ESCLUSIVA - Di Mario, storia di un fuori rosa: "Lavoro con il mio preparatore per rilanciarmi! E su Zarate..."

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08.04.2014 07:30 di  Davide Capogrossi  Twitter:    vedi letture
Fonte: Davide Capogrossi - Lalaziosiamonoi.it
ESCLUSIVA - Di Mario, storia di un fuori rosa: "Lavoro con il mio preparatore per rilanciarmi! E su Zarate..."

Lo chiamavano bomber. Tempi di reti a raffica ed esultanze in serie, quando Alessandro Di Mario trascinava l'attacco della Primavera della Lazio. Punta classe '91, un talento di prospettiva che aveva raccolto pareri positivi dagli addetti ai lavori. Il picco nella stagione 2009/10, 16 reti con le quali condusse la squadra alle fasi finali, a fine stagione firmò un quinquennale e fu aggregato in prima squadra, il sogno nel cassetto dell'esordio con i big. Poi l'esperienza al Pergocrema e il periodo da fuori rosa a Formello, con Zarate, Diakitè e un gruppo di illustri esiliati. Oggi Alessandro Di Mario si allena con il suo preparatore, ha un contratto con la Lazio sino al 2015 e, dopo le trattative fallite per trasferirsi negli Usa e in Svizzera, si allena duramente per trovare un nuova squadra e rilanciare la sua carriera. La redazione di Lalaziosiamonoi.it l'ha contattato in esclusiva.

Qual è la tua situazione attuale? "Sono stato in Svizzera a febbraio, in prova per dieci giorni (al Wil, nella Challenge League, ndr). Il campionato si sarebbe fermato la settimana dopo per la pausa invernale, non si è trovato l'accordo. Mi avevano promesso vitto e alloggio ma alla fine non è stato così ed è saltato tutto".

Si sono aperte piste alternative in questi mesi? "Mi ha chiamato il Sulmona in Serie D a gennaio, ma la trattativa non è proseguita perchè avrei dovuto rescindere il contratto con la Lazio entro il 31 dicembre. Sono tornato alla Lazio per discutere la mia situazione, sono fuori rosa. Mi hanno dato la possibilità di allenarmi a Formello, ma ho assunto un preparatore personale per lavorare al meglio".

Un anno fa sembravi vicino ai Chicago Fire. Cosa è successo poi? "Mi dissero di prendere tutte le mie cose a Formello e fare il biglietto, perchè sarei dovuto partire all'indomani, ma non si sono più fatti vivi. Avevano appena esonerato l'allenatore e non interessavo più, quindi non sarei più dovuto partire. Io non credo neanche a questa motivazione, mi è sembrata una presa in giro"

Propositi per il futuro? "Mi sento un po' giù perchè è un anno e mezzo che sono fuori rosa e non ho grandi stimoli. Il prossimo anno, che si tratti di D o Lega Pro, cambierò sicuramente perchè vado in scadenza (nel 2015, ndr) e non ha più senso rimanere alla Lazio. La società mi ha assicurato che mi pagherà fino a scadenza ma mi ha detto che sono un elemento che può giocare tranquillamente in Lega Pro, posso ambire a qualcosa in più del fuori rosa".

Nel 2009-10 hai firmato un quinquennale, dopo una stagione in Primavera da 16 reti. Speravi in una possibilità in prima squadra? "Ho firmato il contratto a fine stagione, sono andato al ritiro ad Auronzo, ho disputato due amichevoli segnando anche un gol. Pensavo di far parte del gruppo, mi era stato detto così, prima della firma avevo anche una proposta in B con il Grosseto. Mi sono sempre allenato ma non sono mai stato premiato nemmeno con una convocazione. L'anno seguente mi sono infortunato al polpaccio e sono rimasto fuori due mesi, ho avuta una ricaduta".

Come hai vissuto il periodo da fuori rosa? Ci sentivamo ragazzi messi da parte. Io, Mendicino, Cinelli, Barreto, tutti molto giovani, eravamo tristi. Ci allenavamo con calcio tennis, potenza aerobica, devo dire che il preparatore Alessandro Fonte è stato molto presente, ci ha sempre aiutato, ci sosteneva perchè comprendeva la situazione. Orari e spogliatoi diversi dalla prima squadra, senza un grande interesse nei nostri confronti, ma chi ci seguiva era sempre presente e ci ha sempre aiutato".

Nel gruppo delle 'riserve' c'era anche Mauro Zarate. Ti aspettavi la sua esplosione in Argentina? "Le qualità di Mauro sono indiscutibili, è ancora giovane. Me l'aspettavo, magari il campionato argentino non è al livello del nostro ma anche se fosse andato in Ucraina (era vicino alla Dinamo Kiev, ndr) avrebbe fatto bene. Non ho mai dubitato delle sue qualità, si vedeva che era di un'altra categoria. Il suo morale non era alle stelle, dopo l'esperienza all'Inter e almeno una stagione da beniamino dei tifosi della Lazio un calo era comprensibile, ma messo fuori rosa è stato troppo".

Credi alla possibilità della qualificazione della Lazio in Europa? "Con Petkovic la squadra si era allontanata dopo le sirene della Nazionale svizzera. La squadra conosce bene Reja, adesso ha preso una convinzione diversa. Quando ero in prima squadra l'ho conosciuto in ritiro, è un professionista vero, è bravo a motivare e vuole sempre il 100% da tutti. Mancano 6 partite, il Parma è in forma ma la Lazio anche quest'anno potrebbe centrare l'Europa League".