Candreva e la Lazio: "Mi sento un tifoso biancoceleste. Voglio il terzo posto e sogno la fascia da capitano"

29.10.2014 07:50 di Antoniomaria Pietoso Twitter:    vedi letture
Fonte: Antoniomaria Pietoso - Lalaziosiamonoi.it
Candreva e la Lazio: "Mi sento un tifoso biancoceleste. Voglio il terzo posto e sogno la fascia da capitano"
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© foto di Federico Gaetano

Un avvio di stagione con il piede ben schiacciato sull'acceleratore per Antonio Candreva. Il centrocampista della Lazio e della Nazionale è uno dei punti fermi della squadra con l'aquila sul petto, per lui parlano i numeri: due gol segnati, sei assist e primo posto nelle classifiche dei tiri in porta e dei cross. Statistiche a parte il laterale di Tor de' Cenci è una delle armi in più della Lazio di Pioli e idolo del pubblico biancoceleste. Un amore nato piano piano con i tifosi che all'inizio non lo volevano, come rivela lui stesso in un'intervista esclusiva rilasciata sulle pagine de Il Messaggero: "Il primo giorno che sono arrivato a Formello lo ricordo ancora. C’erano molte persone qui al centro sportivo e quando sono passato con la mia macchina, avevo una 500, mi hanno insultato pesantemente per il fatto che ero tifoso della Roma. [...] Non riuscivo a vedere luce, non vedevo miglioramenti e non giocavo bene. Ricordo che a Madrid, eravamo lì per la gara di Europa League, mi dissi 'Antonio te ne devi andare'".

DA NEMICO A TIFOSO - Poi arrivò la svolta con il gol al Napoli e la sua esperienza nella Capitale non divenne solo un capitolo: "Non sono mai stato così tanto amato. In nessuna delle società dove ho giocato sono stato così tanto apprezzato sia come calciatore che come uomo e di questo sono veramente orgoglioso. [...] Alla Lazio mi sento a casa e quindi vorrei diventare un punto di riferimento per questa società perché adesso mi sento un tifoso biancoceleste. Quando scendo in campo rosico se perdiamo o se magari ci fanno un torto. Mi sento responsabile quando indosso questa maglia". Un amore corrisposto che ha portato al rinnovo e spazzato via le voci di un possibile addio: "Io ho sempre voluto rimanere alla Lazio. È quello che ho ripetuto ai miei procuratori fin quando è iniziata tutta questa storia. È vero ci sono state diverse squadre che si sono fatte avanti, ma ripeto, ho sempre desiderato firmare con la Lazio. Champions e casa a Torino? Tutte voci. Smentisco tutto". Candreva vuole diventare una bandiera della Lazio e i tifosi lo vorrebbero con la fascia da capitano al braccio. Il centrocampista è dello stesso avviso: "Vorrei tanto diventare capitano della Lazio ma non voglio passare da presuntuoso. Adesso mi sento pronto e magari chissà un giorno mi faranno questo regalo".

OBIETTIVO TERZO POSTO - La squadra, con Pioli in panchina, viaggia a ritmo spedito ed è a un solo punto dalla Champions. Candreva spiega quali sono i suoi obiettivi: "Resto con i piedi per terra e dico che vorrei raggiungere quest’anno il terzo posto. [...] Scudetto è una parola grandissima. Ci sono squadre molto attrezzate, alla Lazio manca ancora qualcosa per lottare insieme a Juventus e Roma. Il salto che dobbiamo fare non è così grande ma il gap c’è. Quest’anno c’è la volontà di vincere sempre, ce la giochiamo con tutti perché sappiamo che siamo forti". Sul cambio di mentalità avvenuto con l'arrivo di Pioli e sul ritorno dei tifosi allo stadio: "Lui è sicuramente l’arma in più. Ci sta facendo fare un grosso salto di qualità per quanto riguarda la mentalità. [...] Tifosi? Vedere lo stadio come domenica ci dà una carica pazzesca. Vorremmo vederlo così tutte le domeniche perché i tifosi sono la nostra forza". La Lazio al centro dei pensieri, ma senza dimenticare la maglia azzurra: "Guardando avanti vorrei poter giocare l’Europeo in Francia e giocarlo da protagonista". In chiusura una battuta sul Verona, squadra da prendere con le molle: "Non dobbiamo assolutamente fare l’errore di andare a Verona convinti di aver già vinto. Ricordiamoci il 4-1 dello scorso anno. Tanto più che loro dopo i sei gol subiti dal Napoli avranno cominciato a preparare la sfida già dallo spogliatoio del San Paolo. Dobbiamo restare con i piedi per terra, certo però che se vinciamo…".