FOCUS - Eroi per caso, i derby decisi da chi non ti aspetti

Behrami, Gottardi, Castroman, Protti: calciatori che hanno lasciato una traccia indelebile nel cuore dei tifosi laziali. Nessuna annata speciale, nessun trionfo da festeggiare. Eppure tutti hanno in comune una cosa: il gol nel derby. La stracittadina ha il potere di catapultarti nella storia, basta toccare il pallone al momento giusto e hai garantita l'immortalità. Perchè a Roma il derby è più di una semplice partita; è il fantastico che si intreccia con la realtà, è la rivincita degli antieroi, è la sliding doors in grado di cambiare una carriera. One-shot, può bastare questo per un posto nell'Olimpo biancoceleste.

Il primo "eroe per caso" fu Igor Protti. Quando arrivò da Bari con la corona di capocannoniere tutti si aspettavano i fuochi d'artificio. Purtroppo però il bomber romagnolo non riesce a ripetere l'impresa e deve accontentarsi di tanta panchina e qualche rete, troppo poco per chi è abituato a bucare la porta avversaria sempre e comunque. La stagione volge al termine, ma Protti non ha ancora scritto il proprio nome nella storia: il 4 maggio sembra essere il pomeriggio giusto. Quando si alza dalla panchina nessuno si aspetta che risolva la partita e invece proprio allo scadere firma in spaccata il gol che consente ai biancocelesti di pareggiare. Esulta l'Olimpico biancoceleste, non ci crede neanche lui, eppure è tutto vero. La tradizione degli eroi per caso, però, non si ferma certo qui. La storia più famosa, che viene tramandata di padre in figlio e in certi casi assume i connotati di leggenda, è quella di Guerino Gottardi da Berna. Faccia pulita, capelli arruffati. Un jolly di centrocampo buono anche in fase difensiva, un giocatore per tutte le stagioni. E' il 1998, la Lazio sta per diventare la squadra più forte del mondo eppure il Fato ha deciso lasciare una sedia vuota. Troppo facile per tutti occuparla, si capisce che di lì a poco ognuno dei beniamini laziali avrà un trofeo da spolverare. Tutti tranne uno, Gottardi. Che si prende quella sedia di prepotenza, segnando il gol decisivo, anche lui all'ultimo minuto, in un derby di Coppa Italia, la stessa che poi alzerà al cielo pochi mesi dopo.

La caratteristica principale degli eroi per caso biancocelesti è quella di arrivare quando ormai sembra perduto. Ne sa qualcosa Lucas Martin Castroman, riserva della Lazio scudettata. Solamente 37 presenze e 4 reti per l'argentino, ma basta pronunciare il suo nome per vedere i volti dei tifosi laziali illuminarsi. È il 95 di un derby sanguinoso, la Roma è in lotta per lo Scudetto, i biancocelesti rincorrono. Fine partita, una palla messa fuori dalla difesa giallorossa rotola verso il centrocampo. L'arbitro ha già il fischietto in bocca, ma sulla traiettoria arriva proprio Castroman. Tiro in corsa, lucida follia di chi sa che la storia non si può far aspettare, la gloria eterna è una signora troppo bella per aspettare. Il portiere giallorosso neanche la vede, apoteosi Lazio. Stesso ruolo, stesso destino, anche Valor Behrami ha una storia da raccontare ai nipotini, una favola a tinte biancocelesti. Quanti possono vantarsi di aver portato alla vittoria la propria squadra, in un derby, per di più all'ultimo secondo? Se non ti chiami Klose difficilmente sarai considerato sano di mente. E invece è tutto scritto nero su bianco, un pomeriggio di quelli da ricordare. La Roma si gioca il titolo, la Lazio non naviga in acque tranquillissime. I giallorossi vanno avanti, si fanno riprendere da Pandev e Rocchi, poi pareggiano ancora con Perrotta. Il pareggio sa di beffa, ma nessuno sembra avere la forza di mutare la situazione. Nessuno tranne Behrami, uno che in carriera ha collezionato più espulsioni che tiri in porta. La palla, però, capita proprio a lui e come si fa a dire di no? L'occasione fa l'uomo ladro e l'esterno scippa bottino e coronarie laziali, la gloria se l'è conquistata sul campo. Eroi per caso, moderni scrittore di favole per bambini.