ESCLUSIVA - Bollini: "Lazio, puoi battere la Juventus! Cataldi? Spero che in tanti seguano la sua strada"

19.05.2015 11:57 di Andrea Centogambe Twitter:    vedi letture
Fonte: Andrea Centogambe - Lalaziosiamonoi.it
ESCLUSIVA - Bollini: "Lazio, puoi battere la Juventus! Cataldi? Spero che in tanti seguano la sua strada"
© foto di Federico De Luca

È stato un arrivederci, nessun addio. Tornerà alla Lazio, perché certe storie non finiscono mai. Alberto Bollini ha salutato Formello lo scorso febbraio per approdare sulla panchina del Lecce, nel mirino aveva messo i playoff. L'obiettivo s'è dissolto al fotofinish, 9 vittorie in 15 partite non sono bastate ai pugliesi per entrare nelle prime quattro del Girone C di Lega Pro. Adesso l'ex tecnico della Lazio Primavera è in attesa di conoscere il suo futuro, ma intanto ai microfoni de Lalaziosiamonoi.it racconta la cavalcata alla guida del giallorossi e rinfresca i ricordi biancocelesti. Dallo Scudetto vinto nel 2001 al tricolore conquistato nel 2013, dal ruolo di vice al fianco di Reja passando per quello di coordinatore del settore giovanile. Un'intervista da leggere tutta d'un fiato. 

Mister Bollini, i playoff con il Lecce sono sfumati sul più bello, ma il bilancio dal suo arrivo è assolutamente positivo.

È stata un'esperienza molto positiva sotto il profilo tecnico, professionale e umano. Ma soprattutto sul fronte del gioco. Subentrare a campionato in corso non è mai facile, a livello ambientale c'era una situazione complessa e in classifica il Lecce era distante dalla zona playoff. Con tanto lavoro e grazie alla totale disponibilità di tutti i giocatori, i giovani e i più esperti con cui mi sono trovato benissimo, siamo riusciti a fare una buona cavalcata. È sfuggito un risultato importante e credo alla portata, ma nelle quindici partite sotto la mia gestione la media-punti è da terzo posto. Non voglio assolutamente denigrare il lavoro dei miei predecessori perché ho grande rispetto per loro. Abbiamo fatto sempre grandi prestazioni, alcune sconfitte sono arrivate immeritatamente, come la gara col Catanzaro dove è successo di tutto. Penso anche alle partite con Melfi e Cosenza, dove come minimo meritavamo il pareggio. È vero che pur giocando bene, è capitato di produrre tante occasioni ma di concretizzare poco. I numeri danno una fotografia esatta delle situazioni: il Lecce è l'ottavo attacco del girone - quindi con difficoltà realizzatve - e la miglior difesa sotto la mia gestione. Nove vittorie e un pareggio resta un buon bottino. Tifosi, società e calciatori hanno avuto un feeling molto positivo con me".

Inizio febbraio, le arriva la chiamata del Lecce. Il presidente Lotito prova a trattenerla fino all'ultimo...

“Io ero molto combattuto, la Lazio per me è come una famiglia e lasciare l'incarico di coordinatore del settore giovanile a stagione in corso non è stato semplice. Grazie agli ottimi rapporti che ho con Lotito e dopo essermi confrontato con Tare, a febbraio ho espresso la mia vocazione, ovvero quello di continuare ad allenare. Sono contento dell'esperienza fatta, dopo tanti anni sono tornato a misurarmi con i grandi in un campionato difficile come la Lega Pro. Lotito voleva che restassi alla Lazio, segno di grande stima umana e professionale. Io ero combattuto ma volevo rispettare la vocazione di allenare. Dopo un percorso così importante alla Lazio Primavera con due finali Scudetto raggiunte - di cui una vinta -, dopo l'esperienza con Reja in prima squadra, è stata brusca l'interruzione del lavoro di campo. Mi è stato assegnato un ruolo di assoluto prestigio che è quello di coordinatore del settore giovanile, ma poi è arrivata la chiamata del Lecce. Avevo già ricevuto tre proposte in precedenza, avevo declinato le varie offerte. In futuro il coordinatore del settore giovanile potrei farlo, il mio presente è legato al campo. È chiaro che sono andato in una categoria difficile, faccio una battuta che però contiene una grande verità: è più facile allenare in Serie A che in Lega Pro. Ho sempre ringraziato la Lazio per avermi concesso questa opportunità, se il presidente aveva intenzione di tratteneremi vuol dire che vede in me determinate caratteristiche ed è soddisfatto del lavoro svolto”.

Cosa vede nel suo futuro? Resterà sulla panchina del Lecce?

“Sono dispiaciuto per non aver raggiungo i playoff, ma sono consapevole di aver fatto il massimo. È chiaro che se la proprietà decidesse di disimpegnarsi e di mettere la società in vendita, nella cascata finirebbe anche l'area tecnica. Se la famiglia Tesoro rimarrà al timone del Lecce con ambizione e con un'organizzaizone di un certo tipo - che a Lecce è presente -, accetterò ben volentieri di proseguire, altrimenti valuterò altre ipotesi. Questo è quello che ci siamo detti con la società in tutta sincerità, le questioni societarie vengono prima di quelle tecniche. Il momento delle decisioni non è ancora arrivato”.

Com'è stato il rapporto con Moscardelli e Miccoli?

“Moscardelli è insostituibile, un lusso per la Lega Pro. È un grande professionista. Nella sfortunata gara di Catanzaro ha preso cinque giornate di squalifica e questo ha portato a dei cambiamenti tattici, non è stato semplice. Miccoli ha il Lecce nel cuore, è un grande professionista anche lui. Ha abilità tecniche fuori dal comune. Quando sono arrivato era in una situazione complessa, sia a livello umorale che ambientale, tant'è che stava pensando di smettere. Insieme abbiamo valutato di continuare, Miccoli ha ritrovato il sorriso, il senso dello spogliatoio e dell'allenamento. Non posso che parlar bene di lui, ha avuto delle difficoltà fisiche che non gli hanno permesso di fare il massimo in alcune situazioni. Il rapporto umano e professionale è stato però di altissimo livello”.

Avrà continuato a seguire il percorso della Lazio Primavera...

“Non posso non averlo seguito, sono legato tantissimo al mondo Lazio. Allenavo la Primavera fino a un anno fa, tanti ragazzi che ci sono oggi c'erano anche sotto la mia gestione. C'è sempre un legame particolare. È stato bravo Inzaghi a continuare questo percorso di crescita e di risultati. All'inizio della scorsa stagione la squadra aveva appena conquistato uno Scudetto straordinario ed è rimasta al vertice anche nei mesi successivi. Ho consegnato a Inzaghi un gruppo solido e allenato, ma soprattutto con una grande mentalità, che fa crescere i ragazzi dal punto di vista tecnico e umano. Lo staff è stato straordinario, lo scorso anno abbiamo vinta una Coppa Italia con la Fiorentina che ho sentito anche mia, per il lavoro svolto e il legame che ho avuto con squadra e staff. Questo gruppo non la smette di stupire. Ha vinto anche la Supercoppa, vincere non è mai facile. L'ultimo trofeo è stato importante perché si trattava di un derby e di un avversario di grande qualità come la Roma. È stato un successo di carattere e di forza, ho fatto i complimenti a tutti. Mi hanno fatto enormemente piacere le parole di stima di Tare. Siamo primi nel ranking Primavera grazie a questi successi, vuol dire che c'è stato un grande lavoro che è proseguito”.

Cosa rischia la Lazio ai playoff Scudetto contro la Sampdoria?

“Non so se è giusto chiamarlo rischio, è stato un campionato importante quello della Lazio. La Roma l'ha fatta da padrona e il Bari ha vinto gli scontri diretti. La Lazio se la vedrà con la Sampdoria che è arrivata quinta, una squadra che ha avuto molti alti e bassi. Ha fatto 46 punti e ha perso ben otto volte, vedo la Lazio favoritissima in questo scontro. Lo svantaggio può essere quello di allungare la stagione, il vantaggio è che si ha la fortuna di rimanere in clima partita prima delle Final Eight, che negli ultimi quattro anni abbiamo sempre raggiunto direttamente”.

Un commento sulla crescita dei ragazzi che sono in prestito in Serie B e Lega Pro?

“La Lazio in questi anni è la squadra che ha portato più giocatori nel calcio professionistico e in Serie A in particolare. Keita è cresciuto in Primavera e poi è andato in prima squadra, Onazi ha fatto la stessa cosa. Cataldi ha fatto un percorso straordinario, di cui vado molto oroglioso; mi auguro ci siano tanti altri Cataldi. Il passaggio dalla Primavera alla prima squadra è molto difficile. È importante trovare degli ambienti dove si crede nei giovani. Crecco ha fatto un minutaggio molto importante in Serie B, Minala è stata una mia grande scommessa. Dalla Primavera in poco tempo è arrivato ad allenarsi con la prima squadra. Col Bari ha fatto tre gol, e non è poco. Anche chi gioca meno sta maturando, Lombardi e Filippini si sono ritagliati il loro spazio e hanno collezionato un buon minutaggio, stanno crescendo. Così tutti gli altri ragazzi che giocano in Lega Pro come Serpieri e Ilari in modo particolare che ha avuto un problema di salute. Sono contento anche per Zampa, sta maturando molto. Spero di non essermi dimenticato nessuno!”.

In questa Primavera chi è pronto per il grande salto?

“Deciderà l'area tecnica, ho visto una crescita enorme di Oikonomidis che nella finale scudetto vinta contro l'Atalanta era in panchina. Mi dissero che si sarebbe svincolato, è venuto da noi e ho trovato un ragazzo di una maturità incredibile. Chris è un giocatore moderno, può ritagliarsi uno spazio tra i grandi. Troppo facile dire che Pollace è pronto, è prontissimo. È al terzo anno in Primavera, ha fatto tantissime partite. Palombi è in grande crescita, Fiore ha attitudini di un certo tipo, Murgia è un giocatore di grande classe. Ho a cuore Tounkara, un ragazzo estroverso che a volte può sembrare spavaldo, ma se gestito bene ha mezzi importanti. In quel ruolo devi avere pazienza, tanti giocatori si consacrano dopo. Penso anche a Seck che lo scorso anno non poteva giocare perché non era tesserato. Anche Guerrieri sta facendo un grandissimo campionato. Senza dimenticare l'apporto che stanno dando Pace, Silvagni e Mattia”.

Tra lei e il ds Igli Tare c'è stata e c'è una grande sinergia, le parole di stima che le ha rivolto dopo la finale di TIM Cup Primavera lo dimostrano...

“Tare è un direttore sportivo esperto. La Lazio ha un gap abbastanza ampio con la Roma nelle categorie giovanili, un gap che viene colmato in Primavera. Così è stato sotto la mia gestione e così è in quella attuale. Questo perché Tare ha un occhio tecnico, in particolar quando si tratta di giovani. Abbiamo puntellato la squadra, facendo anche tanti affari. La Lazio non ha mai fatto spese folli nel settore giovanile. Gestendo le risorse interne e con alcuni innesti siamo stati protagonisti. Tare lo farà anche nelle prossime stagioni, su di me può contare sempre, lo sa”.

Ci parli della Lazio di Pioli vista con gli occhi dell'allenatore...

“Faccio i complimenti a Pioli, ha fatto cose importanti. Io e Reja siamo rimasti fino a maggio, Pioli ha ereditato un gruppo molto educato e professionale. Ha creato quell'entusiasmo di cui la squadra e l'ambiente aveva bisogno. Sono i risultati a fare la differenza, Pioli li ha raggiunti con il lavoro, la mentalità e il bel gioco. La Lazio ha incarnato pienamente queste caratteristiche. È una squadra che non ha paura, vuole fare la partita e la sa fare. In alcune occasione sa anche essere spregiudicata, lo dicono i numeri: la Lazio ha il secondo attacco della Serie A dopo la Juventus. Parliamo di una squadra che sa quello che deve fare, non è poco. Pioli ha creato un gruppo compatto, ha un staff ottimo, si è creata una grande interazione con chi c'era prima, questo ti permette di far crescere l'ambiente e creare quell'amalgama che porta i risultati. Le individualità sono di primo ordine, penso a Candreva e Felipe Anderson. La Lazio ha poi il vanto di avere due finalisti del Mondiale, Klose e Biglia non serve presentarli”.

Adesso ci sarà la finale di Coppa Italia e poi il derby...

“Faccio il miglior in bocca al lupo alla Lazio, merita il meglio. Sono due partite delicate, sevirà carattere oltre alle abilità. Se ti ritrovi a giocare partite del genere vuol dire che hai fatto bene, la Lazio spero faccia il miglior finale di campionato possibile, lo merita. La Juve è la più forte ma la Lazio non sarà da meno perché in casa ci sa fare, sarà una gara spettacolare.”

Pioli farà la formazione pensando al derby?

“Pioli sa cosa fare, conosce le condizioni dei giocatori, metterà le forze che ha a disposizione, adesso la finale è la partita più importante”.

Vede una Roma in calo fisico?

“Così sembra, ma in alcune gare conta più la condizione psicofisica, quindi non bisogna farsi ingannare. La Roma ha un potenziale tecnico importantsissimo”.