ESCLUSIVA - L'ex promessa Ruggiu: "La Champions con la Lazio fu il coronamento di un sogno!"

Pubblicato il 16/11 alle ore 18
17.11.2014 07:15 di Davide Capogrossi Twitter:    vedi letture
Fonte: Davide Capogrossi - Lalaziosiamonoi.it
ESCLUSIVA - L'ex promessa Ruggiu: "La Champions con la Lazio fu il coronamento di un sogno!"

Emozioni, brividi, ricordi indelebili. La numero 29, con lo stemma della Champions League accanto a quello dello Scudetto. Una maglia che vale una vita trascorsa a rincorrere un pallone. Daniele Ruggiu oggi ha 33 anni, ha smesso con il calcio, almeno a livello professionistico. E' il presidente della Polisportiva Albarossa, una delle realtà sportive del quartiere Pietralata, periferia nord est della Capitale. Qui tirò i primi calci Daniele Ruggiu, attaccante con il gol nel sangue. Una scalata vertiginosa sino alle giovanili della Lazio, una Coppa Italia e un Campionato Primavera conquistato nella prima trionfale edizione del Bollini team. Volpe, Ruggiu, Berrettoni: l'attacco delle meraviglie. Sino all'apice, l'esordio in Champions League, la Lazio dei campioni. La favola di Daniele Ruggiu è breve ma incredibilmente intensa. La sua carriera è proseguita nelle serie minori, il talento non sempre garantisce una carriera al top. Tuttavia, quando parla di quella squadra fantastica, non c'è spazio per i rimpianti, l'emozione è tangibile, i ricordi vividi ed appassionati. La redazione di Lalaziosiamonoi.it ha intervistato in esclusiva proprio Daniele Ruggiu, ex promessa della Lazio, per rivivere insieme quei fantastici momenti.

Sei rimasto nel mondo del calcio? "Attualmente sono il presidente di una società dilettantistica del quartiere romano di Pietralata, la Polisportiva Albarossa. E' un legame con il mio passato e le miei origini perchè iniziai con questa squadra prima di approdare alla Lazio".

Ti manca il brivido del gol? "In alcuni momenti sì. C'è un po' una sofferenza nel vedere gli altri giocare, ogni tanto la voglia si fa sentire".

Se ti dico Lazio a cosa pensi? "Mi viene in mente un percorso di crescita non solo a livello calcistico ma anche a livello personale e di vita quotidiana. E' tutta una serie di ricordi positivi che mi porto dietro"

Nel settore giovanile eri una vera promessa, hai conquistato lo Scudetto Primavera nel 2001 con una squadra molto talentuosa, anche se i soli Di Cesare e Domizzi hanno assaggiato la massima serie. "Il 90% di quel gruppo allo stato attuale avrebbe ricevuto una maggiore gratificazione. In quel momento la Lazio era una delle società al vertice del calcio italiano, con i migliori giocatori, trovare spazio era abbastanza difficile"

Con la prima squadra hai collezionato due presenze contro Sparta Praga e Leeds. "Mi torna subito in mente la prima volta che il mister mi ha chiamato per entrare in campo. Una sensazione di incredulità, già era tanto per me vivere quella situazione dalla panchina, esser chiamato in causa era il coronamento di un sogno".

Salas, Crespo, Ravanelli, Inzaghi. Cosa hai imparato dai grandi bomber di quella Lazio? "Era un gruppo dove apprendere e rubare con gli occhi era semplice. C'era tanto da imparare da ognuno di loro, erano tutti dei grandi esempi"

Con Nesta invece non avevi vita facile... "Assolutamente sì, era praticamente impossibile, soprattutto per noi ragazzi che provenivamo dal settore giovanile. Rispetto a loro avevamo un passo diverso, è stato molto impegnativo, soprattutto nei primi tempi".

Hai un aneddoto simpatico relativo a quel periodo?  "Eravamo in ritiro, ci spostavamo dall'hotel per andare agli allenamenti o per disputare le amichevoli nei classici pulmini da 10-12 persone. Una volta Attilio Lombardo era alla guida, eravamo all'altezza di una rotatoria e lui si mise a fare due-tre giri. Eravamo tutti divertiti, è un personaggio simpaticissimo, sempre dedito agli scherzi".

L'anno seguente sei andato al Cittadella in prestito, poi abbiamo perso le tue tracce. "Da quel  momento in poi c'è stata una discesa per una serie di circostanze. Al Cittadella iniziò molto bene in ritiro. poi per infortunio saltai tutta la seconda parte. Ho perso un po' il passo anche rispetto agli altri giovani presenti. Poi per una serie di circostanze discutibili a livello di gestione andai a Montichiari, in una neopromossa in C2, un passo forse un po' azzardato. Fu una stagione non esaltante. Ero sotto contratto con la Lazio sino al 2005, ci fu la rescissione".

Hai rimpianti? "E' evidente. Essendo una persona che non ama scendere a compromessi ho pagato un po' questa situazione".

In Italia, rispetto ad altri Paesi, chi domina a livello giovanile spesso trova difficoltà nel passaggio al professionismo. "Hai centrato il punto. In Italia si parlava sin dai miei tempi di una valorizzazione dei settori giovanili, ma non è stata mai messa in pratica. A livello aziendale fruttava poco rispetto a operazioni che coinvolgono giocatori provenienti dall'estero. Purtroppo la fortuna di un calciatore è decisa dalla gestione del procuratore, al netto dei fuoriclasse. Se c'è qualcuno che vuole impedire la tua esplosione ci riesce tranquillamente".

Passiamo all'attualità. La Lazio di Pioli ha interrotto la sua striscia di risultati utili ad Empoli ma sembra aver trovato la quadratura, che ne pensi? "E' una Lazio che farà il suo campionato con dignità e con ottimi risultati. Il mister è molto preparato, il gruppo darà soddisfazioni lavorando senza presunzione. Un lavoro sottotraccia, ma che frutterà".

Per l'attacco: Djordjevic o Klose? "Io preferisco sempre Klose. E' un giocatore che stimo, la sua professionalità è un esempio per tutti, i risultati poi pagano".

Il terzo posto resta un obiettivo raggiungibile? "Credo di sì, è un gruppo che lavora in silenzio, con un allenatore benvoluto da tutti. Ha tutte le possibilità di centrare l'obiettivo":