ESCLUSIVA - Cataldi Mania, parla il cugino: "È una sfida con se stesso, rifiutò Manchester per crescere qui"

Pubblicato il 28/1 alle ore
29.01.2016 07:00 di  Davide Capogrossi  Twitter:    vedi letture
Fonte: Davide Capogrossi- Lalaziosiamonoi.it
ESCLUSIVA - Cataldi Mania, parla il cugino: "È una sfida con se stesso, rifiutò Manchester per crescere qui"
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© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

La famiglia è sacra. Regola aurea del nostro Sud. Missanello è un comune di 500 anime incastonato nella Val d'Agri, in provincia di Potenza. Qui nacque il signor Franco Cataldi, il padre di Danilo. Franco si sposò con Patrizia, romana, che gli ha regalato due splendidi figli: Debora e Danilo. Il maschietto di casa Cataldi ha sempre avuto una certa predisposizione per il calcio. Personalità e buona tecnica sin da piccolissimo.  A scuola si applicava, con risultati alterni. Un giorno la professoressa delle scuole medie convocò i genitori per discutere del rendimento del ragazzo. "Tranquilli, non vi preoccupate, farò strada con il calcio". Questa fu la giustificazione di Danilo Cataldi, il primo dribbling, perfettamente riuscito. L'aneddoto ci viene raccontato dal cugino Angelo. I due sono sempre stati molto legati, la redazione di lalaziosiamonoi.it l'ha contattato in esclusiva per un'intervista che spazia tra aneddoti, valori e sogni.

Contro il Chievo è arrivato il primo gol in Serie A, sei soddisfatto di tuo cugino? "È un gol importante a livello personale, si è sbloccato. La sua reazione nell'esultanza nasce proprio da questo. Si è dato una grande pressione lui stesso, è un discorso di aspettative".

Chi è Danilo Cataldi? Una persona umile, sensibile, non pensa ad apparire. Veniamo da una famiglia del Sud, i valori principali sono rimasti".

Tu sei un po' più grande, avete mai giocato a calcio insieme? "È capitato più volte. Io anche ho giocato per tanti anni, poi ho smesso per un infortunio gravissimo. Abbiamo condiviso questa passione. Ha sempre avuto grande tecnica, era più predisposto ad un'evoluzione".

Ti ha mai rivelato che un giorno avrebbe giocato in Serie A? "È una sfida che si è dato a se stesso. Quando la professoressa delle scuole medie convocò i genitori perchè la rendita scolastica non era la stessa di quella in campo, lui disse di non preoccuparsi, che avrebbe fatto strada in un altro tipo di percorso. E alla fine così è stato".

E tu quando l'hai capito? "Io lo seguo dai tempi della Lazio Pulcini, già da allora se ne parlava anche se era ancora un bambino. Aveva dei margini importanti per crescere dal punto di vista tecnico e mentale".

Tutti i bambini hanno il poster di un calciatore in camera. Qual era il suo? "Sinceramente non lo so".

Chi è invece il suo mito oggi? "Klose è il punto di riferimento, sia umanamente che professionalmente è una persona straordinaria. Mi piacerebbe conoscerlo, se tutti ne parlano bene un motivo ci sarà".

Tuo cugino è cambiato da quando è diventato professionista? "Conosco alcuni calciatori che sono diventati professionisti, lui è rimasto se stesso. Sempre disponibile per un aperitivo, è chiaro che deve far combaciare il tutto con i suoi impegni, ma appena trova un minimo di spazio lo dedica alla famiglia e agli amici".

Qual è il sogno di Danilo oggi? "Il suo sogno è crescere calcisticamente qui a Roma. Ci sono stati diversi interessamenti in questi anni, quando era più piccolino ci provarono anche il Manchester City e il Manchester United. Lui ha sempre rifiutato per poter crescere qui. La Nazionale? È il traguardo di ogni italiano che intraprende questa carriera, è il top".