ESCLUSIVA Radiosei - L'ex Orsi: "Più grave la sconfitta di Empoli. La Lazio deve tornare ad essere operaia!"

Pubblicata il 26/11 alle 15:42
27.11.2014 06:45 di Saverio Cucina   vedi letture
Fonte: Saverio Cucina - Lalaziosiamonoi.it
ESCLUSIVA Radiosei - L'ex Orsi: "Più grave la sconfitta di Empoli. La Lazio deve tornare ad essere operaia!"
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© foto di Stefano Principi

Archiviata la batosta dell’Olimpico contro I bianconeri, la Lazio scalda i motori per la trasferta clivense di sabato sera. Dopo due passi falsi, cercasi necessariamente prestazione e bel gioco per riprendere la volata nelle zone alte della classifica. Per analizzare il momento no dei biancocelesti, con un riferimento anche alle gare di Champions di ieri, è intervenuto ai microfoni di Radiosei l’ex portiere biancoceleste e ora opinionista Mediaset Fernando Orsi:

Quanti errori nella serata di ieri in Champions…

“È quello che succede in Europa quando da una parte hai giocatori come Aguero e dall’altra una squadra che ha dimostrato un po’ di leggerezza come la Roma. Una partita che avrebbe potuto tranquillamente portare a casa e invece ha avuto il braccio del tennista. Purtroppo capita quando giochi in Europa e non sei molto abituato. È vero che il Bayern Monaco forse ha giocato un po’ molle negli ultimi minuti, ma quando hai Aguero che davanti ad un portiere come Neuer fa tre gol, la differenza poi si nota”.

Guardando il gol subito da De Sanctis, lì il portiere cosa doveva fare?

“Ha scaricato una responsabilità che apparteneva anche a lui. È un concorso di colpa anche con Strootman secondo me. De Sanctis ha fatto una scelta, rimanere i tra i pali sperando nell’intervento dei difensori. D’altro canto i difensori hanno lasciato l’area libera consentendo al portiere di uscire, perché più i difensori si abbassano più per il portiere diventa difficile uscire. Avrebbe dovuto prendersi la responsabilità vista anche la sua esperienza. Il CSKA è una squadra che non molla mai e ieri devo dire che non ha rubato nulla. Se la Roma avesse continuato a giocare come il primo tempo avrebbe portato a casa i tre punti decisivi”.

Ci aspettavamo delle risposte da Lazio-Juve  in termini di ambizioni…

“Io sono rimasto più deluso della sconfitta di Empoli. Quello era il vero banco di prova, contro una squadra più che alla portata. Con la Juventus invece i capitolini hanno provato a giocarsela, ma quando fai pressing contro Pirlo e compagni devi avere anche una squadra equilibrata mantenendo sempre le marcature, perché se riescono ad uscire con i loro giocatori di valore allora sono guai”.

C’è stato forse anche un calo di tensione?

“Non credo, Pioli l’ha preparata così. Forse ci voleva un pizzico in più di attenzione. Sul primo gol di Pogba l’errore secondo me lo fa DeVrij che avrebbe dovuto allargarsi sul francese per chiudergli la traiettoria. In quel modo la palla non sarebbe arrivata sui suoi piedi”.

Questo pressing così spinto può avere delle ripercussioni anche sulla condizione fisica della squadra, visto che nel secondo tempo c’è sempre un calo di rendimento…

“Il pressing offensivo sin dai primi minuti può essere un vantaggio perché vuol dire mettere subito in difficoltà gli avversari, magari passando in vantaggio e potendo così gestire la gara. Ma poi devi fermarti un attimo anche per recuperare, perché non puoi farlo per tutti i 90’. Una volta che la Juve passa in vantaggio diventa dura recuperare”.

Manca la giusta mentalità?

“Quella col tempo può arrivare. Se la Lazio avesse vinto ad Empoli sarebbe salita al terzo posto. Io mi fido di Pioli: da quando è arrivato ha saputo subito dare un gioco alla squadra e gestire al meglio uno spogliatoio difficile come quello della Lazio. Quando le vittorie ci sono tutti stanno zitti, ma quando arrivano le sconfitte ecco che ci sono i primi mugugni. Lì il tecnico deve essere bravo a gestire queste situazioni. Deve esserci anche un’alternanza di giocatori. Penso a Parolo, che non si è mai fermato e che forse avrebbe bisogno di un turno di riposo, o a Keita che dovrebbe avere invece qualche chance in più. Poi la staffetta tra Klose e Djordjevic in avanti o sugli esterni con Candreva, che è un giocatore che detta i tempi della squadra, ma che tra Lazio e Nazionale non si è mai fermato. Non ci sarebbe niente di male se anche lui si riposasse per rifiatare”.

Leggendo le parole di Mauri, “la Lazio deve tornare ad essere una squadra”. Quand’è che secondo te ha smesso di esserlo?

“Non penso che due partite possano scalfire la coesione di un gruppo. Vittorie della Lazio venute sempre dalla collettività. Lui intendeva forse tornare ad avere quella voglia di vincere che c’era prima. La Lazio è sempre stata molto presente sul campo, anche quando sono arrivate le sconfitte, come a Genova. I biancocelesti hanno perso già 5 partite e sono troppe per una squadra come la Lazio. Il filo tra l’essere presuntuosi e non esserlo è molto sottile. Ad Empoli pensavano fosse facile e sono entrati in campo con la mentalità sbagliata. Occorre tornare ad avere quella mentalità vincente. Io sono del parere che se hai dei grandi giocatori le situazioni posi si risolvono. In alternativa devi avere il gioco di squadra e la Lazio da questo punto di vista è sulla strada giusta. L’ambiente non è semplice soprattutto quando hai una solo competizione poi gestire lo spogliatoio non è semplice e qui deve essere bravo l’allenatore”.

Ambizioni Champions eccessive?

“È un obiettivo troppo presuntuoso al momento. La Lazio arrivata 9° l’anno scorso per cui il primo traguardo deve essere l’Europa League. Il Napoli è la squadra più attrezzata per il terzo posto, però ha dimostrato anche col Cagliari di non avere continuità. La Lazio però deve pensare ad essere umile ed operaia mettendosi alla pari della squadra che si affronta anche se sulla carta è più debole. I biancocelesti o vincono o perdono e questo dimostra che la squadra non è ancora un prodotto finito”.

Marchetti, a che punto è il suo ritorno?

“Il suo recupero ancora non mi soddisfa al 100%, conoscendo il suo reale livello. Può ancora fare di più, ma abbiamo visto che Pioli ha scelto lui come primo portiere. Questo senza nulla togliere a Berisha che contro l’Italia ha fatto una gran partita, può ancora migliorare molte e credo che sarà lui il portiere della Lazio del futuro”.