IL DUELLO – Burdisso vs Gentiletti: la sagra della garra

21.09.2014 09:00 di  Andrea Centogambe  Twitter:    vedi letture
Fonte: Andrea Centogambe - Lalaziosiamonoi.it
IL DUELLO – Burdisso vs Gentiletti: la sagra della garra
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Meno fioretto, più sciabola. Il motto dei nostri duellanti settimanali non ammette repliche. Nicolas Burdisso e Santiago Gentiletti sono due che non ci vanno tanto per il sottile. Da buoni argentini purosangue quali sono, non perdono occasione per mettere in mostra la consueta garra sudamericana. Se nelle loro vicinanze circola qualche tocco liftato o un gioco di prestigio, state pure certi che avrà vita breve: ci sono almeno una dozzina di tacchetti pronti a mordere quelle caviglie. L'adrenalina fatta difensore, cattiveria agonistica allo stato puro: Nicolas e Santiago sono pronti a infuocare Marassi. 

NICOLAS BURDISSO - Un derby, non una semplice partita. C'è da scommetterci, Nicolas Burdisso avrà una motivazione in più contro la Lazio. Il suo passato giallorosso è ancora troppo recente per essere riposto in fretta e furia nel cassetto dei ricordi. Contro i biancocelesti, "Scarface" (così lo hanno ribattezzato i tifosi della Roma) guiderà la difesa genoana come già accaduto nelle prime due gare di campionato. Sin qui il 33enne nativo di Altos de Chipión non è stato mai sostituito da Gasperini, totalizzando 180' su altrettanti disputati dal Grifone. Nella sconfitta interna subita ad opera del Napoli e nel pareggio ottenuto al Franchi con la Fiorentina, ha maturato una percentuale nei duelli vinti del 55,6 %, mentre nei contrasti aerei del 50 %. Tre sono stati i palloni intercettati, due i falli fatti e uno quello subito. L'81,6 % dei 49 passaggi effettuati è andato a buon fine. Sono ben otto, poi, i palloni recuperati. L'ex Inter, infine, non è ancora finito sul taccuino dell'arbitro: questa, forse, è la notizia più sorprendente.

SANTIAGO GENTILETTI - Maledetta rima. Deve averlo pensato più di una volta, Santiago Gentiletti. Sono bastate due 't' di "novarettiana" memoria per mettere subito in salita la sua avventura capitolina. Che è cominciata nel silenzio più totale all'aeroporto di Fiumicino. Ad accoglierlo allo scalo romano, infatti, c'era solo il team manager Maurizio Manzini e qualche cronista isolato. Un benvenuto a dir poco tiepido rispetto a quello riservato al suo collega di reparto Stefan De Vrij, sommerso (no, non in senso figurato) da una marea biancoceleste al suo arrivo nella Città Eterna. Sbarcato a Roma il 20 agosto scorso, El Chueco (che letteralmente significa “persona con le punte dei piedi all’indentro”) ci ha messo poco per guadagnarsi la fiducia di Stefano Pioli. A San Siro ha sofferto in panchina, all'Olimpico ha contribuito a blindare la porta di Berisha. Contro il Cesena ha vinto il 46% dei duelli ingaggiati (13) e l'80% dei contrasti (4 su 5). Tre sono stati i palloni intercettati, 7 quelli recuperati. L'89% dei suoi passaggi (56) ha avuto esito positivo, mentre tre e uno sono i numeri - rispettivamente - dei falli commessi e subiti. Cifre quasi angeliche, destinate col tempo a lasciare le ali per impugnare il forcone.