ESCLUSIVA - Cana: "Lazio e Marsiglia nel cuore, ma in Europa League tiferò l'OM"

Pubblicato il 07/09 alle 17:30
08.09.2018 07:00 di  Federico Marchetti  Twitter:    vedi letture
Fonte: Federico Marchetti - Lalaziosiamonoi.it
ESCLUSIVA - Cana: "Lazio e Marsiglia nel cuore, ma in Europa League tiferò l'OM"

Nella sua carriera è passato per Francia, Inghilterra, Turchia e Italia, ma il cuore l'ha lasciato in due posti soltanto: Lorik Cana, il Guerriero albanese, è particolarmente legato alla Lazio e al suo Olympique Marsiglia. L'urna di Montecarlo è stata beffarda per l'ex giocatore biancoceleste e ha deciso di mettere una contro l'altra in Europa League due squadre che per lui significano tanto, pezzi importanti della sua carriera. Proprio in vista del confronto che avverrà tra fine ottobre e novembre tra Lazio e Marsiglia, la redazione de Lalaziosiamonoi.it ha contattato in esclusiva il doppio ex Lorik Cana, che ha parlato a lungo delle due realtà biancocelesti che ha vissuto da calciatore.

Nello stesso girone di Europa League Lazio, Olympique Marsiglia e Eintracht Francoforte. Due posti per tre squadre?

"Al piazzamento finale mi auguro che passino il Marsiglia e la Lazio, penso che siano le due favorite. Ovviamente quando c'è una tedesca come l'Eintracht Francoforte non è mai facile, ci sono due posti per tre dando qualcosa in più alla Lazio e al Marsiglia. Non possiamo sapere chi arriverà prima e chi seconda, ma un qualcosa che avvantaggia Lazio e Marsiglia c'è nonostante l'Eintracht se la possa giocare. Il Marsiglia viene dalla bella esperienza dell'anno scorso e vuole ripetersi, dal nuovo progetto degli americani ha l'obbligo di arrivare tra le prime tre in campionato per andare in Champions League. Diversi anni senza Champions cominciano a pesare per una città come Marsiglia, vogliono assolutamente la qualificazione e ce la possono fare perché dopo il Paris Saint Germain gli effettivi più importanti ce l'hanno loro, il Lione e il Monaco. Il primo obiettivo sarà quello, l'Europa League la vedranno come una cosa in più perché i tifosi e la società vogliono la Champions".

Quanto è forte il legame che ti unisce all'Olympique Marsiglia?

"Sono molto legato sia alla Lazio che al Marsiglia, ovviamente la squadra per cui hai più amore è quella per cui sei cresciuto come tifoso. Da quando ho otto anni sono un tifoso dell'Olympique Marsiglia, sono cresciuto con la generazione di Boksic, Völler, Abedi Pelé, Barthez, i campioni d'Europa. In Svizzera era il Marsiglia la squadra più popolare: è il club più seguito anche in Francia, dove ha più di 10 milioni di tifosi ed è quasi vissuta come una grande religione calcistica. Dopo i miei primi passi da professionista - cinque anni tra Primavera e prima squadra al Paris Saint Germain - sono andato via da Parigi e sono voluto andare al Marsiglia. Questa cosa è stata vista come un affronto: è quasi come passare dalla Lazio alla Roma, c'è grande rivalità. Non ho mai nascosto il mio amore per il Marsiglia e, nonostante sia molto legato al PSG perché è lì che ho iniziato, ho giocato la prima Champions League, ho vinto il mio primo trofeo ed ho giocato con un giocatore come Ronaldinho, l'amore per la mia squadra era un'altra cosa. Ho avuto la fortuna di giocare con la maglia della squadra di cui ero tifoso. A Marsiglia sono diventato il più giovane capitano della storia del club a 24 anni, ho giocato due Champions League, con la città e con la gente ho un legame che ci sarà per sempre".

La Lazio ha vissuto un avvio difficile e, dopo le due sconfitte contro Napoli e Juventus, ha finalmente trovato i primi tre punti del suo campionato con il Frosinone. La squadra di Inzaghi può ripetere quanto di buono fatto nelle ultime due stagioni?

"Ho visto una Lazio che ha tenuto la maggior parte del suo effettivo, ha perso qualcosa con la cessione di Felipe Anderson che non ha mai dato il massimo del suo potenziale ma costituisce un'arma importante per una squadra. Per il resto la Lazio ha mantenuto l'ossatura di base della rosa, con un Acerbi che può fare delle ottime prestazioni perché è un difensore di alto livello che sarà molto di aiuto alla squadra. Penso che la Lazio possa fare molto bene perché i giocatori si conoscono a fondo, hanno in più l'esperienza dell'anno scorso. Quello che farà la differenza, al netto di una squadra che ha il potenziale per segnare di nuovo tanti gol, sarà prenderne meno dello scorso anno: la media gol subiti era troppo alta per una squadra che vuole andare in Champions League. Vedo una squadra che ha un potenziale fantastico: un Immobile che sa segnare, un Milinkovic-Savic che è rimasto, dei giovani giocatori che hanno un anno di esperienza in più e dei senatori come Radu, Lulic e Parolo. La Lazio conosce bene il calcio italiano, se la può giocare assolutamente".

In campo ti distinguevi per l'indole da guerriero, per la tua tenacia. C'è qualche giocatore della Lazio attuale in cui ti rivedi?

"Il modo di giocare è una cosa, la mentalità si può avere pur avendo altre qualità in campo. Io ho sempre visto una squadra che in campo ha una grande voglia di vincere la partita, poi arrivano però i momenti difficili della partita o della stagione in cui serve una forza mentale in più per cambiare il corso delle cose. Ci sono giocatori della Lazio che hanno esperienza ma è difficile trovarne qualcuno che abbia le mie stesse caratteristiche, l'importante è che siano professionisti e abbiano fame di vincere. La maggior parte di quelli che sono lì capiscono di far parte di una grande società che ha grandi aspettative, penso che abbiano dimostrato di essere a livello ma in certi momenti si deve avere quella forza mentale che ti fa svoltare la stagione o la partita. Su questo aspetto la Lazio deve ancora continuare a migliorare".

Sei andato a trovare la Nazionale albanese in questa sosta per la Nations League?

"Sono andato a trovarli nel ritiro, ero con Berisha, Strakosha, Basha, quelli con cui ho giocato in carriera. Il calcio albanese ha avuto un grande boom dovuto agli ultimi risultati della Nazionale, parlo della storica qualificazione all'ultimo Europeo: è stata una grande vetrina che ha fatto vedere che ci sono ottimi giocatori in un Paese in cui il calcio è lo sport numero uno. Un orgoglio nazionale non solo dal punto di vista calcistico: un successo così ha permesso anche di mettere l'Albania sulla mappa mondiale, c'è stata grande pubblicità per i giocatori. Dall'altra parte è un Paese che deve investire ancora tanto sul calcio: infrastrutture e campionato locale non sono ancora a livello, nonostante ci sia stato un miglioramento negli ultimi anni in cui il campione d'Albania è anche andato in Europa League. Ci sono investimenti, ma il lavoro da fare è ancora tanto".

Cosa c'è nel futuro di Lorik Cana?

"Ho una fondazione in Kosovo di cui sono fondatore e presidente, lavoro con i piccoli. Faccio anche un po' di televisione, ma entro due anni comincerò una carriera da dirigente nel mondo del calcio professionale. Non voglio assolutamente uscire dal mondo del calcio, farò anche altre cose tramite fondazione e tv ma ho voglia di provare il mondo dirigenziale. Dove? Non in Albania, ma comunque in Europa".

C'è un messaggio che vuoi mandare ai tifosi di Lazio e Marsiglia?

"Forza Lazio per il campionato e Allez l'OM per l'Europa League!".

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