FOCUS - L'importanza di chiamarsi Lucas Biglia

28.09.2015 08:00 di  Antoniomaria Pietoso  Twitter:    vedi letture
Fonte: Antoniomaria Pietoso - Lalaziosiamonoi.it
FOCUS - L'importanza di chiamarsi Lucas Biglia

"L’importanza di Lucas è chiara: per la sua posizione, per il suo suo spessore è indiscutibile. L'argentino è un atleta di qualità che fa giocare la squadra. Anche senza lui siamo riusciti a fare bene, ma con giocatori come lui il gruppo sale di qualità". Ci ha pensato Stefano Pioli a riassumere quanto conta per la sua Lazio un giocatore come Lucas Biglia. L'argentino è l'autentico metronomo della squadra, ma soprattutto l'insostituibile della formazione biancoceleste. Senza di lui il gioco delle aquile diventa prevedibile, lento e impacciato. Con il ritorno del biondo regista la Lazio cambia marcia. Non inganni la vittoria in rimonta ottenuta con la rabbia, la squadra di Pioli ha mostrato progressi evidenti sotto il profilo del gioco. Non tutto il merito è di Biglia, sia chiaro, ma l'ex Anderlecht ci ha messo parecchio del suo. Il playmaker dell'albiceleste è un'arma in più anche per il suo temperamento, per l'esperienza e il carattere. Non è un caso che il mister lo abbia gettato subito nella mischia appena ottenuto l'ok dei medici. Il parmense gli ha affidato le chiavi della sua squadra appena arrivato all'ombra del Colosseo nell'estate 2014. Una prima stagione da protagonista, con la cavalcata trionfale chiusa al terzo posto nella magica notte di Napoli. Poi è arrivata l'estate e le tante voci di mercato che hanno riempito le pagine dei giornali.

DA ROMA A MANCHESTER E RITORNO - La stagione maiuscola di Biglia non è passata inosservata ed è così che le big europee hanno iniziato a bussare alle porte di Formello. Soprattutto il Manchester United avrebbe pagato fior fior di milioni pur di portare all'Old Trafford la zazzera bionda di Mercedes. I messaggi criptici del giocatore dal Cile, dove era impegnato nella Coppa America, lasciavano presagire un addio. Lotito e Tare, però, hanno resistito alle tentazioni e gli hanno dato in mano il centrocampo laziale. Non solo, Pioli è andato oltre e gli ha affidato anche la fascia da capitano. Il numero venti l'ha indossata per la prima volta nella sfortunata finale di Supercoppa Italiana contro la Juventus a Shanghai. L'unica sconfitta stagionale con Biglia in campo, peraltro giocata dal Principito dopo nemmeno una settimana di allenamenti svolti. La Lazio, infatti, con lui in campo ha steso all'Olimpico sia il  Bayer Leverkusen che il Bologna. Proprio contro i rossoblù, il sudamericano si è fermato accusando una lesione dei muscoli peronieri della gamba destra che lo ha costretto ai box per oltre un mese. Una perdita pesantissima per le aquile, che senza di lui si sono dovute inchinare ai tedeschi - nel ritorno del preliminare di Champions -,  al Chievo e al Napoli. I successi con Udinese e Genoa e il pareggio con il Dnipro in Europa League chiudono il cerchio delle sei gare disputate senza l'argentino.

REGISTA GOLEADOR - Biglia è tornato al Bentegodi, uno stadio che la Lazio non espugnava addirittura dal 1991. Una prova gagliarda, quella della squadra di Pioli, che con il cuore e la grinta ha portato a casa tre punti d'oro. E ancora una volta, con Klose e Matri out per infortunio, sono stati i centrocampisti a decidere la sfida. Il rigore di Biglia e la punizione di Parolo hanno risolto un match complicato. In particolare il Principito ha firmato la seconda rete in campionato in due presenze, diventando il capocannoniere insieme a Matri. Lucas ha sempre segnato gol importanti nella sua carriera, fin dai tempi in cui militava in Belgio. Indimenticabile nella passata stagione il penalty realizzato a San Siro contro il Milan, nei quarti di finale di Coppa Italia. O il bolide da fuori contro la Fiorentina in campionato all'Olimpico. L'argentino non era mai stato così prolifico, nelle precedenti due stagioni in maglia biancoceleste si era fermato rispettivamente a due e tre reti in 26 e 27 presenze. L'inizio di stagione lascia presagire che il sudamericano possa fare meglio al suo terzo anno in Italia. La Lazio ha ritrovato il suo regista, il suo top player, e non vuole più privarsene. Con un Biglia così, sognare in grande è lecito.