FOCUS - Nizza, chi è Lucien Favre: gavetta, giovani e disciplina per sognare

Pubblicato il 17/10 alle 10:50
18.10.2017 07:05 di  Francesco Bizzarri  Twitter:    vedi letture
Fonte: Francesco Bizzarri - Lalaziosiamonoi.it
FOCUS - Nizza, chi è Lucien Favre: gavetta, giovani e disciplina per sognare

Lucien Favre non è Harry Potter. E soprattutto non conosce nessun altro collega che somigli ad un mago. Il tecnico del Nizza, dall’agosto del 2016 sulla panchina francese con vista Costa Azzurra, si presenta così. I rossoneri sono una squadra che cerca un uomo per ripartire. Non un allenatore, ma un uomo. Il progetto è ambizioso. Una cordata cinese a braccetto con una americana, hanno prelevato l’80% delle azioni del club. L’obiettivo: diventare una delle realtà più importanti del calcio francese ed europeo. Favre viene subito promosso: nelle prime 11 partite di Ligue 1 è imbattuto. È campione d’inverno, poi finisce terzo. Un risultato straordinario. L’entusiasmo non viene smorzato nemmeno dopo aver mancato l’accesso in Champions League nei preliminari con il Napoli. Va bene così.

IL CALCIO NON È QUIDDITCH - Lucien Favre non è un mago, nemmeno uno che fa miracoli. Ha iniziato la sua carriera da lontano. Prima calciatore sfortunato con un infortunio al ginocchio che gli frena l’ascesa. Poi allenatore sui campi dei ragazzini, gratis. La gavetta, come Simone Inzaghi. Favre è personaggio atipico. Potrebbe essere il ‘Marco’ di Anna nella canzone di Dalla: grosse scarpe, poca carne e lupo di periferia. Da giocatore del Servette, quando divide la stanza con un certo Rummenigge, si parla solo di tattica. Comincia dai giovani: “Voglio vedere se riesco a trasmettere le mie idee”. Ci riesce fin da subito con l’Echallens, (mini) club fatto di ragazzini per bene del cantone francese Vaud. Dopo gli allenamenti li accompagna a casa senza mai staccare: sul finestrino appannato dell’auto disegna tattiche come fosse una lavagna. 

Inizia la sua ascesa in Svizzera. Assaggia il calcio dei grandi prima al Servette, poi allo Zurigo. Vince 2 campionati svizzeri e una Coppa nazionale. Il primo titolo è storico: a Zurigo uno scudetto manca da 25 anni, e arriva all’ultimo respiro. Beffato il Basilea. Sono gli unici trofei per un allenatore che merita davvero tanto. Va in Germania, all’Hertha Berlino. Esonerato alla seconda stagione. Da lì al Borussia Mönchengladbach. Ci rimane 4 anni, il suo calcio è spettacolare. Inizia salvando il club dalla retrocessione dopo il mezzo disastro firmato Frontzeck. Va in Champions League, in Europa League, sfida pure la Lazio di Petkovic. Si dimette nel settembre del 2015 dopo un percorso bello in cui ha dato tutto. Senza troppe spiegazioni, nel suo classico stile. Ricomincia dal Nizza. 

GIOCO - Lucien Favre il 2 novembre compirà 60 anni. Il calcio è la sua vita. “Non si tratta di avere giocatori che sanno fare tutto, ma di calciatori che sappiano interpretare il loro ruolo in tutti i sistemi di gioco”. È un perfezionista, sperimenta nuovi metodi di allenamento. Ama lavorare con i giovani. 4-4-2 classico come sistema preferito. In carriera ha avuto il merito di lanciare tanti ottimi giocatori: da Inler a Dzemaili, passando per i campioncini tedeschi ter Stegen, Herrmann, Reus e Kramer. Li ha plasmati tutti lui. Al Nizza ha rilanciato Mario Balotelli. L’italiano cattivello, da quando veste la maglia del club francese, ha messo la testa a posto. Questa si è che una magia. Wingardium Leviosa e il Nizza levita sempre più in alto. Lazio, attenzione.