L'ULTIMA PAROLA - Calo fisico o atteggiamento sbagliato? Ora Inzaghi dovrà ricorrere alla sua specialità...

Pubblicato il 06/02 alle 20.30
07.02.2018 07:20 di  Saverio Cucina  Twitter:    vedi letture
Fonte: Saverio Cucina - Lalaziosiamonoi.it
L'ULTIMA PAROLA - Calo fisico o atteggiamento sbagliato? Ora Inzaghi dovrà ricorrere alla sua specialità...
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© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

Una brusca frenata, inaspettata e dolorosa forse più per il morale che per la classifica. La seconda sconfitta consecutiva in campionato da digerire, identica per risultato ed ordine dei gol subiti. Una debacle diversa sul profilo delle recriminazioni (il Var questa volta fa il suo dovere), ma che tutto sommato lascia una linea di continuità con le perplessità emerse anche a Milano. Le scelte iniziali di Inzaghi questa volta fanno un po’ più discutere, ma la genealogia del ‘male’ risiede altrove. In primo luogo, come non aggrapparci alle parole di Immobile, che un po’ tra le righe accenna un riferimento al calo fisico tra le motivazioni della sconfitta. La Lazio è apparsa infatti meno brillante e poco intensa nell’economia complessiva dei 90’. Anche questa volta poi, per la foga di ribaltare il risultato, sono saltati gli equilibri tra i reparti, rendendo molto più scoperta e vulnerabile la difesa. Se da un lato un piccolo deficit di energie può è essere comprensibile visti i tanti impegni settimanali (la Lazio ha sul groppone una gara in più nell’ultimo mese, quella recuperata contro l’Udinese), è pur vero che siamo soltanto all’inizio di questo tour de force che coinvolge i mesi di febbraio e marzo. E questo qualche preoccupazione in più lo lascia. In più c’è la questione dell’atteggiamento, sia di squadra che dei singoli. Nonostante le barricate del Genoa soprattutto nel primo tempo, è mancata forse quella cattiveria in più per aprire varchi e andare in porta anche in maniera ‘sporca’. Qui l’assenza di Milinkovic-Savic ha sicuramente pesato. Ad aver fatto infuriare però i tifosi biancocelesti nel secondo tempo è stata innegabilmente la prova di Felipe Anderson: qualità ed inventiva, fondamentali in quel momento, ingabbiate però in un’armatura d’indolenza. Servirebbe forse un capitolo a parte per sviscerare la natura di un potenziale caso, ma per ora lasciamo l’incombenza a mister Inzaghi.

SU LA TESTA! – Non c’è tempo per leccarsi le ferite. Sabato c’è il Napoli, non proprio l’occasione più semplice per rialzarsi. Il lato positivo è che la gara contro i partenopei impone di per sé un grado di concentrazione assoluto, quanto è mancato probabilmente nelle ultime apparizioni. La voglia e la determinazione non mancheranno, occorre però curare i dettagli ed evitare gli errori commessi in campo e nelle valutazioni di formazione. Cambio modulo? La Lazio è più ormai prevedibile nelle sue giocate? Troppo presto per dirlo, Inzaghi ha trovato da tempo delle certezze ed è da quelle che bisogna ripartire. Quel che è certo è che al San Paolo ci vorrà una difesa più attenta e solida. Gli errori di ieri non sono tanto attribuibili ai singoli (da de Vrij ci si aspetta di più, ma nel gol di Pandev c’è anche molta sfortuna), quanto piuttosto al mancato supporto di tutta la squadra alla fase di non possesso. Inzaghi, paradossalmente, avrà ora un vantaggio dalle circostanze del caso: dovrà lavorare sulla testa dei giocatori e curare ogni minimo dettaglio. Decisamente la sua specialità.