ESCLUSIVA - L'appello di Delio Rossi: "Basta allarmismo, contro la Juve vedremo una grande Lazio!"

Pubblicato il 16/11 alle ore 15
17.11.2014 07:20 di Lalaziosiamonoi Redazione   vedi letture
Fonte: Andrea Centogambe/Saverio Cucina/Francesco Tringali - Lalaziosiamonoi.it
ESCLUSIVA - L'appello di Delio Rossi: "Basta allarmismo, contro la Juve vedremo una grande Lazio!"
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In occasione della V edizione del torneo amichevole di calcio a 11 “Un altro calcio è possibile”, è intervenuto ai microfoni de Lalaziosiamonoi.it Delio Rossi. Con l'indimenticato mister biancoceleste abbiamo analizzato l'ultima sconfitta di Empoli e ci siamo proiettati verso il big match contro la Juventus del prossimo 22 novembre. Non solo, al tecnico romagnolo abbiamo chiesto un parere su Keita, Ledesma e Mauro Zarate, suo vecchio pupillo. 

La Lazio ha inanellato ben sei risultati utili consecutivi, poi cos'è successo?

“Questa sconfitta dice che la Lazio, per quanto fatto vedere sino a ora, può vincere con tutti e perdere con tutti. Io sono convinto paradossalmente che la Lazio contro la Juve farà una grandissima partita, avrà quella giusta tensione che invece a Empoli non c'è stata. Prendere due gol su calci piazzati è sintomo di disattenzione, però il nostro calcio è così, chiunque ti può mettere in difficoltà”.

Solo un calo di tensione quindi, non si tratta secondo lei di un difetto di carattere...

“Qui si passa da un'euforia eccessiva a un allarmismo esagerato. Non penso che la squadra abbia dimostrato deficienza di carattere o di gioco, è stata una partita non giocata con la giusta tensione nei momenti chiave”.

Che partita sarà Lazio-Juventus?

Sarà una bella partita, la Lazio è capace di fare un risultato eclatante”.

Allegri si è dimostrato intelligente in questo inizio di stagione non toccando la macchina ideata da Conte. Pian piano però sta imponendo le sue idee di gioco...

“Io l'ho detto in sede di precampionato, Allegri ha scelto una sfida molto difficile in un ambiente sicuramente esaltante perché è andato ad allenare la squadra più titolata d'Italia. Ma è anche un ambiente dove vivrà sempre il confronto con quello che è stato fatto nel recente passato. Ha dimostrato intelligenza, capacità, soprattutto voglia di mettersi in discussione. Inizialmente aveva tutto da perdere e niente da guadagnare, ma questo fa parte del nostro modo di essere, il fatto di mettersi continuamente in discussione. Onore e merito ad Allegri che sta facendo bene. Quello che ha fatto Conte è sotto gli occhi di tutti e rimarrà, ma Allegri non è andato lì a mettersi in contrapposizione con lui. Sta cercando di fare il massimo e lo sta facendo bene”.

Per Keita è stato un inizio di stagione travagliato...

“Stiamo parlando di un ragazzo che sicuramente ha dimostrato talento, ha delle capacità, altrimenti non starebbe nella Lazio. Poi come tutti i ragazzi magari difetta di continuità, ed è questo lo step che deve fare un giocatore di talento per diventare un giocare importante in una squadra importante qual è la Lazio. Penso sia sotto un'ottima guida, anche i compagni lo aiuteranno a crescere se lui vorrà”.

Avrà sentito le voci di mercato che rivogliono Zarate in Italia, in Inghilterra la sua esperienza stenta a decollare. Rivedremo mai il suo Zarate?

“Zarate è un giocatore che mi sono trovato alla Lazio, mi sono accorto che aveva del talento e lo ha tutt'ora. Non dimentichiamoci che al Mondiale Under 20 giocava in coppia con un giocatore che adesso fa la differenza, Aguero. Con me Zarate si è comportato non bene ma benissimo, ha fatto vedere cose importanti. Stavamo lavorando sui suoi difetti, perché come tutti i giocatori ha tanti pregi ma anche difetti. Lui si era messo a disposizione. È un giocatore di difficile collocazione tattica, ogni tanto va lasciato a briglie sciolte e poi richiamato. L'ho già detto, il problema non è Mauro ma chi lo gestisce”.

Lucas Biglia sta finalmente mostrando le sue doti, mentre Cristian Ledesma, pilastro della sua Lazio, è finito in panchina. Cosa gli consiglierebbe di fare?

“Cristian è un giocatore che venne alla Lazio per mia volontà. Nella posizione di campo che occupava, sostituiva Liverani, un giocatore completamente diverso. Anche da Biglia è completamente diverso. Ledesma è uno schermo davanti alla difesa, non è un regista o uno che illumina il gioco. Lui ha altre capacità e le ha fatte vedere in questi anni, tanto è vero che è diventato capitano e perno di questo club. È un ragazzo eccezionale, ha grandi motivazioni interne e da questo momento particolare della sua carriera saprà trarre degli insegnamenti. Conoscendolo, non è uno che abbandona facilmente, poi deciderà lui sul suo futuro insieme alla società. Io sono l'ultimo che posso dare consigli”.

In tanto hanno visto delle affinità tra questa Lazio e la sua, per tipologia di gioco e per come diverte...

“Questa è una squadra diversa, poi è cambiata la filosofia della società. La mia Lazio si stava formando e su di essa gravavano grandi problemi economici, quindi dovevamo investire sui dei ragazzi, fare delle scommesse. Che poi sino rivelate importanti, hanno portato beneficio alle casse della Lazio: parliamo di giocatori che adesso militano in alcune della squadre più importanti al mondo. Adesso c'è un mix di giocatori che devono farsi conoscere, vedi Keita, ed elementi che hanno già sulle spalle un passato importante, non ultimo Klose che è campione del Mondo. L'accostamento con un qualcosa di positivo non può che farmi piacere”.

C'è una frase che lei ha pronunciato in occasione dell'evento 'Di Padre in Figlio' rimasta nella mente di molti, ovvero “non c'è futuro senza rispetto del passato”. Pochi giorni fa Alessandro Nesta ha detto che ormai in questo club conosce solo il magazziniere. Eppure la Lazio di grandi uomini del passato da inserire in società ne avrebbe, perché Lotito non tenta di colmare questa lacuna?

“A questa domanda non saprei rispondere perché non sono Lotito, però posso dire il mio pensiero. Chi si è comportato bene con una squadra, chi ha fatto la storia dovrebbe avere una sua funzione. È segno di continuità e rispetto della storia, è una testimonianza per certi giocatori che non hanno vissuti quei tempi. Non si spiegherebbero 60mila persone che sono venute a vedere il nulla, praticamente tutti ex giocatori. Ho visto tanti ragazzi che magari dei presenti ne avevano sentito solo parlare". 

Il terzo posto è un obiettivo concreto?

“La Lazio è ben strutturata. C'è da dire che ha avuto anche tanta sfortuna con Gentiletti, un giocatore che colmava una lacuna storica - ovvero l'assenza di un centrale dominante – e poteva fungere da guida per de Vrij. Anche de Vrij è molto forte e molto giovane, avrebbe bisogno di essere guidato in una certa maniera. Secondo me non ha ancora la struttura per guidare la difesa. Gentiletti aveva fatto vedere che poteva essere lui questo tipo di giocatore. La Lazio è una squadra che insieme ad altre cinque o sei lotterà per il terzo posto. Si deve puntare sempre al massimo, poi se non ci si riesce pazienza. Non bisogna nemmeno vivere a seconda delle situazioni, se si perde a Empoli non si è più da terzo posto, si vince a Firenze e il terzo posto è a un passo. L'equilibrio dà la dimensione di un ambiente".

La rivedremo presto in panchina?

“Mi auguro di sì, anche perché so fare solo quello. Non so fare il vostro mestiere (ride, ndr)”.