ESCLUSIVA - Piovanelli: "Lazio, attenta alle ripartenze del Cesena! Keità può fare la differenza e su Bisoli..."

Pubblicato ieri alle 19
14.09.2014 07:45 di  Davide Capogrossi  Twitter:    vedi letture
Fonte: Davide Capogrossi - Lalaziosiamonoi.it
ESCLUSIVA - Piovanelli: "Lazio, attenta alle ripartenze del Cesena! Keità può fare la differenza e su Bisoli..."

Una carriera in giro per il Nord Italia, macinando chilometri su chilometri. Marco Piovanelli si spinse una sola volta più in giù, per approdare nella nuova ambiziosa Lazio di Cragnotti e Zeman. Aveva appena 21 anni, si era fatto notare nel Brescia dei miracoli, quello guidato dal guru Mircea Lucescu. Due stagioni in biancoceleste, con buoni risultati, senza la possibilità di imporsi da protagonista causa la presenza di campioni come Winter e Di Matteo nella mattonella d'impiego comune. Piovanelli proseguì il suo percorso tra A e B, non riuscendo probabilmente a rispettare le grandi aspettative dei tempi di Brescia. Oggi è tornato nella sua città, il suo habitat naturale. Allena il Castegnato, un club di Eccellenza preso a stagione in corso e salvato dall'annegamento certo. La redazione di Lalaziosiamonoi.it ha intercettato in esclusiva proprio Marco Piovanelli, passato anche per Cesena  nel 2000, per parlare della sfida contro i romagnoli e ripercorrere insieme gli anni della talentuosa Lazio di Zeman.

Cosa fa oggi Marco Piovanelli? "Adesso sto facendo l'allenatore di una squadra d'Eccellenza nel bresciano. Mi trovo bene, stiamo ripartendo per questa nuova stagione dopo numerosi cambiamenti occorsi in estate".

Domani la Lazio ospiterà il Cesena, che tipo di gara si aspetta? "E' una partita che dovrà impostare più la Lazio perchè gioca in casa ed è più forte sulla carta. Non sarà semplice perchè il Cesena è una squadra ostica, ben messa in campo, ma per i valori in campo dovrebbe spuntarla la Lazio anche perchè quest'anno la vedo molto competitiva. La Lazio deve stare attenta a non scoprirsi troppo il Cesena nelle ripartenze è temibile".

Con un Candreva che sembra pagare le fatiche del Mondiale, chi può essere in questo momento l'uomo chiave della Lazio? "La stagione dopo i Mondiali è sempre un po' particolare perchè quelli che partecipano si aggregano in ritardo e può essere penalizzante. Non c'è un giocatore nello specifico, la sorpresa dello scorso anno è stata Keita e può fare ancora la differenza, però è l'insieme della squadra che è stata assemblata bene".

Di fronte il quadrato Cesena di Bisoli, suo ex compagno alla Pistoiese. "Le sue squadre rispecchiano il temperamento che aveva in campo, lui agiva davanti alla difesa, già da giocatore si faceva sentire e si intravedeva che avesse le caratteristiche per poter guidare una squadra. In questi anni ha fatto bene e lo sta dimostrando".

Pioli è pronto per una piazza come quella laziale? "Secondo me sì, l'ho seguito nei suoi trascorsi ed oltre a essere molto preparato mi dicono sia molto bravo nella gestione del gruppo. Quando si intraprende una prima esperienza in una grande società ci sono sempre delle difficoltà ma ha tutte le caratteristiche per far bene".

Questa Lazio può lottare per un posto in Europa? "E' un punto di domanda, ci sono squadre un po' più attrezzate come Juventus, Milan, Roma, però rispetto all'anno scorso la Lazio è cresciuta. Durante la stagione possono subentrare diversi fattori che cambiano il corso delle cose, ha comunque la possibilità di raggiungere l'Europa".

Estate 1995, un promettente talento del Brescia bussa alla porta della Lazio... "Era un trasferimento previsto già a gennaio perchè arrivò Adani a Brescia (proprio dalla Lazio, ndr), ma io dovevo finire la maturità e quindi abbiamo deciso di iniziare la nuova avventura l'anno dopo. E' stata una bellissima stagione, difficile per me perchè era la prima esperienza lontano da casa. Ero anche militare, non ero sempre a Formello, un anno un po' particolare ma molto formativo".

E non c'è cosa più formativa della cura Zeman... "Ti fa lavorare talmente tanto che ti prosciuga (ride, ndr)! E' un grandissimo allenatore, quando entri in campo sai già quello che devi fare. Continua ripetizione degli esercizi, soprattutto in fase offensiva, questo ti dà mille soluzioni all'interno del campo".

Era la prima Lazio di Cragnotti, le prove generali per i grandi trionfi. "Era una squadra formata da tantissimi campioni e anche io arrivando lì ho imparato molto. Si respirava già un atmosfera particolare, che la Lazio potesse diventare un grande club, era una cosa nuova ma c'era già voglia di far bene. Era il primo anno che ci si allenava a Formello".

Avrebbe desiderato più spazio? "Quando sei giovane fai mille pensieri, col senno di poi sono contento di tutte le esperienze. L'unico piccolo errore è che sono andato via dalla Lazio due anni dopo per il Piacenza, Zoff mi voleva tenere a tutti i costi però quando si è giovani si pensa solo a giocare il più possibile e non si valutano altri aspetti".

Qual è il ricordo più bello legato a quell'esperienza? "Ne ho vissute tante, l'esperienza che mi ha impressionato di più è stata la tournee in Brasile ancor prima di approdare alla Lazio, ho respirato cose nuove. Poi ovviamente i derby, sono partite a sè, entrare in uno stadio un'ora e mezza prima della gara e trovarlo già pieno è un qualcosa di unico".