FOCUS - Lazio, ecco Correa: la benedizione di Veron e il biancoceleste nel destino. Le parole di chi lo ha allenato...

Pubblicato ieri alle 22
27.07.2018 06:58 di Saverio Cucina Twitter:    vedi letture
Fonte: Saverio Cucina - Lalaziosiamonoi.it
FOCUS - Lazio, ecco Correa: la benedizione di Veron e il biancoceleste nel destino. Le parole di chi lo ha allenato...

L’addio tipicamente nostalgico di un brasiliano non poteva non essere colmato dalla garra dirompente di un argentino. Fuori Anderson, dentro El Tucu Correa. Nessun oggetto misterioso stavolta, bensì una vecchia conoscenza non del tutto espressa del calcio italiano. Sarà questa la motivazione in più che spingerà Carlos Joaquín Correa nella sua ennesima avventura in Italia. Sì perché il primo soggiorno nel Belpaese risale al 2012 per un provino con l’Inter, un universo complesso e ancora troppo grande da gestire per un ragazzo di 18 anni. L’Estudiantes rifiutò l’offerta e il talento tucumano tornò in patria. Il laboratorio dei Pincharratas diventerà ben presto l’habitat ideale per migliorarsi, perfezionando così quella sua ossessione per il dribbling, negli anni un marchio di fabbrica del repertorio dell'esterno classe '94. Un lungo viaggio tra nuovo mondo e vecchio continente, con i colori biancocelesti come inevitabile destino, cromaticamente identici a quelli della madre patria Argentina. Ma intanto cominciamo “dalla fine”. Correa è la nuova freccia d'attacco della Lazio: 16 milioni più 3 di bonus al Siviglia, 1,5 milioni al giocatore per le prossime cinque stagioni.

LA BENEDIZIONE DELLA BRUJITA E LE "NOZIONI ITALIANE" - Con l’Estudiantes all’età di 17 anni raccoglie un testimone davvero niente male: Veron gioca l’ultima partita con la maglia del club di La Plata di cui diventerà presidente. Lascerà il campo con la degna standing ovation che si deve ad una leggenda, dando spazio ad un giovane fantasista proveniente dalla regione del Tucumán (da qui il soprannome El Tucu). Una specie di benedizione, quella tipica dei predestinati. 27 presenze, 2 gol e 3 assist in Primera División, quanto basta per riaccendere le sirene italiane: il 9 gennaio 2015 la Sampdoria ufficializza l’arrivo a titolo definitivo. Un adattamento non semplice al tatticismo ossessivo della Serie A, ma che nel tempo gli sarà utile soprattutto nella successiva avventura spagnola. Il bilancio blucerchiato è di 3 gol in 31 gare, ma il talento cristallino espresso con la palla tra i piedi stuzzica e non poco la fantasia del Siviglia, che il 10 luglio 2016 si assicura il giocatore per una cifra pari a 13 milioni più 5 legati a una futura cessione. In Andalusia Joaquín trova il palcoscenico ideale per sfoggiare le sue abilità di dribblomane, maturando però anche sotto il profilo tattico. La descrizione migliore la lasciamo a chi lo ha allenato, ossia Daniele Russo, allenatore in seconda di Montella sia alla Sampdoria che al Siviglia: “Un buonissimo giocatore, forte fisicamente, dotato di buona tecnica – spiega ai nostri microfoni –. Col tempo ha imparato a fare bene anche le due fasi di gioco sulla fascia. Ha ancora margini di miglioramento, il che è positivo, ma deve essere più decisivo negli ultimi 20 metri, cercando di più la via del gol. La Lazio ha fatto un grande acquisto, il ragazzo oltretutto è un professionista esemplare”. Con i Rojiblancos va a segno 15 volte in 73 apparizioni tra campionato e coppe, confezionando anche 10 assist. Un percorso in crescendo, ma il salto di qualità è altra cosa. Con la Lazio può farlo e l’esperienza capitolina rappresenta un’occasione più unica che rara per entrare in pianta stabile nel range dei convocati dell’Albiceleste, in un periodo di grande cambiamenti...

IL BIANCOCELESTE NEL DESTINO - La prima chiamata con l’Argentina arriva il 19 maggio 2017 per volere di Sampaoli, nell’ambito delle due amichevoli di giugno contro Brasile e Singapore, siglando anche la sua prima rete in nazionale nella goleada contro gli asiatici. L’ultima presenza contro l’Uruguay nelle gare di qualificazione, con un solo minuto passato in campo, non può lasciare il miglior ricordo possibile con quei colori tanto amati. L’appuntamento con la gloria è dunque rimandato. La Lazio sarà la sua nuova sfida, un viatico irrinunciabile per alimentare le speranze di un ritorno in nazionale, magari scrollandosi di dosso la nomea di sex symbol della Selección, l’unica etichetta che ha ereditato nelle tre presenze passate, per via di una serie di foto a torso nudo sul proprio profilo Instagram. Ironia della sorte, nella Capitale ritroverà quantomeno i colori biancocelesti, come una sorta di déjà vu per chi vive di ricordi, oppure come il presagio più dolce per accarezzare il destino e continuare a lottare.