ESCLUSIVA Radiosei - Diana Bianchedi, direttore Isokinetic: "Gentiletti clinicamente guarito, ha voglia di tornare in gruppo"

Pubblicato il 25/02 alle 18:21
26.02.2015 07:15 di Saverio Cucina   vedi letture
Fonte: Saverio Cucina - Lalaziosiamonoi.it
ESCLUSIVA Radiosei - Diana Bianchedi, direttore Isokinetic: "Gentiletti clinicamente guarito, ha voglia di tornare in gruppo"
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© foto di Federico Gaetano

Con la tenacia e la grinta palesata nelle prime gare in biancoceleste, Santiago Gentiletti torna a calcare il prato di Formello in attesa del suo completo recupero. Per approfondire lo stato d’animo del ragazzo, soprattutto nei giorni delicati della terapia di recupero, la redazione di Radiosei ha contattato Diana Bianchedi, ex schermitrice e ora Direttore del centro Isokinetic, dove il centrale argentino ha svolto l’ultima fase riabilitativa: “Santiago è un ragazzo estremamente serio. Di solito siamo abituati ad avere a che fare con atleti un po’ più distratti, tanto da dovergli ricordare quando venire a fare fisioterapia. Lui invece è stato veramente preciso senza mancare mai un giorno. C’è l’ha messa tutta, poi lo staff della Lazio è stato molto presente, in particolar modo con il dottor Lovati e il dottor Salvatori che lo hanno aiutato in questa fase. Abbiamo poi preso tutti insieme questa decisione di rimetterlo al più presto in condizione lavorare sul campo e riaggregarsi alla squadra. Anche perché, se ci pensiamo, non ha poi avuto molto tempo di allenarsi con i compagni visto che si è infortunato praticamente subito. Diciamolo, è stato veramente sfigato!”.

Secondo protocollo, un giocatore con un infortunio simile (lesione crociato anteriore, ndr), in quanto tempo può considerarsi pronto?

“Di norma tra i 4-6 mesi. Sappiamo però che dipende da diversi fattori. Lui è stato operato sostituendo la parte con il tendine rotulio, per cui ha iniziato a correre molto precocemente. Durante le vacanze di Natale poi è stato in Argentina, dove abbiamo avuto modo di seguirlo anche lì. Non si è mai fermato ed è molto determinato. Naturalmente sappiamo tutti che la partita è ben altra cosa per cui ci vorrà ancora un po’ di tempo per la giusta condizione”.

Qual è la difficoltà maggiore nella fase riabilitativa per un infortunio al crociato?

“Come in tutti i casi in cui un atleta è costretto a star fermo per molto tempo, il problema più grande è la motivazione. Lui faceva due sedute al giorno, per un totale di 11 sedute di riabilitazione dalla durata di due ore ciascuna. Il tutto per una quantità di settimane davvero elevata. Non ha mollato mai: arrivava la mattina presto, dopo aver accompagnato i bambini a scuola, poi dalle 8:30 cominciava a lavorare, partendo subito dal lavoro in piscina. Con tutta onestà, quando è arrivato da noi aveva già un’articolarità ottima, pertanto non abbiamo mai forzato essendo arrivato con un ginocchio sgonfio che muoveva benissimo. Da quel punto di vista non ha sofferto”.

Parla bene l’italiano?

“Sì, quando vuole! (ride, ndr). Diciamo che si impegna. È un ragazzo che parla poco e che sa stare al suo posto. L’ultimo giorno delle riabilitazione ha portato pasticcini per tutti. Devo dire che è uno che sa fare gruppo. Solitamente, superato il trauma dell’infortunio, l’atleta vuole rientrare il prima possibile. Il trucco è sempre dare un obiettivo all’atleta, dei piccoli traguardi da raggiungere".

Come sta adesso Santiago?

“Ha recuperato già una forza molto buona. Ora deve lavorare sulla forza specifica. Ieri l’abbiamo sentito, ha fatto subito due sedute a Formello e sta caricando ancora ma con una forza già più specifica. Volevamo farlo rientrare il prima possibile con la squadra, perché giusto che possa recuperare il clima spogliatoio”.

Al rientro in campo, quale può essere il problema maggiore?

“Sicuramente la paura all’inizio. Noi abbiamo stabilito che dal momento che in gara farà almeno 400 rotazioni sul ginocchio, in allenamento deve arrivare a farne 2000. I gesti li ha fatti tutti, ma finché non li prova con l’intensità della partita, non sarà la stessa cosa. Quelle fatte fino adesso sono solo simulazioni, al primo contrasto vero che farà in partita, lì sarà il momento in cui si sbloccherà. La carica della partita non è riproducibile in allenamento. Lui però non è un ragazzo che ha paura. Deve solo ritrovare la condizione giusta per i 90 minuti. È clinicamente guarito, ma questo non vuol dire nulla. Deve recuperare il gesto, aspetto molto importante”.

E sugli altri infortunati?

“Domani vedrò Ciani. Dovrà fare il test, che è una valutazione della forza. I parametri poi li darò allo staff della Lazio che farà a sua volta le proprie valutazioni”.

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