ESCLUSIVA - Falasca, ex re di Primavera: "Lazio, Keita e Cataldi sono il tuo futuro!"

Pubblicato il 5 ottobre alle ore 19.23
06.10.2015 07:25 di  Davide Capogrossi  Twitter:    vedi letture
Fonte: Davide Capogrossi - Lalaziosiamonoi.it
ESCLUSIVA - Falasca, ex re di Primavera: "Lazio, Keita e Cataldi sono il tuo futuro!"

Tre campionati vinti con tre squadre diverse. L'ultimo, il più bello, sollevando la coppa in cielo da capitano. Il miracolo di Gubbio, uno schiacciante 3 a 0 ai danni dell'Atalanta. Gianmarco Falasca è uno dei giocatori più vincenti della storia del Campionato Primavera. Centrocampista dai piedi educati, testa alta e rifiniture puntuali per gli attaccanti. Quel gruppo guidato da Alberto Bollini è entrato nella storia ed ha gettato le basi per i successi futuri dei ragazzi di Inzaghi. Falasca era uno dei simboli di quella squadra, tra i giocatori più tecnici insieme a Danilo Cataldi e Keita Balde Diao. Una sintonia invidiabile, dentro e fuori dal campo. Tra piedi buoni ci si capisce sempre. Oggi quei compagni di avventura sono due elementi fondamentali del progetto Lazio. Falasca invece non ha avuto possibilità in prima squadra. È ripartito dal basso, è il perno della mediana dell'Olbia, in Serie D, guidato da un ex centrocampista di qualità (visto anche in biancoceleste, ndr) come Oberdan Biagioni. La redazione di Lalaziosiamonoi.it ha contattato in esclusiva proprio Gianmarco Falasca per un'intervista fiume tra ricordi e speranze, con un focus su Cataldi e Keita, i due co-protagonisti dell'immensa impresa di Gubbio.

Seconda stagione ad Olbia da protagonista, come procede il tuo percorso? "Questo è un progetto ambizioso. Ho ricevuto alcune proposte in estate ma ho preferito rifiutarle perché credo molto in questa realtà. Spero che questa esperienza possa aiutarmi a riavvicinarmi il più possibile al calcio che conta. Tutto questo grazie ai miei compagni e al mister che sta aiutando a completarmi in alcuni aspetti del gioco".

La Lazio ha fornito una grande prova di maturità contro il Frosinone. Stiamo rivedendo pian piano la squadra che ha stupito tutti nella scorsa stagione? "Sicuramente. Ho visto l'intervista post partita di Keita e penso che abbia centrato il punto parlando di una partita da sbloccare nel primo tempo. Queste squadre si chiudono bene, prima riesci a far gol e meglio è. La Lazio è stata brava a mantenere l'equilibrio per tutta la partita, alla fine è riuscita a sfondare il fortino di un Frosinone che non aveva demeritato sino a quel momento".

L'ha sbloccata il tuo amico Keita, per l'appunto. Entrando dalla panchina è sempre più decisivo, ma a questo punto è difficile negargli la maglia da titolare. "Se lui si convince di poter essere determinante partendo dalla panchina credo che potrà togliersi diverse soddisfazioni e dare una grossa mano alla Lazio. Può fare la differenza in qualsiasi momento, deve solo continuare ad essere positivo. Arriveranno le partite in cui giocherà da titolare e sono certo che farà la differenza allo stesso modo".

Hai avuto modo di sentirlo recentemente ed avere un suo feedback sulla stagione in corso? "L'ho rivisto prima dell'estate in aeroporto, stava tornando a casa. Ci siamo salutati, mi ha fatto molto piacere ma non ci siamo soffermati sul calcio".

Quando ti sei reso conto delle potenzialità incredibili di questo ragazzo? "Mi aveva già impressionato il fatto che per alcuni problemi burocratici era dovuto star fermo un anno e mezzo, ma non appena aveva ricominciato sembrava giocasse con noi da sempre. Non aveva perso neanche l'abitudine alla partita, già questo ti fa capire la forza mentale di un calciatore. Tutti noi sapevamo che sarebbe stato il primo a emergere in maniera così importante, gli auguro di continuare così. Le sue qualità erano evidenti...".

Nel settore giovanile ci aveva già regalato qualche colpo da campione... "La progressione in semifinale (Final Eight 2013, ndr) contro il Chievo fu impressionante, partì dall'area nostra su un corner ribattuto e si fece 80 metri palla al piede con una forza incredibile, mantenendo la lucidità per fare l'assist per il gol. Lì abbiamo capito che aveva un qualcosa in più rispetto agli altri".

In estate si è parlato di una possibile partenza. Secondo te la Lazio ha il dovere di tenersi stretto il suo talento? "Ha tutte le carte in regola per diventare uno degli esterni più determinanti del nostro campionato negli anni a venire. Lui quest'estate si sentiva un po' chiuso magari, erano circolate delle voci su una possibile partenza. Penso che Pioli sappia come valorizzarlo e che continuare insieme sia la cosa migliore per lui e per la Lazio...".

Da Keita a Cataldi. Danilo sta incontrando qualche difficoltà nella sua seconda stagione in A, ha dichiarato di sentire un po' la pressione. Forse ha perso la spensieratezza dell'annata da rookie? "È un aspetto importante, probabilmente ha vissuto le prime partite sull'onda dell'entusiasmo. Questo gli ha permesso di non sentire le pressioni che sono normali per un prodotto del settore giovanile come lui, romano e laziale. Quest'anno forse sta soffrendo un po' di più, ma credo che possa convincersi di essere in grado di fare la differenza. La vicinanza di Biglia può dargli una grossa mano per tornare a fare le ottime prestazioni che l'hanno contraddistinto nella scorsa stagione".

Pioli l'ha provato spesso in cabina di regia in alternativa a Biglia, pensi che stia soffrendo questo arretramento di posizione? "Biglia è fondamentale per la Lazio, credo che sia il giocatore più determinante. Nessuno riesce a controllare il ritmo come fa lui. La differenza si è vista nelle uscite in cui non ha giocato. Danilo mi piace di più a ridosso delle punte perchè può servirle ottimamente, ma ha la qualità per ricoprire il ruolo di vice Biglia. È una mansione che richiede grande maturità e concentrazione, credo che al momento possa esprimersi meglio vicino alle punte o da interno di centrocampo, giocando con meno responsabilità".

Quanto è importante preservare un talento del genere, romano e laziale? "La Lazio ha l'obbligo di puntare fortissimo su Cataldi, ha un giocatore del genere cresciuto in casa. Se dovesse andare a prenderlo all'estero dovrebbe investire almeno 15 milioni. Deve essere uno dei cardini per i prossimi anni":

Dove può arrivare oggi questa Lazio? "In questo momento è difficile fare previsioni, bastano tre-quattro vittorie per ritrovarsi in testa alla classifica. Tutte le squadre stanno rallentando, sarebbe importante consolidare il risultato dell'anno scorso. Arrivare terzi per due anni consecutivi sarebbe un risultato fondamentale per la crescita della società".

Una fotografia della tua esperienza alla Lazio."Quando abbiamo vinto lo Scudetto Primavera, la foto in cui sono sulle spalle di un compagno con la coppa al cielo. Mi viene in mente spesso, è uno dei momenti più emozionanti della mia carriera. È stata un po' una sorpresa. Prima della chiamata di mister Bollini non avrei mai pensato di finire alla Lazio per giocare l'ultimo anno del campionato Primavera. È stata una scelta azzeccatissima di cui porto un bellissimo ricordo".

Cosa  ti manca di quel periodo e con chi sei rimasto in contatto? "Sono rimasto in contatto con Cataldi, Serpieri, De Francesco e Ilari, i più anziani del gruppo. Scendendo di categoria manca un po' la possibilità a livello di strutture, ma anche la bellezza del campionato perché ti confronti con i settori giovanili delle altre squadre di A, hai una grande visibilità. È un palcoscenico che auguro a tutti i ragazzi che giocano a calcio".

Da chi ti saresti aspettato un qualcosa in più rispetto al potenziale a disposizione? "Tounkara oggi sta esprimendo il suo potenziale, ma forse ha avuto bisogno di un anno in più rispetto a quel che pensavamo. Dopo lo Scudetto qualcuno si aspettava una maturazione maggiore, ora a Crotone sta andando molto bene. Penso che stia finendo il suo percorso di crescita e spero che alla Lazio possa tornare un giocatore pronto e che possa fare molto bene".

Hai qualche rimpianto per il tuo periodo biancoceleste? "Sono passati due anni, magari nell'estate in cui ero rimasto senza contratto non ci fu molta chiarezza. Quando le cose non vanno benissimo le colpe sono da dividere. Io anche avrei potuto far qualcosa in più, ma ho pochi rimpianti e il mio percorso in Primavera non si poteva concludere con un finale migliore di quello..."