IL PRECEDENTE - Il derby, Castroman e l'apoteosi: un pareggio che sa di vittoria

18.11.2017 09:15 di  Alessandro Menghi  Twitter:    vedi letture
Fonte: Alessandro Menghi - Lalaziosiamonoi.it
IL PRECEDENTE - Il derby, Castroman e l'apoteosi: un pareggio che sa di vittoria

Per Roma c’è un profumo particolare, di quelli buoni. Per le strade si respira un’aria pesante: é l’adrenalina che la carica di passione. Nelle persone si percepisce quel senso di tensione e fomento. Il derby della Capitale porta con sé una scia di sensazioni uniche, nate apposta per essere vissute d’un fiato. Novanta minuti col sudore addosso e le dita delle mani che tamburellano il tavolo. Non c’è scampo, il derby pervade ed invade e non c’è rito o stratagemma che possa smorzare i suoi effetti contagiosi. Ma che bello. A Roma si vive così, tra la paura di uscire sconfitti e la benedizione della vittoria con un’atmosfera tutta sua. Oggi a Roma si respira proprio quell’aria buona, si sente esattamente quel profumo di rivalità. Oggi c’è Roma-Lazio e il resto non conta. Conta solo vincere.

C A S T R O M A N ! - Dicono che il derby romano inizi ben prima della partita. É vero. Il tifo scatta durante le settimane che lo precedono e l’ansia cresce gradualmente ogni giorno che passa. É naturale. Poi quando è il momento di fare sul serio, chi crede rivolge una preghiera verso l’alto e qualcun altro abbraccia l’amico per darsi forza. Da lì in poi può succedere di tutto, anche ribaltare una partita che sembra scritta e che invece non ha previsto l’ultimo sussulto, quello più bello. É pazzesco. Il 29 aprile 2001 pare la notte della Roma, la festa giallorossa. Il ruggito di Batistuta che mitraglia sotto la Sud dopo la zampata in anticipo su Mihajlovic, poi la spaccata di Delvecchio ad affondare definitivamente la Lazio e il suo popolo. Ma è impossibile. La grinta dei biancocelesti non si affievolisce anzi aumenta di pari passo con la speranza, accesa dal sinistro infuocato di Nedved che brucia Antonioli sotto la traversa. É il gol che rende il finale in bilico e tutto da decidere. É da brividi. Sull’ultimo calcio d’angolo battuto da Mihajlovic, a venti secondi dalla fine, il pallone viene respinto dalla difesa della Roma sui piedi di Castroman che calcia con tutta la forza che ha in corpo. Il tiro è preciso all’angolino, la palla sfila tra una mucchio di gambe e scarpini e gonfia la rete. É l’apoteosi. Il 2-2 agguantato alla fine in rimonta sa di vittoria, ha un buon sapore. Come l’aria che si respira per le strade di Roma.