ESCLUSIVA - Barreto torna in Uruguay: "Voglio solo giocare a calcio, alla Lazio non ne ho avuto l'opportunità"

27.01.2015 10:00 di Davide Capogrossi Twitter:    vedi letture
Fonte: Davide Capogrossi - Lalaziosiamonoi.it
ESCLUSIVA - Barreto torna in Uruguay: "Voglio solo giocare a calcio, alla Lazio non ne ho avuto l'opportunità"

Un talento smarrito per strada. Lost Souls, promettenti calciatori incensati come campioni in tenera età, ma che a 20 anni iniziano già una seconda giovinezza. Gonzalo Barreto Mastropierro, funambolo di Montevideo, ha sempre bruciato le tappe. Le rappresentative giovanili vissute da protagonista, l'esordio con il Danubio a 17 anni condito dalla rete decisiva. E poi la Lazio, nel 2010, l'occasione della vita. Il club di Ruben Sosa, di Mauro Zarate, affezionata ai talenti sudamericani. L'esperienza italiana è stata un'odissea. Acquistato per quasi 2 milioni di euro, fu costretto a guardare i compagni per sei mesi, in attesa del compimento del diciottesimo anno d'età. La stagione seguente, durante il ritiro di Auronzo, arriva la tragica notizia dell'omicidio della madre. Il cammino di Barreto si complica, ma il ragazzo prova a riscattarsi e con l'aiuto dei compagni e di mister Bollini contribuisce da protagonista alla conquista del secondo posto nel campionato Primavera. Barreto tuttavia non ha avuto la possibilità di mostrare il proprio valore in prima squadra, non fu trovata neanche una soluzione in prestito, si è allenato da fuori rosa sino alla conclusione del contratto, lo scorso giugno. Oggi riparte dal Danubio, la squadra che lo ha lanciato nel calcio che conta. La redazione di Lalaziosiamonoi.it ha raggiunto in esclusiva Gonzalo Barreto nel ritiro de la Franja in Argentina, una lunga intervista tra ricordi e sogni.

Hai firmato al Danubio, dove tutto iniziò. Che effetto fa tornare a casa? "Sono tornato al Danubio, il mio contratto con la Lazio era finito sei mesi fa. Ho firmato il contratto a gennaio, adesso siamo in ritiro in Argentina, stiamo giocando alcune amichevoli. Poi partiremo per il Perù, speriamo di fare un buon torneo e una buona Coppa Libertadores".

Come è nata questa opportunità? "Quando ho finito il contratto con la Lazio ho avuto dei problemi personali, ho deciso di stare fermo in questi mesi. Poi ho avuto offerte dall'Italia, soprattutto in B, qualcosa anche in Argentina, ma alla fine ho deciso di ripartire da qui, mi sento a casa. Il mister voleva puntare su di me, giocheremo anche in Coppa Libertadores contro squadre importanti come San Lorenzo e San Paolo".

Cosa ne pensi della Lazio di Pioli? "Sinceramente non la sto seguendo molto, ci sono giocatori che conosco bene come Cataldi, Keita, Onazi. Spero che faccia un bel torneo e raggiunga l'obiettivo della Champions League che desidera da tempo".

Sei sbarcato in Italia giovanissimo, la Lazio investì tanto su di te. Quali erano le tue aspettative? "Sono arrivato a 17 anni, ho avuto una buona offerta. Era un momento non molto positivo per la squadra, la Lazio era in zona retrocessione. Non sono stato fortunato, non era un momento buono per lanciare i giovani. Sono andato in Primavera, poi in ritiro successe quell'incidente a mia madre, non ho potuto fare del mio meglio. Il terzo anno ho fatto bene, abbiamo perso la finale contro l'Inter, sono stato il capocannoniere della squadra".

Quanto è stato importante mister Bollini nella tua esperienza italiana? "Bollini mi ha fatto più da padre che da allenatore, insieme alla squadra mi hanno fatto sentire molto bene, sono riuscito a ripartire".

In quella squadra giocava anche Danilo Cataldi, ti aspettavi la sua esplosione? "Io con Cataldi ho avuto un rapporto molto buono. Si è guadagnato uno spazio pian piano, mi ricordo quando esordì in Primavera, fece gol grazie a un mio assist. Me l'aspettavo, è un ragazzo che ha tecnica e qualità, ha visione di gioco, ti mette quelle palle in profondità che sono difficili da intercettare per l'avversario".

Dopo quella stagione avresti meritato una maggiore considerazione da parte di mister Petkovic? "La Lazio non mi ha dato mai l'opportunità di giocare ma neanche di allenarmi con la prima squadra, non ho mai capito il motivo. Io sono arrivato per la prima squadra, avevo un contratto da professionista. Poi mi volevano mandare alla Salernitana dopo quella grande stagione in Primavera conclusa con la finale persa contro l'Inter, avrei preferito andare in B o avere almeno l'opportunità di allenarmi con la prima squadra. Sono stato messo fuori rosa, ho rispettato la loro decisione, è andato tutto un po' storto".

Chi ti ha impressionato maggiormente in quel gruppo? "C'erano tanti giocatori forti. Klose, Hernanes, anche Mauro Zarate era un fenomeno, loro mi hanno impressionato di più".

Chi ti è stato più vicino nei momenti difficili? "Quando sono arrivato mi hanno aiutato molto Muslera, Scaloni, Cruz, Gonzalez, i sudamericani sono stato importanti per il mio ambientamento in Italia e mi hanno fatto sentire bene".

Hai deciso di voltare pagina, hai qualche rimpianto? "Il rimpianto c'è, non sono mai riuscito a giocare in prima squadra. Tutti sanno quello che è successo a mia madre, non sono riuscito a uscirne fuori in quell'anno e questo mi ha un po' condannato. Giocai tutte le partite con la Primavera segnando solo 4 gol. Mi sarei aspettato qualcosa in più, ora voltiamo pagina, sono pronto a ripartire".

Cosa vuole fare da grande Gonzalo Barreto? "Il mio sogno adesso è ripartire e cercare di fare il meglio per il Danubio. Abbiamo anche la Coppa Libertadores, cerco di mettermi in mostra e guadagnare una maglia da titolare. Voglio solo tornare a giocare a calcio, che è quello che mi piace..."