ESCLUSIVA - Berrettoni, recordman del Bassano: "Lazio, puoi essere la sorpresa del campionato!"

Pubblicato ieri alle 17.30
23.08.2014 07:30 di Lalaziosiamonoi Redazione   vedi letture
Fonte: Cristiano Di Silvio-Lalaziosiamonoi.it
ESCLUSIVA - Berrettoni, recordman del Bassano: "Lazio, puoi essere la sorpresa del campionato!"
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© foto di MB/TuttoHellasVerona.it

È un dato di fatto incontrovertibile che la storia, la tradizione di un club calcistico la facciano le vittorie, le sconfitte, la passione dei tifosi o più semplicemente un po’ di tutto questo, mischiato a puntino quasi come un azzeccato cocktail. Ma nulla di quanto detto può pareggiare il valore aggiunto rappresentato dai protagonisti diretti, che siano portieri, mediani o bomber di razza. No, nulla è più denso e corposo dell’impronta che lascia chi indossa la casacca che fa battere il cuore. Non c’è categoria, non c’è serie: per il tifoso, innamorato e mai sazio, un goal, una parata, una partita giocata alla morte restano come un patrimonio o un’eredità. E chi quel goal lo realizza, chi compie quella parata, chi si asciuga dal fango o dal sudore, rappresentano un pezzo di storia, contemporaneamente personale e collettiva. Domenica prossima, in un Olimpico ancora agostano, si scriverà una pagina di storia. Siamo certi che l’Olimpico, che ne ha viste tante, non si scomporrà poi tanto, quando il suo prato verrà morso dai tacchetti dei giallorossi del Bassano Virtus, “normale routine” penserà il “grande vecchio”. Non sarà così, però, per i veneti: sarà la storia, scritta con il pallone trai piedi ma che val bene un “io c’ero”. Ma se è vero com'è vero, che la storia la fanno i calciatori, quella del Bassano ha inequivocabili tinte biancocelesti: forse non tutti sanno che il marcatore più prolifico della storia calcistica dei bassanesi è Emanuele Berrettoni, prodotto doc di una Primavera laziale, anno domini 2000, che lo portò fino e dentro la Champions League. Emanuele, come tanti del vivaio biancoceleste, avrebbe forse meritato più tempo e pazienza: erano però gli anni 2000-2001, era una Lazio stellare e per questo affamata, dove i successi nazionali ed internazionali sarebbero serviti per rendere sempre più appetibile la società. Non andò cosi, anzi andò peggio, finendo col disperdere talenti fatti in casa in giro per l’Italia. Emanuele, in verità, non si scompose più di tanto: il suo mestiere era segnare e lo ha fatto, e bene, ovunque si sia fermato. Perugia, con la chicca del goal al Wolfsburg nella vittoriosa finale di ritorno della Coppa Intertoto 2003, unico trofeo internazionale dei grifoni; poi Catania, Crotone, Napoli, senza mettere radici. Poi, come spesso accade, ecco la rinascita, la volontà, o come detto prima, la storia scritta con la palla trai piedi. Tra Emanuele e la guardinga Bassano è subito amore vero e duraturo: in cinque anni (2006-2009 e 2012-2014), intervallati da un triennio (2009-20012) in cui “Lele” si prende la rivincita di portare l’Hellas Verona dall’anonimato della Terza Serie alla Serie B, viatico per la massima serie (meglio non chiedere a Sorrento del suo goal ai campani nella semifinale per la cadetteria), timbra il cartellino ben 174 volte, alzando le braccia al cielo in 82 occasioni, che gli valgono il titolo di miglior marcatore di sempre nella storia del Bassano. Ora, da quest’estate, Emanuele riparte da una nuova avventura: lasciato il Veneto, ci si è fermati ad Ascoli Piceno, terra e squadra che non hanno bisogno di presentazioni. C’è da mettere in cantiere un doppio salto di categoria; c’è da scrivere, anche qui, la storia. Grazie alla concessione dell’Ascoli Picchio 1898, per il tramite della responsabile della comunicazione, dott.ssa Valeria Lolli, la redazione de Lalaziosiamonoi.it ha raggiunto in esclusiva Emanuele Berrettoni nel ritiro dell’Ascoli, sottraendolo per un momento alla dura preparazione precampionato: il Bassano e la prossima gara di Coppa Italia, la Lazio e i ricordi, il futuro. Ecco le parole del bomber romano.

Emanuele, domenica sera si incontrano, per la prima volta nella loro storia, Lazio e Bassano Virtus. Che partita sarà, soprattutto per i veneti, galvanizzati dall'idea della "trasferta della vita"?

Per il Bassano è il giusto premio dopo un’annata incredibile ed eccezionale per la squadra, per la società, i tifosi e tutto l’ambiente. Non so che partita sarà, sicuramente molto emozionante per il Bassano e i suoi tifosi.

Lazio e Bassano: due squadre che hanno rappresentato molto nella tua vita di uomo e di calciatore. Che ricordi hai delle due esperienze?

Avevo dieci anni quando ho indossato per la prima volta la maglia biancoceleste e ho percorso tutte le tappe fino alla Prima squadra e alla Champions League. La Lazio mi ha cresciuto a livello calcistico, come ragazzo e uomo. A Bassano ho trascorso ben cinque anni e mezzo, è la squadra con cui ho segnato più gol, credo d’essere il miglior realizzatore della storia della sua storia (circa 80 reti fra Coppa Italia e Campionato) e poi mi sono trovato molto bene, così come a Verona.

Nella tua carriera hai toccato piazze importanti ed esigenti e la provincia vera, dove al novantesimo si va tutti a casa, al netto del risultato. In che condizioni di salute versa il nostro calcio, visto "dal centro e dalla periferia"?

Il calcio sta attraversando un momento difficile, spero che al più presto si possano risolvere i tanti problemi che lo affliggono da tempo, le questioni legate agli impianti, alla carenza di comfort all’interno degli stadi. Spesso episodi di violenza vengono associati al calcio, credo che sia bene invece distinguere nettamente le due cose. Ad esempio, ricordo con piacere le volte in cui a Bassano facevamo, a fine gara, il “terzo tempo” con i tifosi e la squadra avversaria, come se fossimo in famiglia. Questo per dire che il calcio è anche positività, aggregazione, condivisione, allegria. Purtroppo, in seguito, alcune disposizioni non consentirono più il “terzo tempo” e la sua festosa realizzazione

Tornando alla Lazio: i tifosi spingono perché la società regali ancora qualche colpo di mercato; che giudizio dai della rosa attuale? Deve completarsi, la squadra di Pioli? E se concordi con questa posizione, in quale reparto?

La Lazio credo sia già così un’ottima squadra, con innesti importanti sull’ossatura dello scorso anno. Mister Pioli è molto preparato, un ottimo allenatore che ha fatto sempre bene. Credo che quest’anno la Lazio potrebbe essere la sorpresa; se parte col piede giusto può creare tanto entusiasmo fra i tifosi e anche tanti problemi a qualunque avversario.

Infine: fra due anni scadrà il contratto con l'Ascoli, che è ripartito con grande dignità nonostante le tribolazioni degli ultimi periodi. Sarebbe fantastico, per il vostro ambiente, se per quel tempo i marchigiani fossero tornati dove meritano di stare per storia e tradizione, vale a dire nella massima serie. E' solo un sogno, oppure, in cuor vostro, credete al doppio salto?

E’ giusto che i tifosi sognino in grande, ci mancherebbe, noi al momento vogliamo toglierci prima possibile dalla Lega Pro. Per fare questo serve lavorare con pazienza, umiltà e convinzione nei propri mezzi. Noi siamo pronti.