convocati, forse perché qualcosa già intuivi...

"Sapevo che se non fosse stata questa volta, avremmo dovuto aspettare dopo la Coppa del Mondo. Ho pensato che fosse questa l'occasione in cui il ct poteva provare più cose e cambiare il centrocampo. E' stata la cosa migliore che mi sia successo nel calcio".

Cosa puoi apportare alla selezione?

"È una domanda da fare a Lopetegui. Mi sento molto bene, molto sicuro, al mio meglio. Penso di poter contribuire negli ultimi metri, nell'ultimo passaggio, un po' di maggiore fiducia in se stessi, anche se ce n'è molta... Voglio godermi questo momento e convincere l'allenatore".

Se debutti con la Spagna, a chi darai la maglia?

“La metterò nel mio museo a casa. Merita di essere conservata e, se possibile, che tutti quanti me la firmino”.

Come se non bastasse, la Coppa del Mondo è proprio dietro l'angolo.

"Sì, abbiamo l'incentivo che la Coppa del Mondo è a un niente. Sappiamo che è molto complicato essere in lista a causa del livello di giocatori in Spagna, ma devi combattere per convincere l'allenatore e dimostrare di meritare di essere lì".

Guardi la squadra nazionale e vedi Iniesta, Silva, Asensio, Isco ... Non è facile.

"No, naturalmente non è facile. E ci sono molti altri di un livello molto alto che sono stati lasciati fuori dalla lista. Ma ora è il mio turno per cogliere l'attimo e mostrare di poter partecipare ai Mondiali in Russia".

Hai parlato con Lopetegui?

"No, ma certamente oggi (ieri, ndr), essendo nuovo, parlerò con lui per ricevere le linee guida necessarie".

Hai già incrociato Lopetegui, come te lo ricordi?

"Con l'Under 21 ho giocato una sola partita e con l'Under 19 un po 'di più. È un allenatore con carisma, che guarda in faccia i propri giocatori, che dialoga molto con loro. C'è anche il successo che ha avuto con la squadra, in questi mesi. Si è vista una Spagna diversa. Nella categoria inferiore ho anche incrociato Isco, Morata, Saúl, Carvajal, che non è venuto... Inoltre, conosco Jordi Alba, Alberto Moreno, Suso, Pepe Reina".

 Alberto Moreno, Isco, Ramos, Suso, Callejón, Luis Alberto: ci sono tanti calciatori andalusi nella Roja…

“L’ho sempre detto che i calciatori andalusi hanno un talento speciale a centrocampo. Forse, alla fine, tutti finiranno per ballare la sevillanas (ride, ndr)”.