FOCUS - Ciao Tata, Gonzalez lascia la Lazio: corsa e grinta per il Toro

01.02.2015 10:00 di  Francesco Bizzarri  Twitter:    vedi letture
Fonte: Francesco Bizzarri - Lalaziosiamonoi.it
FOCUS - Ciao Tata, Gonzalez lascia la Lazio: corsa e grinta per il Toro
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© foto di Marco Iorio/Image Sport

Nell’ultimo periodo El Tata Gonzalez ci ha provato parecchie volte a chiamare la Lazio con il suo scarpino. Famosa la sua esultanza dopo il gol, mentre si sfila la scarpa da calcio per chiamare chissà chi. Ma in sede biancoceleste nessuna risposta. Con Reja, che oltre al chewing-gum è uomo che mastica calcio vecchio stile, era diventato uomo imprescindibile di un centrocampo duttile e fisico. Un pupillo. Poi sempre meno spazio con Petkovic prima, con Pioli dopo. Le idee innovative dell'attuale tecnico laziale non sono mai entrate nella testa del Saggio. Poco importa. Da Roma a Torino, con Ventura altro uomo di un calcio pratico e old school, pronto a rilanciarsi.

LA SCOMMESSA DALL’URUGUAY - Cresciuto calcisticamente nel Defensor Sporting, trova le sue prime fortune in Argentina, al Boca Juniors. Poi il Nacional e infine la Lazio. Arriva a Roma nell’estate del 2010. Dalle parti di Formello supera un periodo di prova e la dirigenza biancoceleste lo acquista a titolo definitivo per 3,5 milioni di euro. Il debutto arriva il 18 settembre prendendo il posto di Stefano Mauri in un Fiorentina-Lazio finito 1-2. Un motorino del centrocampo: corsa fino al 95’, morde le caviglie degli avversari e sa far gol. Reja lo fa diventare talismano. Il primo gol lo segna in Coppa Italia, nell’ottobre dello stesso anno, contro il Portogruaro. Contro il Brescia invece, mette il pallone in rete per la prima volta in Serie A, festeggiando proprio con lo scarpino all’orecchio dopo aver finto di digitare dei numeri. In Uruguay se ne accorgono e il ct Oscar Tabarez non ci pensa due volte a convocarlo. Non parte per i Mondiali del Sud Africa nel 2010, ma la musica cambia 4 anni dopo. In Brasile Gonzàlez va eccome. Nonostante una stagione tra panchine e infortuni riesce a portare la Celeste agli Ottavi. Vacanze e batterie ricaricate. Ma alla Lazio sembra che di spazio per lui ce ne sia poco.

PER ALVARO NIENTE EMILIA - Salta al fotofinish il suo trasferimento al Parma nella sessione estiva del mercato 2014. Per uno che ha fatto la corsa il suo credo, fa sorridere. Ma sul traguardo gialloblù, senza fax in mano, l’affare non si fa. Lazio ancora nel destino. E pensare che su Youtube, a pochi secondi dal gong finale del mercato, giravano già video sulle sue giocate, accompagnati da un "Benvenuto a Parma". Poi le noie al polpaccio: Gonzàlez guarda da casa le partite contro Cesena, Genoa, Udinese, Palermo e Sassuolo. Tanta panchina in attesa dell’esordio nella stagione 2014/2015, che arriva a Verona per 31 minuti. Sempre in terra clivense, questa volta contro il Chievo, resta in campo per tutto il match, così come quando la banda di Pioli affronta l’Atalanta. Infine una sgambata contro l’Inter a San Siro, la sua ultima presenza con l’aquila sul petto. Biglia quasi sempre titolare, Parolo con la qualità ai piedi, e Lulic uomo veloce e di quantità. Spazio tra i titolari per fare legna lì in mezzo non c’è. 5 presenze di cui una in Coppa Italia. Ed ecco allora l’occasione Toro: prestito con diritto di riscatto fissato a 2-3 milioni di euro. El Tata proverà a chiamare da Torino, sperando che con la compagnia granata non sarà sempre occupato.


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