ESCLUSIVA - Rambaudi: “La società deve alzare l’asticella: centrocampo e attacco da rinforzare. Su Inzaghi...”

23.04.2017 08:30 di  Alessandro Vittori  Twitter:    vedi letture
Fonte: Alessandro Vittori - Lalaziosiamonoi.it
ESCLUSIVA - Rambaudi: “La società deve alzare l’asticella: centrocampo e attacco da rinforzare. Su Inzaghi...”

Un momento particolare per la Lazio che sembra leggermente in difficoltà in queste ultime partite. All’orizzonte però ci sono le sfide fondamentali che caratterizzeranno la stagione: una qualificazione all’Europa League da difendere e una Coppa Italia da giocarsi, seppur contro una big come la Juventus. La redazione de Lalaziosiamonoi.it ha contattato in esclusiva Roberto Rambaudi per un’analisi generale.

Secondo lei la Lazio è in leggera flessione?

“No, sta facendo un suo percorso e lo sta facendo molto bene bene: ci sono dei momenti di calo che fanno parte del cammino di una delle squadre più giovani del campionato. Deve far tesoro degli errori: l’atteggiamento avuto domenica a Genova ci può stare in alcuni giovani che devono crescere sotto questo punto di vista”.

Chi può essere il giocatore determinante per il finale di stagione?

“Tutto il gruppo, penso Milinkovic, Keita, Anderson. Credo che l’asse centrale de Vrij, Biglia e Immobile sia il pilastro della squadra, gli altri sono calciatori che insieme a loro crescono”.

Si aspettava una crescita così importante di Milinkovic?

“Non me l’aspettavo. L’anno scorso non fece bene, così come quest’anno all’inizio. Non era nel ruolo adatto, non era pronto per fare il centrocampista. Con Inzaghi è cresciuto tantissimo, infatti a Simone gli ho fatto i complimenti per questo. Il serbo è un giocatore straordinariamente cambiato e, andando avanti così, può diventare un top player. Ha imparato anche a fare il centrocampista, io lo reputavo un trequartista, una punta, come giocava e gioca nell’Under 21. Ora sa posizionarsi bene a metà campo, poi ha dei colpi straordinari: ha fisicità in area di rigore, ha il tiro da fuori. La caratteristica principale però è che ha una grande voglia e fame di imparare e migliorarsi”.

Qual è stato il segreto di Inzaghi finora?

“Essere credibile con i giocatori, essere sé stesso, dare delle nozioni ben precise su quello che vuole e gestire bene questo gruppo giovane. Poi è coadiuvato da un ottimo staff tecnico che si è scelto lui e questo fa parte di un grande manager. Sta ancora imparando per diventare un grande allenatore, però è un anno e mezzo che siede sulla panchina della Lazio e sta migliorando partita dopo partita. Secondo me diventerà un punto di riferimento”.

Quanto è stata importante la presenza di Peruzzi?

“Molto importante e spero che non finisca lì se si vuole crescere. La società nel costruire fa bene, è quando deve alzare l’asticella che ha dei limiti. Non so se è dovuto al fatto di investire su dei giocatori e poi venderli, oppure costruire un progetto tecnico. Spero che ci sia questo per la Lazio, costruire un cammino insieme a Inzaghi, la squadra e i dirigenti che sono importanti. Peruzzi, Tare e Lotito si devono coadiuvare e diventare ancora più forti con delle persone che ritengono valide per far parte della loro famiglia”.

Quale data sceglierebbe per giocare la finale di Coppa Italia tra il 17 maggio e il 2 giugno?

“Non cambia nulla, dipende da come arrivano la Lazio e la Juventus a quel momento. In quella partita i biancocelesti dovranno fare il 300% per vincere contro la squadra più forte, insieme al Napoli, del campionato. Una data vale l’altra”.

Preferisce la squadra con la difesa a 3 o con il 4-3-3?

“Simone ha attuato la difesa a 3 contro il 3-5-2 e le squadre medio alte, con squadre di pari livello o inferiori il 4-3-3. L’opzione a è il 4-3-3 e la squadra ha gli interpreti per svolgerlo molto bene. La difesa a 3 a me piace personalmente, ma ci devono essere certi interpreti che costruiscono il gioco anche da dietro: l’assenza di de Vrij per esempio si fa sentire in una difesa a 3”.

Da cosa dipende la scelta del tridente pesante con Keita o leggero con Lulic?

“Un po’ dalla scelta di partita da giocare, un po’ dall’avversario. Il tecnico poi guarda molto quello che succede durante la settimana: valuta l’impegno, la forma, l’attenzione durante gli allenamenti per poi mettere i migliori la domenica. Se Keita non viene schierato è perché durante la settimana Inzaghi non l’ha visto bene o ha visto meglio Lulic”.

Secondo lei la società nel prossimo mercato continuerà in un percorso di crescita?

“Non lo so, dipende da cosa vuol fare da grande. Se vuole continuare come in passato, ha sempre costruito qualcosa di bello poi non ha fatto l’ulteriore passo in avanti, alzando l’asticella. Adesso ha costruito, vediamo che intenzioni ha: se venderà dei giocatori il progetto si ritarderà ancora. Se si vuole colmare il gap con le prime, si deve mantenere lo stesso gruppo e aggiungere 2 elementi che aumentino il livello di qualità. Deve arrivare, come sta facendo il Napoli, a costruirsi i giocatori in casa”.

Se fosse il ds dove interverrebbe?

“Manterrei questo gruppo e aggiungerei un attaccante di qualità da schierare insieme a Immobile o che ci si possa alternare. Visto che il budget non sarà elevato, acquisterei anche un centrocampista forte. Così si vanno a colmare tutti i buchi che ci sono, dietro si è a posto, a centrocampo manca l’elemento per avere il doppio ruolo sia in quantità che in qualità e ci vuole una punta”.

Come finirà la querelle dei rinnovi di Biglia, de Vrij e Keita?

“Spero che rimangano tutti e 3, ma credo che rimarrà solo Biglia”.

Cosa sta succedendo a Cataldi?

“Non sta facendo bene. Ha scelto di andare a Genova perché ha gli Europei Under 21, si è sentito messo da parte e trascurato. Lui è giovane , con la Lazio vive d’amore per la maglia e voleva essere protagonista: non lo era e si è tirato fuori. Forse poteva rimanere e credere di più nelle proprie qualità per dimostrarle all’allenatore e a tutto l’ambiente. Ha preferito andare a giocare per fare un grande Europeo”.

Chi rimarrà fuori dall’Europa League tra Lazio, Atalanta, Milan e Inter?

“Penso l’Inter”.

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