ESCLUSIVA - Turchetta: "La mia era la Lazio dei sogni! Una volta Nesta mi prese in disparte e..."

Pubblicato ieri alle 18:00
26.11.2014 07:00 di  Davide Capogrossi  Twitter:    vedi letture
Fonte: Davide Capogrossi - Lalaziosiamonoi.it
ESCLUSIVA - Turchetta: "La mia era la Lazio dei sogni! Una volta Nesta mi prese in disparte e..."

Dal campo d'allenamento all'ufficio, non c'è un attimo di sosta. Alessandro Turchetta, attaccante classe '82, non ha mai smesso di correre. Dai primi calci nella prolifica cantera del Savio al passaggio alla Roma, sino allo storico Scudetto Primavera conquistato con la Lazio di Alberto Bollini, stagione 2000-01. Una carriera pronta a spiccare il volo con il trasferimento alla Florentia Viola, la squadra nata dalle ceneri della defunta Fiorentina. Poi i cazzotti con le difficoltà, una fastidiosa pubalgia, i dubbi su un percorso tortuoso e che non sempre esalta la qualità. Alessandro Turchetta ha rinunciato ai soldi della Lega Pro per coltivare la sua passione per il calcio nelle realtà locali. Oggi milita nel campionato di Promozione con l'ambizioso Rocca Priora di Marco Amelia, alterna i gol agli investimenti immobiliari. Campi da calcio e ufficio, progetti futuri e ricordi indelebili. Come quella volta in cui un tale di nome Alessandro Nesta accolse sotto la sua ala un ragazzino appena 18enne al suo primo allenamento con una delle Lazio più forti di sempre. La redazione di lalaziosiamonoi.it ha contattato in esclusiva proprio Alessandro Turchetta, per una lunga intervista attraverso 20 anni di calcio.

Dopo una lunga carriera in giro per l'Italia sei finito in Promozione a Rocca Priora, a due passi dalla tua Velletri. "Ho aderito al progetto del mio carissimo amico Marco Amelia (presidente onorario e direttore tecnico, ndr), lui è tornato alle radici. E' un amicizia che ci lega sin dalla gioventù, prima di andare alla Lazio sono stato tre anni alla Roma con lui, ci conosciamo da quando avevo 9 anni. Ha saputo che ero tornato a casa dopo tanto girovagare per l'Italia, ero senza squadra, mi ha chiamato e non c'ho pensato un attimo".

Hai giocato in diverse squadre tra B e C, ma ad un certo punto hai perso le motivazioni. "Dopo gli anni fantastici con la Lazio e il titolo conquistato con la Primavera, Giovanni Galli mi portò a Firenze nell'anno della rinascita nella Florentia Viola. C'erano altri ragazzi della Lazio come Evacuo, Minieri, Scotti. Puntavano molto su di me, mi acquistarono in comproprietà e poi comprarono subito la seconda metà del cartellino. Ho girato tanto, ho perso le motivazioni intorno al 2008, nell'ultimo anno di professionismo con il San Marino. Ci fu il ridimensionamento della C, si preferiva prendere i ragazzini usciti della Primavera sfruttando i contributi.  Ebbi qualche richiesta ma a livello economico e professionale erano offerte di basso profilo. Avevo fatto degli investimenti qui a casa mia a Velletri e decisi di tornare in zona per giocare nei dilettanti".

Resta il ricordo straordinario di quello Scudetto Primavera conquistato con la Lazio nel 2001. "Bollini è uno degli allenatori che mi è rimasto più a cuore. E' stato un grande maestro di campo e di vita, il ricordo più bello è ovviamente lo Scudetto Primavera. Con lui ebbi parecchi scontri nel primo anno, io ero più piccolo degli altri, volevo giocare a tutti i costi. C'è stato un grande rapporto di amicizia, mi ha dato tanti consigli che ancora porto con me".

Era una squadra ricca di talento. Perchè non è esploso quasi nessuno a livelli importanti? "A differenza della Roma che punta più sui prestiti, la Lazio porta i suoi giovani al massimo dell'età pe quanto riguarda la Primavera. Tende a pensare più al risultato finale piuttosto che alla crescita del calciatore. In quel gruppo c'erano elementi veramente validi, anche il sottoscritto avrebbe potuto fare qualcosa in più. Di Cesare poi andò al Chelsea, il solo Domizzi esplose e tra l'altro giocava come fuoriquota. Altre società non vincono come la Lazio a livello giovanile ma continuano a sfornare calciatori che poi finiscono in A o in B".

Hai anche assaggiato una prima squadra condita da tanti campioni. "Era un rapporto stupendo, quella era la Lazio dei sogni, dello Scudetto e delle conquiste europee. Avevamo la possibilità di allenarci con campioni affermati, ma allo stesso tempo non c'erano molte possibilità di mettersi in mostra. Nel ruolo di attaccante c'erano giocatori come Crespo e Claudio Lopez, era una rosa molto ampia".

Hai un aneddoto relativo a quel gruppo? "Mi ricordo il primo allenamento che feci con la prima squadra. Alessandro Nesta mi prese in disparte e mi disse scherzando: 'Allenati tranquillo, stai con me e gioca come fossi in Primavera, tanto qui non cambia nulla'".

Avresti sperato in una carriera più prestigiosa e quali sono le motivazioni della tua parziale esplosione? "Sicuramente la scelta di andare via da Firenze, era il treno giusto per poter rimanere nel calcio che conta perchè la Fiorentina in due anni si ritrovò in Serie A. Purtroppo ascoltai i consigli dei procuratori e lasciai Firenze per andare in C. Quando mi capitò una nuova occasione per il grande salto in B con il Vicenza, la pubalgia mi attanagliò per due anni. Poi le scelte personali, una vita un pochino troppo sopra le righe. Per un ragazzo giovane con possibilità economiche è facile perdersi in situazioni che non vanno nella stessa direzione dello sportivo".

La Lazio di Pioli lotta per un posto in Europa, anche se la sconfitta contro la Juventus ha riportato tutti con i piedi per terra. "Ho avuto modo di vedere la partita, ho sempre reputato la Lazio una grande squadra. Può competere per il terzo o quarto posto, ha la rosa per raggiungere quel traguardo. Contro la Juventus ha giocato a viso aperto, questo la dice lunga su quel che Pioli si aspetta dalla sua squadra. Ha provato a vincerla, anche se la Juventus è estremamente superiore. Sono convinto che possa disputare un campionato di vertice".

 

 

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