FOCUS - Fattore Milinkovic: lo spacca partite sinonimo di successo. E nel derby cerca il tris...

Pubblicato il 28/04 ore 09:00
29.04.2017 07:15 di  Alessandro Vittori  Twitter:    vedi letture
Fonte: Alessandro Vittori - Lalaziosiamonoi.it
FOCUS - Fattore Milinkovic: lo spacca partite sinonimo di successo. E nel derby cerca il tris...
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© foto di Insidefoto/Image Sport

Il brutto anatroccolo è diventato un bel cigno. Ne ha fatta di strada Milinkovic Savic, bruciando le tappe in tempi record. Soltanto un anno fa nella striscia di 7 partite a guida Inzaghi collezionava 4 panchine e 3 subentri, per un totale di 75 minuti più recupero. Un campionato dopo, sembra passata una vita: il serbo è un elemento imprescindibile, cambiano i moduli, ma lui è sempre in campo. Addirittura, come a Cagliari, quando manca le polveri della Lazio si bagnano. Pur di non toccarlo il tecnico ha fatto svariare Lulic tra la posizione di esterno in un centrocampo a 5 e quella di ala nel tridente d’attacco, ha arretrato Felipe Anderson sulla linea mediana schierandolo a tutta fascia, oppure ha rinunciato a Keita reinventando per il senegalese il ruolo di asso nella manica a partita in corso. Nonostante il serbo sia un classe ’95 si è meritato i galloni del leader, con la personalità di colui che si esalta quando il pallone comincia a scottare tra i piedi.  

      

UN TUTTOFARE INNAMORATO DELLA LAZIO - Si diceva che Milinkovic fosse difficile da collocare, eppure oggi la sua posizione è ben chiara: sia che parta come mezzala sinistra (con Biglia e Parolo) che destra (come nel derby di ritorno di Coppa Italia) va ad occupare la zona dietro la punta centrale in modo da sfruttare gli inserimenti. La sua fisicità lo rende un incursore sui generis, in grado di sfruttare al massimo il terzo tempo e i relativi colpi di testa. Per la Lazio rappresenta un fattore, un finalizzatore e spesso, contro squadre chiuse, un’alternativa di gioco. Basta alzare la palla, Milinkovic la spizza e gli altri attaccano gli spazi. Un vero e proprio bulldozer, fisico serbo ma piedi sudamericani: sorprende la capacità tecnica proporzionata alla struttura, che lo porta spesso a svestire i panni dell’incursore e indossare quelli dell’ispiratore. Gli occhi di tutta Europa addosso a Sergej eppure la Lazio, sfruttando gli ottimi rapporti con l’agente Kezman, si è assicurata il rinnovo fino al 2022 senza inserire clausole nell’accordo. Ha dovuto versare le lacrime nella sede della Fiorentina per approdare in biancoceleste, e visto che l’appetito vien mangiando non vuole abbandonare proprio ora.

MILINKOCRAZIA - Comanda lui lì nel mezzo, e non solo. Il suo ruolo è il centrocampista, ma la professione è quella dello spacca partite. Dei 7 gol realizzati in stagione (tra campionato e Coppa Italia) ben 6 hanno regalato il vantaggio alla Lazio (5 volte l’1-0 e una volta il 3-2), mentre il rimanente ha portato al pareggio (1-1 contro l’Atalanta all’Olimpico). Inoltre tutte le sfide in cui il serbo ha segnato sono finite con il sorriso per i biancocelesti. Ben 6 vittorie e un’unica sconfitta, ma dolcissima nel derby di ritorno di Coppa Italia. Il repertorio poi è assolutamente completo: si va dai 3 gol segnati di testa (contro Pescara, Sampdoria e Atalanta) con la potenza propria di un centravanti vecchio stampo, alla marcatura di Palermo con fiuto da rapace d’area; dalla splendida coordinazione con cui ha tolto le castagne dal fuoco contro il Genoa negli ottavi del trofeo nazionale, fino alle sortite nell’area giallorossa delle semifinali. In campionato manca da gennaio dal tabellino dei marcatori, in questa fase ha tenuto i gol per la Coppa Italia. Chissà che l'aria del derby...

LUI, IMMOBILE E IL DERBY - Milinkovic-Immobile, l'incubo della Roma. Cartellino timbrato da entrambi sia all'andata che al ritorno, per trascinare la Lazio in finale di Coppa Italia e spezzare un digiuno nelle stracittadine che durava dallo storico 26 maggio 2013. Il feeling tra il serbo e l'azzurro è evidente: Ciro svaria su tutto il fronte e apre i varchi dove si infila a rimorchio Sergej. Quando poi si invertono i ruoli, il risultato rimane comunque interessante: dei 6 assist stagionali collezionati dal numero 21, ben 5 sono per l'attaccante di Torre Annunziata. Qualche anno fa la coppia d'oro era Klose-Hernanes, e proprio loro due nel derby del 16 ottobre del 2011 guidarono i biancocelesti al successo contro la Roma dopo 5 sconfitte consecutive. Oggi il tabù in campionato va avanti dall'11 novembre del 2012 e chissà che i protagonisti siano gli stessi della recente semifinale. Klose e Hernanes fanno parte del passato, Milinkovic e Immobile guardano al presente e al futuro. Il lunch derby può essere l'occasione giusta per ribadirlo, del resto non c'è due...