ESCLUSIVA - Petkovic-Lazio, avanti insieme. Ma Lotito si guarda comunque intorno: contatto con Stramaccioni

Pubblicato ieri alle ore 20.55
01.11.2013 07:30 di  Stefano Fiori  Twitter:    vedi letture
Fonte: Stefano Fiori-Lalaziosiamonoi.it
ESCLUSIVA - Petkovic-Lazio, avanti insieme. Ma Lotito si guarda comunque intorno: contatto con Stramaccioni
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© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport

Quattro punti nelle ultime due partite, la Lazio riprende lentamente il suo cammino verso la fine del tunnel. Il gioco latita, la squadra si accende a intermittenza: ieri ci è voluto il gol di Kakà per risvegliare i biancocelesti e portare a casa il pareggio in casa del Milan. Con il Cagliari e contro i rossoneri sono arrivate tre reti, una sola è stata subita. Piccole boccate d'ossigeno, per una formazione che vuole recuperare il terreno perso davanti a sé. Lo fa guidata da Vladimir Petkovic, indiscusso fino allo scorso anno, finito sullo spazioso banco degli imputati dopo un inizio di stagione poco convincente. Chi è invece convinto della sua posizione è lo stesso tecnico di Sarajevo, che ha sempre rigettato al mittente mediatico la tesi di una panchina a rischio. "Non ho mai avuto la sensazione che la mia panchina sia in bilico", ha dichiarato ieri sera senza giri di parole nella conferenza post-partita. "La squadra è sempre stata con me e io con lei", giura il mister 50enne. Che sulle voci di dimissioni - iniziate a circolare dopo la sconfitta contro l'Atalanta - scherza, ma in maniera pungente: "So di averle date, anzi stasera (ieri sera ndr) le ho date doppie". Petko si fa forte della reazione dei suoi uomini nel secondo tempo di San Siro, si affida simbolicamente al cinque che Candreva ha battuto con lui per festeggiare il gol al Cagliari. E la società? Claudio Lotito fa eco agli attestati di sicurezza del suo mister: "Non abbiamo mai pensato al cambio di allenatore, si tratta solamente di considerazioni fatte a livello mediatico", ha assicurato il patron nel pre Milan-Lazio. Parole che fanno rima baciata con "avete creato casino per avere notizie e vendere due giornali in più", che lo stesso Petkovic ha rivolto alla stampa prima del match contro l'Apollon Limassol. Tutto a posto quindi: dirigenza, tecnico e giocatori professano all'unisono coesione, condivisione d'intenti e sintonia su tutta la linea. Un'empatia che può solo far bene alla Lazio, a farle ritrovare la serenità smarrita.

LA TEMPESTA PRIMA DELLA QUIETE E IL CONTATTO DI IERI SERA - Eppure le onde lunghe della settimana pre Lazio-Cagliari rimangono. La sfuriata di Lotito negli spogliatoi di Formello alla squadra, la "minaccia" di un ritiro forzato, tutti elementi di una situazione che - solo fino a una settimana fa - sembrava sul punto di esplodere. E la società ha iniziato a guardarsi attorno, a valutare ipotesi disponibili in caso di decisioni irrevocabili. Normale, quando c'è uno stallo di risultati e di prestazioni. Si comincia a prendere in considerazione ogni eventualità, pronti comunque a rinnovare la fiducia in caso di svolta. La vittoria contro il Cagliari, il pareggio in rimonta con il Milan, la grinta di un gruppo che dimostra almeno di saper lottare con i denti. Tutti chiodi che, battuti sulla panchina di Petkovic, la rendono più salda rispetto a pochi giorni fa. Ma la società non ha rimosso completamente l'idea di guardarsi intorno, anche solo a livello informativo. Lo conferma un'indiscrezione che Lalaziosiamonoi.it ha raccolto in esclusiva: dopo Milan-Lazio, in tarda serata, c'è stato un contatto telefonico tra Lotito e Andrea Stramaccioni. Si sarebbe trattato di una conversazione puramente esplorativa, un'annusarsi reciproco che per ora non lascia certezze su eventuali prossimi contatti.

STRAMA-STORY - Da potenziale "nuovo Mourinho" al benservito dell'Inter, a soli 37 anni la carriera del tecnico romano ha vissuto di accelerazioni improvvise e di aspre delusioni. Un giorno alleni la Primavera nerazzurra, con cui vinci la NextGen Series, il giorno dopo Angelo Moratti ti chiama sulla panchina della prima squadra. E' successo letteralmente così a quello che tutti chiamano semplicemente Strama: il 25 marzo 2012 guida la baby Inter al successo nell'allora "Champions League" giovanile, l'indomani viene prescelto per ereditare il posto lasciato vacante da Claudio Ranieri. Esordisce con il 5-4 sul Genoa, si toglie lo sfizio di battere il Milan per 4-2 e chiude il campionato al sesto posto, centrando la qualificazione in Europa League. Moratti lo conferma, anzi gli rinnova direttamente il contratto per altri tre anni, rapito dalle sue doti di motivatore, oltre che di tattico e di profilo ideale per far crescere giovani talenti. Il curriculum pre Inter di Stramaccioni parla di due titoli consecutivi con i Giovanissimi Nazionali e gli Allievi della Roma, che nel 2005 lo portò a Trigoria dalla Romulea, su volere di Bruno Conti. Il secondo anno all'Inter si rivela però fallimentare: la stagione si chiude con il nono posto in campionato (con il record di ben sedici sconfitte), l'eliminazione agli ottavi di Europa League per mano del Tottenham e quella in semifinale di Coppa Italia con la Roma. Un triplete al contrario, per colui che solo un anno prima era stato accostato addirittura allo Special One. Ora Stramaccioni studia il calcio da osservatore interessato: un mese fa ha ottenuto il patentino Uefa di prima categoria (dopo un primo tentativo andato a vuoto per le troppe assenze al corso) e fa parte della scuderia degli opinionisti di Fox Sports. Ieri sera avrà seguito il big match tra Fiorentina e Napoli, o magari proprio Milan-Lazio. Per poi essere "disturbato" dalla chiamata di Lotito. Chissà cosa avrà pensato dentro di sé, lui che non ha mai nascosto la sua simpatia per l'altra squadra capitolina. Per un tecnico professionista questi discorsi contano poco, ma per gli umori della piazza biancoceleste avrebbero peso, eccome. Portarsi avanti con l'immaginazione non conduce però da nessuna parte, occorre ribadire che si tratterebbe di un contatto esplorativo e nulla più. Ma che - è il caso di Stramaccioni, come potrebbe essere di altri eventuali allenatori - testimonia come la panchina di Petkovic sia al momento salda, ma non saldissima. O meglio, potrebbe non esserlo più se le cose dovessero rimettersi male.