ESCLUSIVA Radiosei - Parla Ledesma: "Pioli aveva poca stima di me. Futuro? Per ora è tutto fermo"

06.07.2015 12:01 di Claudio Cianci   vedi letture
Fonte: Claudio Cianci- Lalaziosiamonoi.it
ESCLUSIVA Radiosei - Parla Ledesma: "Pioli aveva poca stima di me. Futuro? Per ora è tutto fermo"
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© foto di Federico Gaetano

Tre giorni fa ha ufficialmente salutato la Lazio dopo nove lunghe stagioni. Un addio sofferto ma ponderato quello di Cristian Ledesma. Il centrocampista non vuole mettere gli scarpini al chiodo e per il prossimo futuro vuole proseguire la sua carriera da protagonista. Per il calciatore l’ideale sarebbe un’esperienza in Premier League, con uno sguardo anche all’MLS. Proprio Ledesma è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Radiosei 98.100, dove ha parlato della sua lunga esperienza con la maglia laziale e del suo futuro.

Giorgia, la bimba che hai aiutato, come sta?

"Giorgia ora vive in America, sicuramente sta meglio. Si trova vicino all’ospedale migliore che potesse trovare. Per quel che riguarda la sua malattia ci sono delle complicazioni che aveva anche in Italia"

Ma sul fronte calciomercato si è mosso qualche cosa?

"Di concreto ancora non c’è nulla, vorrei poter scegliere in questi giorni. In Italia è molto difficile, non solo per la mia carriera alla Lazio. Dopo aver passato nove anni con la Lazio non è semplice. All’estero ci dovrebbero essere certe possibilità che spero si sblocchino presto. Voglio tornare a correre, sono stanco di stare in vacanza"

Ma il tuo poco utilizzo quest’anno era dovuto a una scelta tecnica o societaria?

"Era una scelta tecnica, se durante tutta questa stagione avessi pensato che fosse stata una scelta esclusivamente societaria me ne sarei andato subito. E’ stata una scelta tecnica, c’è da riconoscere che chi giocava al mio posto faceva bene il suo lavoro. Il mio problema è che non comprendevo di chi fossi la riserva. E’ diritto dell’allenatore avere una preferenza riguardo i giocatori. Se non rientri in questi progetti vuol dire che c’è pochissima stima. Non posso lamentarmi, il calcio è così"

Eri felice quando la Lazio ha vinto quest’anno al S.Paolo?

"Non potevo non essere contento, ho fatto parte del gruppo. Vanno rispettati i compagni e tutto l’insieme. Ero felice perché si era chiuso un cerchio nel migliore dei modi. Io quando arrivai alla Lazio ci piazzammo terzi e me ne sono andato con la squadra al terzo posto"

Hai mai pensato di giocare in più di due squadre?

"Quando ero a Lecce con mia moglie le dissi che di voler giocare solamente in poche squadre, sono stato fortunato a trovare la Lazio. Ma non immaginavo di passare dei momenti così intensi e importanti. Sono accadute cose meravigliose in questi nove anni"

Come si diventa una grande squadra?

"Molto lavoro sul campo, si parla tanto della Juventus che ha una mentalità vincente. Di certo non l’ha creata solo la domenica, ma è stata costruita giorno per giorno. La mentalità si forgia durante la settimana, è lì che cresci come gruppo".

Cosa è cambiato rispetto a prima?

"Sicuramente l’impronta dell’allenatore c’è, rispetto agli altri anni la squadra è diventata più compatta. C’è un altro tipo di calcio, per crescere devi portare una mentalità importante".

Come è andata l’avventura in Nazionale?

"Purtroppo è stata solo una parentesi, ho capito poco della Nazionale. E’ stata poco chiara questa convocazione, non ho avuto modo di parlare con il ct. Me la sono goduta e sono andato lì con la speranza di poter tornare. Non era mia intenzione andare con l’Argentina, scegliere l’Italia era la cosa giusta da fare"

Ma c’è stata poca chiarezza con la società?

"Se la società si presenta  ad agosto e mi rivela apertamente le condizioni che mi vuole porre, poi sarò io a decidere liberamente cosa fare. Il presidente mi ha fatto capire che puntavano ad abbassare i costi e l’età della rosa. Dopo un anno vissuto così, ti rendi conto di certe cose. Alcuni meccanismi li conosco, non ho più diciassette anni"

Se un allenatore ti chiedesse di fare il centrale di difesa?

"Adesso come adesso non ci penso. Non credo sia una posizione di campo in cui posso esprimermi al meglio. In difesa ci sono altri meccanismi e caratteristiche, non credo di poter dare il mio apporto in quel ruolo"

Preferiresti giocare in un centrocampo a 3 o 2?

"Mi sono trovato bene in tutte e due le situazioni. Se potessi scegliere, starei da solo davanti alla difesa. Ma anche con un compagno a fianco mi trovo bene"

Cosa ricordi dell’anno con Delio Rossi in panchina?

"Ho ricordi importanti ed emozioni forti, era bello giocare con quella squadra. Ci si è dimenticato cosa siamo riusciti a fare. Lì davanti avevamo Rocchi e Pandev che facevano delle giocate bellissime. Tutta la squadra giocava bene"

Cosa ne pensi del caso Zàrate?

"Sicuramente è stato l'artefice del suo destino. Nello spogliatoio era ben accetto, nessuno ce l’aveva con lui. Certamente ha fatto degli errori, dire che al suo fianco ci fossero persone che non hanno voluto il suo bene è sbagliato. Era un uomo adulto e si è dovuto prendere le sue responsabilità"

Per quel riguarda Ballardini?

"Hai sbagliato domanda perché io nello spogliatoio non c’ero (ride, ndr)"

Il tuo rapporto con Lotito?

"Abbiamo avuto delle difficoltà, io e il presidente abbiamo parlato sempre apertamente. Il Lotito del primo anno era diverso. Ricordo che in una trasferta si mise a vedere una partita con noi, e scherzava con tutti. Per la questione del rinnovo, quando ero fuori rosa, abbiamo risolto in cinque minuti. Anche adesso mi ha ringraziato del comportamento di quest’anno e mi ha ribadito la sua stima come uomo e atleta".

Hai qualche rimpianto?

"Ho smesso di pretendere e ho lasciato che il destino facesse il suo corso, non ho rimpianti. Ho la consapevolezza di aver dato tutto qui. La mia è una situazione nuova, sono giorni duri. Oggi sono stato a casa ed ero consapevole che iniziavano le visite mediche. Mi ha chiamato Gentiletti per salutarmi. Non faccio più parte di quel mondo. Ho il negozio. Tra poco finirà anche quello. Io preferivo già essere altrove, perché sapevo che sarebbe stata dura".

Ma se la Lazio ti chiamasse all’improvviso per tornare a giocare…

"Rifiuterei, perché l’allenatore rimane quello e la considerazione sua nei miei confronti resterà sempre quella. Io ho trentadue anni e voglio giocare. Stare in questa situazione non è quello che voglio, così mia moglie si troverebbe un marito scontento, triste e arrabbiato. Io non pretendo di essere il titolare, chiedevo solo chiarezza. Non sapevo neanche di chi fossi la riserva". 

Cosa ne pensi di Felipe Anderson?

"Lui è arrivato infortunato e non è riuscito ad esprimersi al meglio. Ha passato una stagione difficile, in cui si doveva ambientare. Quest'anno è stato differente. Poi ci siamo accorti che è ancora un ragazzo. Ha sbloccato tante partite e possiede delle qualità enormi ed è una persona molto umile"

Per quel che riguarda Keita?

"Deve continuare a crescere e deve migliorare, a livello di spogliatoio è cresciuto molto".

Un commento sui portieri con cui hai giocato?

Peruzzi era il numero uno, ti dava 10-12 punti a campionato. Ballotta ha fatto bene. Muslera ha avuto la forza di imparare e rialzarsi. Dopo l’esordio con il Milan ha continuato a giocare ed è diventato il titolare della Nazionale uruguayana. Marchetti è un grande portiere, come tutti i grandi portieri ti fa guadagnare tanti punti.

Che pensi di Petkovic?

"Ho un rapporto molto sereno e buono con lui, peccato sia andato via. Quando un tecnico lascia la panchina è una sconfitta per tutti. Soprattutto dopo aver vinto quella Coppa Italia"

Il 26 maggio, che ricordi di quel derby?

"Io lo sentivo che avremmo vinto quel derby, eravamo più convinti dei tifosi. Siamo stati in ritiro a Norcia. Il giorno prima della partita il mister aveva organizzato un pranzo con le famiglie per distendere l’ambiente. Io vedevo in campo nello sguardo dei giocatori della Roma molta preoccupazione, mentre i loro tifosi erano convinti che avrebbero vinto"

Cosa ne pensi di Candreva?

"Nella partita contro la Juventus a Torino in campionato Candreva era in panchina con me. Mi disse che ero un grande ed un esempio per tutti. Queste parole, con quello che ha sofferto nei primi mesi qui, sono state bellissime. E' stato un bel momento. L’ho apprezzato molto"

Per quel che riguarda Danilo Cataldi?

“Farà sicuramente dei miglioramenti, ha la testa a posto. Bisogna stare attenti a questa voglia di essere capitano, dato che è laziale. E’ ancora molto giovane, deve crescere, farà esperienza sul campo. Stravedo per lui da quando è in Primavera, è furbo e vispo"

Le tue sensazioni sulla Coppa Italia vinta nel 2009?

 “Tutto il percorso in quella coppa fu meraviglioso, quella notte anche. Loro erano molto forti, è stata dura e segnò proprio Mauro (Zarate, ndr). Aveva la forza di fare di più, ma non lo ha voluto”.