ESCLUSIVA - Perrone e la Coppa Italia Primavera alzata 35 anni fa: "Ma questa Lazio può riportarla a casa!"

Pubblicato l'8 aprile alle ore 20:31
09.04.2014 07:15 di  Manuel Pasquini  Twitter:    vedi letture
Fonte: Manuel Pasquini- Lalaziosiamonoi.it
ESCLUSIVA - Perrone e la Coppa Italia Primavera alzata 35 anni fa: "Ma questa Lazio può riportarla a casa!"
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© foto di Prospero Scolpini/TuttoLegaPro.com

Scrivere la storia. Questo può fare la squadra di Inzaghi, in una sfida bella e affascinante. In campo due delle migliori squadre dell'intero panorama calcistico del Campionato Primavera, che si stanno dando battaglia per la testa del Girone C. Lazio 58, Fiorentina 57, così recita la classifica, ma domani tutto questo non conta. Si riparte dal 3-1 dell'andata, dal rigore di Elez e la doppietta di Minala, da una Lazio affamata e spietata. C'è un tabù da sfatare, quello che vede la Coppa lontana da Roma 35 anni, da quando quella Lazio di Stefano Clagluna battendo l'Inter nella stagione 1978/1979, si cucì la coccarda sul petto. Di quella squadra faceva parte anche Carlo Perrone, calciatore che in maglia biancoceleste ha raccolto 64 presenze e che racconta così, in esclusiva ai microfoni de Lalaziosiamonoi.it i suoi ricordi e le sue impressioni.

35 ANNI FA – 2-2 all'andata e 2-1 al ritorno, così la Lazio porta a casa contro l'Inter, la sua prima Coppa Italia, della categoria Primavera. Una squadra colma di talenti, che riesce a spezzare l'egemonia dei neroazzurri, dal trofeo nazionale: “Era un gruppo abituato a vincere, avevamo già portato a casa due titoli italiani, uno con Clagluna e l'altro con Lenzi, entrambi negli Allievi Nazionali. Era una squadra importante, con giocatori arrivati al grande calcio come me, Tassotti, Ferretti e Pochesci. Il settore giovanile di quel tempo sfornava davvero tanti talenti. Molti di noi fecero addirittura tutta la trafila nel settore giovanile, un po' come Rozzi. Oggi questo accade meno, in quella Lazio si può parlare di veri e propri prodotti interamente biancocelesti”. Un gruppo che quasi in blocco venne confermato in prima squadra: “Negli anni '80, l'epoca del calcio scommesse, molti di noi salirono in prima squadra e ci salvammo sul campo. Eravamo un gruppo di ragazzi, che fecero davvero molto bene, con calciatori importanti accanto come D'Amico, Giordano, Garlaschelli e Zucchini”.

IL PRESENTE – Mercoledì 9 aprile, stadio Franchi, ore 20.00. La Lazio è pronta all'appuntamento con la storia, manca solo l'ultimo sforzo, l'ultimo passo, che porta alla Coppa: “Per scaramanzia, diciamo che le partite vanno tutte giocate. Vedendo la Lazio dell'andata e quella di sabato in campionato, ma un po' tutta la stagione, dico i ragazzi di Inzaghi hanno tutti i numeri in regola per portare a casa il trofeo. Davanti ci sarà una squadra ostica come la Fiorentina, una società che nel settore giovanile ha investito molto in questi anni. Ripeto però che le giovani aquile hanno buone possibilità di vincere”. Tanti i talenti della rosa biancoceleste, ma Perrone ne conosce uno in particolare, il capitano, Riccardo Serpieri, per averlo allenato negli Allievi Nazionali. Domani non ci sarà, per squalifica per colpa di un giallo rimediato nella gara d'andata, ma sarà lì ad incitare i suoi compagni: “Era un centrocampista, che in quella annata ho spostato nella linea di difesa, prima come terzino destro ed a volte come centrale. Mi fa piacere vedere oggi, che si sia confermato come perno della difesa e della Primavera è anche il capitano. E' un ragazzo serio, che si allena bene, fa tanti fatti e poche chiacchiere”.

IL FUTURO – Tante vittorie e uno scudetto. Questa la Primavera biancoceleste, che negli ultimi anni, ci ha regalato gioie a non finire e tanti talenti, alcuni già in orbita prima squadra: “Ci sono parecchi calciatori importanti in questo gruppo, tanti '95 come Filippini, Crecco e Lombardi, ma a dire la verità un po' tutti. Globalmente possiamo dire che è un gruppo su cui poter lavorare, però sono ragazzi che hanno dimostrato di avere attitudini a fare questo sport, ma da qui a dire che diventeranno dei professionisti affermati, bisogna andarci con i piedi di piombo. C'è un enorme differenza tra il calcio giovanile, anche se del massimo livello come la Primavera e il calcio dei grandi. Molti giocatori hanno però un futuro roseo, devono mantenere i piedi per terra e soprattutto crescere nel modo giusto. Per ora Keita è quello che balza più agli occhi, perchè si vede da subito che ha qualità fisiche e tecniche al di fuori della norma”.