ESCLUSIVA - Carta: "Lazio, perché non hai fatto esordire Guerrieri? Il settore giovanile è da rifondare"

23.06.2016 09:57 di  Claudio Cianci   vedi letture
Fonte: Claudio Cianci-Lalaziosiamonoi.it
ESCLUSIVA - Carta: "Lazio, perché non hai fatto esordire Guerrieri? Il settore giovanile è da rifondare"

Il portiere è un ruolo più che mai delicato, ma nonostante non sia al centro dei riflettori come un bomber di razza risulta essere fondamentale anch'esso nell'economia di una squadra. Dietro la formazione di questi atleti c'è tantissimo lavoro, che viene portato avanti dai preparatori. Alessandro Carta è uno di questi: svolge la professione di preparatore di portieri di calcio. È anche un Personal Trainer, l'ex portiere del Cagliari ed ex coordinatore dei preparatori dei portieri del Settore Giovanile della Lazio. Ma non solo, si cimenta anche in opere letterarie. L'ultima dal titolo 'Manuale del portiere', l'ha scritta con l'aiuto dell'ex estremo difensore del Palermo, Gino De Luca. Per parlare di questo testo e di Lazio, la redazione de Lalaziosiamonoi.it ha contattato in esclusiva proprio Alessandro Carta. 

Lei ha scritto un libro che parla dell'importanza del ruolo del portiere. Può parlarci di questo testo?

"È un libro che nasce proprio dall'esperienza fatta come coordinatore dei portieri della Lazio dal 2002 al 2012. Ho messo infatti anche tutti i metodi e i test, è un libro molto originale ed innovativo, è il frutto dei risultati eccellenti che ho ottenuto con i portieri del settore giovanile della Lazio in quegli anni. Ogni anno infatti usciva un bel portiere dal settore giovanile che veniva convocato in nazionale. Da Boccolini a Guido Guerrieri, quindi dalla classe 1984 di nascita al 1996, per poi continuare con Luca Borrelli, classe 1998; sono tutti allievi che hanno usufruito di questo metodo. E poi, a metà di questo decennio, ha collaborato con me il collega Gino De Luca, che è ancora alla Lazio come preparatore dei portieri dei giovanissimi nazionali. Quindi il libro parte proprio dalla composizione del gruppo portieri in una scuola calcio, fino alla preparazione completa di un portiere di prima squadra. E io il primo anno sono stato proprio preparatore di prima squadra, infatti mi sono ritrovato un certo Peruzzi ed un certo Marchegiani, e proprio Luca Marchegiani ha fatto la prefazione del libro. È quindi un manuale per tutti i portieri, anche a livello internazionale, perché è già stato tradotto in inglese. Ma questo grande e completo manuale per i portieri nasce proprio dalla Lazio".

Lei ha citato tanti grandissimi portieri anche del passato, vorrei parlare dei portieri in casa Lazio. Si parla di Federico Marchetti, vorrei un suo giudizio su questo portiere e come mai secondo lei ha qualche calo di concentrazione, visto che alcune prestazioni sono state molto altalenanti, soprattutto negli ultimi due anni...

"Federico (Marchetti, ndr) è un mio amico, lo conosco dai tempi del Cagliari. C'è stato un momento in cui ha realmente rischiato di perdere il posto e di essere sostituito da Guido Guerrieri a Palermo, e forse questa è stata la scossa che gli ha fatto concludere la stagione in crescendo. Ricordo la bella prestazione a Carpi ad esempio, i due rigori parati, ma non solo. E quindi questo gli ha consentito di entrare nel giro dei portieri della Nazionale. Deve ritrovare una strada di concentrazione massima per aumentare la continuità e l'eccellenza del rendimento. Però lui ha la testa per farlo e potrà ancora giocare bene alla Lazio. A Palermo, però, avrei voluto vedere Guido Guerrieri, perché comunque meritava che la Lazio, dopo tre anni in prima squadra, lo facesse esordire almeno cinque minuti, con la Fiorentina sul 4-2 non cambiava niente. Tra l'altro, in porta con la Fiorentina c'era un altro nostro prodotto che è Luca Lezzerini, portiere che nella scuola calcio Lazio giocava da centrocampista, ma noi lo abbiamo invitato a fare il portiere perché era molto alto. Quindi sarebbe stato bello vedere come ultima partita Fiorentina-Lazio, con Lezzerini e Guerrieri, che erano i due portieri dei giovanissimi della Lazio".

 Berisha, un suo giudizio?

"Berisha per me non è un portiere da Serie A perché, sempre parlando dei miei ex portieri, è venuto alla presentazione del libro un certo Antonio Rosati, alto 1.96 cm, che è stato il miglior portiere della Serie B quest'anno a Perugia. Tornando a Berisha: certi portieri non possono stare in Serie B, devono stare in Serie A. Quindi non sono assolutamente d'accordo con l'arrivo di portieri stranieri se non sono più bravi dei nostri. Il portiere straniero che viene a giocare in Serie A deve essere più bravo del titolare della Nazionale, non del titolare della squadra nella quale va a giocare. Non può arrivare un portiere che porta via il posto a Marchetti, e che per questo non viene convocato ai Mondiali del 2014, e poi anche altri che tolgono il posto a portieri bravi cresciuti gratis nel settore giovanile della Lazio. I giocatori italiani dei settori giovanili devono avere lo sbocco verso la prima squadra di riferimento. Se arriva un portiere straniero deve essere più bravo dei nostri. Ben venga Handanovic. E così non solo per i portieri, ma anche per gli altri ruoli".

Infine Guerrieri: quest'anno il portiere è stato in panchina con la Lazio, ma ha vinto tanti premi...

"Sta continuando a ritirare premi. Possibile che non gli viene dato un premio ben più importante come l'esordio in Serie A? Non capisco perché. Nemo propheta in patria, è anche stato nominato il portiere del mondiale del Qatar. È stato mandato in Qatar da una commissione internazionale che l'ha giudicato per questo miglior giocatore dell'anno. Essere nominati come miglior giocatore dell'anno per un portiere non è facile. L'hanno preso solo altri due, sono Gigi Buffon e Rosati, quindi due su tre li ho cresciuti io. Se non hai intenzione di dargli una soddisfazione del genere, mandalo a giocare in Serie B. Anche da Palermo in poi, se avesse giocato Marchetti o Guerrieri, la Lazio avrebbe avuto comunque questi risultati nella parte finale di stagione. Sicuramente Guido (Guerrieri, ndr) non avrebbe preso più gol di Marchetti, anzi, magari anche qualcuno in meno (ride, ndr)”.

Quest'anno la Primavera non è riuscita ad arrivare nelle Final Eight perché è uscita con l'Empoli, e non ha ottenuto i risultati che aveva avuto con Simone Inzaghi. Qual è il suo giudizio sul settore giovanile attuale della Lazio?

"È da ricostruire. Simone Inzaghi è molto bravo, ha vinto con delle squadre già preparate. Avevano criticato tanto il Generale Coletta, con il quale ho collaborato per tanti anni, e invece poi i giocatori bravi italiani sono usciti proprio da quel periodo. La programmazione va comunque totalmente rivista e rifatta, perché non può arrivare un olandese (Joop Lensen, ndr) che non sa niente di Roma, che ha un bacino di utenza enorme, ma non può pensare di fare in un anno meglio di chi ci ha lavorato per dieci anni e ha programmato e fatto provini a giocatori presi non dall'estero. Bisogna quindi ridare fiducia al giovane romano, Roma ha 5 milioni di abitanti, un'utenza enorme. Alle giovanili dovrebbero fare dei provini e trovare dei nuovi talenti per comporre una squadra. Va bene vincere, ma l'importante è anche far arrivare giocatori come Cataldi, Guerrieri, Germoni, Mattia, Murgia, quelle sono state annate straordinarie.

Parlando di Marcelo Bielsa, non si era mai visto un allenatore nel mondo Lazio che, il primo giorno di trattative, viene a dire che vuole fare lui la squadra e che la vuole gestire lui. Un allenatore-manager, un po' più moderno rispetto ai tecnici del passato...

"Quando io sono arrivato alla Lazio nel 2002 c'era l'Argentina di Bielsa che si allenava a Formello. Bielsa è come il discorso di prima sui portieri: deve arrivare un allenatore che è di livello internazionale che possa essere una guida e portare idee nuove in Italia. Secondo me merita di stare nel campionato italiano, forse doveva arrivare anche un po' prima. Se Lotito gli dà carta bianca, ritiene che Bielsa può rappresentare le idee di Lotito e Tare. Se ha la capacità di rappresentare la società, gli daranno solo carta bianca. È anche vero che ci sono allenatori-manager ma poi, se non arrivano i risultati, il presidente cambia rotta, visto che i soldi li mette lui".

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